Infatuazioni fatali, figure classiche e situazioni anomale, a cavallo tra realtà quasi impossibili e fantasie pressoché realizzabili, trascinano il lettore dentro una specie di giallo che, tutto sommato, si converte nel solito rosa, colore ormai assegnato al genere narrativo di questo scrittore decisamente romantico.
Un libro per tutti, da annoverare nella migliore tradizione di quella che, negli anni ’60, chiamavano “narrativa per ragazzi”.
Ma anche una ventata di astratto ottimismo che, come nelle favole, lascia il dolore nelle stanze buie della realtà, collocando la bellezza e il piacere nei giardini luminosi del sogno.
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