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Matti da slegare | Esiste un modo giusto per raccontare la malattia mentale?

Matti da Slegare | Esiste un Modo Giusto per raccontare la malattia mentale?
Fermata Spettacolo

Se il buongiorno si vede dal mattino, il 2016 sembra proprio l’anno della Norvegia per i comici italiani. Dopo lo strepitoso (e dibattutissimo) successo di Quo Vado?, film ambientato prevalentemente nel Paese scandinavo, Giole Dix sbarca al Teatro Carcano di Milano, per rimanerci fino al 13 marzo, puntando su Matti da slegare, spettacolo tratto dalla commedia Elling e Kjell Bjarne del norvegese Axel Hellstenius. E mai scelta fu più azzeccata.

La storia ha come protagonisti Elia (Enzo Iacchetti) e Gianni (Giobbe Covatta) due persone psicolabili e disturbate che, dopo un periodo di permanenza in manicomio, si ritrovano a dover affrontare la più difficile delle terapie: tornare alla vita reale, condividendo un appartamento messo a loro disposizione dal Comune. Si tratta ovviamente di un obiettivo difficile da raggiungere per entrambi, soprattutto alla luce delle loro storie personali. Elia ha infatti vissuto perennemente in compagnia della madre, imbastendo con lei un rapporto morboso, motivo per il quale, alla morte della donna, l’uomo si è ritrovato completamente perso e assolutamente incapace di prendersi cura di se stesso. Giovanni invece è un gigante buono con la fissa del cibo e del sesso, che purtroppo non ha mai avuto modo di sperimentare: nel suo passato una madre alcolista e un patrigno violento. Insomma, i presupposti per una convivenza non facile ci sono tutti e solo dopo mille peripezie sulle loro vite si aprirà uno spiraglio di normalità. Considerata le tematiche affrontate dallo spettacolo, qualche dubbio sulla scelta di puntare su due comici “televisivi” era lecito nutrirlo e invece…

E invece sia Covatta che Iacchetti si dimostrano all’altezza del compito, portando in scena due personaggi al contempo comici e fragili nelle loro insicurezze e ingenuità. Il resto ovviamente lo fa la sceneggiatura che tratta un tema delicato come quello della malattia mentale in maniera ironica, ma non irridente, bandendo al contempo qualsiasi traccia di retorica, rischio sempre in agguato quando si trattano certi argomenti. Azzeccate anche le musiche di Ugo Gangheri che fanno da perfetto sottofondo ai dialoghi surreali dei due protagonisti.

Il risultato finale? È quello che Giole Dix, regista di Matti da slegare, preannunciava fin dalla conferenza stampa: “Non è uno spettacolo cupo. I due comici, insieme alle attrici Irene Serini e Gisella Szaniszlò, sapranno farvi ridere, riflettere e commuovere nel giro di poco tempo”. Dichiarazione che rappresenta la perfetta sintesi del suo ultimo lavoro teatrale.

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