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THE LYRIC PUPPET SHOW

THE Lyric Puppet SHOW
Fermata Spettacolo

Che bello poter dare senso ed originalità ad una prima mondiale. Due ingegneri prestati alla musica ed al libretto con una qualificata esperienza ci hanno regalato una unica rappresentazione dell’opera The Lyric Puppet Show che  ha ottenuto un affermativo  successo giovedì 21 gennaio, presso il Teatro Verdi di Pisa. Un soldout non del tutto scontato per questa rappresentazione che è stata catalogata quale vincitrice del Concorso Internazionale di Composizione “Gabriella Gentili Mian”, molta la critica presente così come i direttori artistici di importanti teatri ed associazioni musicali nazionali a testimonianza dell’importanza dell’operazione compiuta dalla direzione  artistica del teatro di Pisa.

Con un organico semplice formato da pianoforte e fisarmonica (un po’ all’americana) Marco Simoni, compositore non accademico ma intuitivo e preparatissimo, riesce a catturare l’attenzione dell’editoria musicale  attraverso un testo  scritto su elementi pentafonici con parti che riecheggiano in alcuni punti Chopin, in altri Satie fino ad arrivare a  Leóš Janáček con la sua opera pianistica “la morte”, senza mai scadere nella non originalità anzi, piuttosto, calibrando tutto con parti recitate, espedienti che hanno avuto la capacità  di attrarre l’uditorio sulla trama senza mai annoiare.In alcuni punti il Simoni ha anche  inserito un po’ di impressionismo francese riecheggiando motivi del “Pelléas et Mélisande” di Debussy.

Il fatto che Simoni abbia messo in campo la propria conoscenza musicale compositiva concedendo alla partitura musicale motivi  noti non significa sminuire le qualità compositive dello stesso piuttosto è da catalogare quale merito perché è stato capace di scrivere qualcosa che ha attirato l’attenzione per la sua originalità senza mai cadere in facili distrazioni compositive tipiche di certa musica contemporanea.
Egli ha utilizzato una struttura classica di arie e recitati “condite” da intermezzi musicali con vari stili (anche quello blues) senza mai scadere in volgarità compositiva.

Il tema della libertà è il filo conduttore del libretto che è stato ben delineato dalla dotta regia di Stefano Mecenate.
Ma voglio soffermarmi sul librettista l’ingegner Fabrizio Altieri che sempre in modo leggero per l’uditorio ha rappresentato una scena avvincente utilizzando la propria esperienza ( ormai a livelli alti considerato che scrive storie per bambini per importanti case editrici ) nel saper fare bene attraverso  la penna  temi fantastici per far sognare grandi e piccini. Siamo stati di fronte ad un eccellente librettista. Sicuramente la vera rivelazione della serata e sentiremo molto parlare di Altieri nel futuro! Ha saputo coniugare il classico esperimento di Collodi con Pinocchio e ne ha spinto le fatture conducendo il tema del “fantastico” attraverso il senso dell’umorismo tipico pirandelliano capace in alcuni punti di creare forti emozioni anche commoventi.

Andiamo alla rappresentazione analizzando l’interpretazione; buona nel complesso la rappresentazione, tutti bravi, senza se o sopratutto,  in ordine: Stefano Trizzino (Orlando), ottima presenza scenica, non del tutto in forma nelle proprie qualità vocali sicuramente avrebbe potuto rendere di più se fosse stato meglio in salute, malgrado ciò, è stato capace di catalizzare l’attenzione del pubblico quale attore. Roberto Cresca, (Astolfo), ormai presenza assodata al teatro di Pisa, ha dimostrato di essere un vero protagonista capace di reggere pienamente un ruolo principale, ha dato il meglio di sè, eccellente attore ed ottimo interprete la sua voce era svettante e vibrante, ci ha regalato dei momenti di alto livello con dei filati ed un si naturale non scritto in partitura ma di godibilissima fattura timbrica.

Sicuramente il Cresca sarà capace di essere  apprezzato anche in opere di repertorio nelle prossime stagioni del teatro di Pisa perché la sua voce merita per ricercatezza timbrica e stile. E poi – diciamola tutta – è un attore completo. Moon Jin Kim, Adelaide, ha fornito un’ottima performance,  interprete  buona nei recitativi, un timbro limpido, una recitazione naturale ed una buona presenza scenica. Voce equilibrata e davvero ottima cantante  Mariacarla Seraponte (Laura)  che ha dato leggerezza alla parte affidata contando su una base solida di armonici equilibrati al testo interpretando la parte con certosina sicurezza.

Infine  le perfomance del pianista Riccardo Mascia  e del fisarmonicista Roberto Beneventi che hanno  dato una buona prova con dovizia di particolari giocando di cesello nella partitura, sono stati i veri protagonisti assoluti perche attraverso la musica hdnmo retto tutta l’impalcatura dell’opera divisa in due atti. Anche se nella sigla iniziale avevano la tendenza nel coprire il gioco delle voci dei cantanti  ma un inconveniente musicale del tutto trascurabile.
Il regista Stefano Mecenate ha curato sapientemente il testo  utilizzando un pennello con una tavolozza piena di colori e dipingendo di fantasia le movenze dei personaggi che per l’occasione indossavano  dei costumi firmati da Pizzi ed utilizzati per celeberrime rappresentazioni del  passato,  senza mai perdere il filo conduttore della trama ovvero la libertà di recitare con o senza fili, quella libertà che caratterizza la sorte di ogni uomo libero, giusto e di sani principi della nostra società.

Il Mecenate, preparatissimo musicologo, ha colto l’essenza del libretto ed è cresciuto con esso, concludendo ne ha fatto un capolavoro scenico. Non parlo mai di me stesso ma essendo per esperienza di vita  un siciliano ed avendo a che fare con i pupi siciliani e le marionette per tradizioni storiche posso ben dire che ci è riuscito pienamente. La regia ha contribuito più di tutti a portare il pubblico in quel sospeso onirico che ha catalizzato l’attenzione sino  alla fine. Debbo dire che avrei gradito riascoltare quest’opera in altri teatri del circuito o una ulteriore replica a Pisa. Ne ho gustato così tanto la sperimentazione che spero davvero possa avvenire. Un successo tutto meritato!

THE LYRIC PUPPET SHOW
Fermata Spettacolo



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