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Bernardo Buontalenti miracolosamente scampato alla frana di Costa San Giorgio

Il collasso di Lungarno Torrigiani non è storia nuova a Firenze: ben due volte l’attuale costa dei Magnoli, che incombe su quel tratto di strada è già franato rovinosamente in passato e, uno di questi eventi è rimasto famoso per un celebre aneddoto occorso al geniale architetto Berardo Buontalenti, che in tale occasione scampò miracolosamente la vita quand’era ancora giovanissimo.

Ritratto di Berardo Buontalenti

Anche se ho personalmente molti dubbi sul fatto che, come affermato dai vertici di Publiacqua, la voragine prodottasi su Lungarno Torrigani nella notte fra il 24 ed il 25 maggio sia dovuta allo storico dissesto idrogeologico della collina soprastante, il disastroso evento che ha inghiottito buoni 200 metri di strada offre il destro per ripescare una gustosa curiosità relativa proprio all’instabilità del poggio detto appunto, per questo motivo, “delle Rovinate”.

Il toponimo storico dell’attuale costa dei Magnoli, che allude in maniera colorita ed incisiva ai continui smottamenti ed eventi franosi della collina (“rovinate” sono le frane ma, per un interessante caso di polisemìa, sono anche le costruzioni danneggiate dagli smottamenti) è riflesso nel nome oltre che nella storia di numerosi edifici che sorgono infatti sotto il poggio o a mezza costa (come Palazzo Capponi alle Rovinate in via de’ Bardi oppure la chiesa di Santa Lucia dei Magnoli detta “Santa Lucia delle Rovinate”), in ricordo di almeno tre devastanti eventi franosi ricordati dalle cronache: quella del 1284, quella del 1373 e quella del 1547.

Proprio a quest’ultima, disastrosa, occasione, si riferisce il celebre aneddoto di cui voglio parlare oggi, con Bernardo Buontalenti (architetto, scenografo e artista poliedrico noto ad esempio per aver progettato i giochi d’acqua della Villa Medicea di Pratolino) come protagonista: in tale anno, infatti, si assiste all’ennesimo smottamento della collina di san Giorgio, soprastante l’attuale via de’ Bardi, ed il piccolo Bernardo, ancora in tenera età, vede la casa in cui abitava con la famiglia travolta e distrutta.

Come ricorda il Lapini nella sua cronaca intitolata “Diario fiorentino”, “a’ dì 10 di novembre 1547, a ore 16 in circa, cominciò a smuoversi e rovinare il Poggio di San Giorgio, dirimpetto a S. Lucia”. La grande frana della collina, che interessò in particolare, come ci ricorda il Vasari, il costone su cui sorgeva l’abitazione del ricco commerciante di lana Lorenzo Nasi (committente fra l’altro del celeberrimo dipinto Madonna del Cardellino di Raffaello Sanzio), interesso un gran numero di edifici fra cui la casa in cui Bernardo, allora sedicenne, abitava con la propria famiglia.

Nel crollo dell’abitazione, il futuro e geniale artista, accreditato di numerose invenzioni, perse tutti i familiari e rimase lui stesso sepolto sotto le macerie: scampa alla morte in modo fortuito, poichè si trovava sotto un arco che, per la sua conformazione, aveva resistito al carico dei macigni, proteggendo il ragazzo.

Unico scampato alla distruzione e della casa e della famiglia, Buontalenti viene estratto dalle macerie illeso in modo pressochè miracoloso ma, nonostante l’immane tragedia occorsagli, dal male nacque un bene, in quanto il ragazzo fu accolto in Palazzo Vecchio dall’allora granduca Cosimo I dei Medici, che provvide sia al suo mantenimento che alla sua istruzione.

L’eco dell’avvenimento occorso al celebre artefice si ritrova commemorata in un dipinto che Bernardo volle collocato nella lussuosa residenza cittadina che ebbe modo di acquistare nell’età matura: ancora oggi all’interno del Palazzo Buontalenti di via de’ Servi si conserva infatti in un riquadro affrescato da Niccolò Lapi intitolato appunto “Bernardo Buontalenti salvato dalle rovine della sua abitazione ” (riportato di seguito).

Buontalenti salvato dalle rovine, affresco di Niccolò Lapi nel Palazzo Buontalenti in via de’Servi

Quel che più eccita la fantasia, aldilà dell’aneddoto occorso all’ottimo artista è considerare come nell’evoluzione della vita di questo eccellente artefice, una grande e luminosa carriera come architetto, ingegnere militare, scenografo, pittore e inventore poliedrico presso la corte granducale, e come allievo e discepolo del Vasari, sia stata propiziata da un evento tragico che lo lasciò ancora giovanissimo senza niente e nessuno: per dire, i casi della vita…




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