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Acquisizione digitale 3D per la mostra Metamorfosi di Ovidio

“METAMORFOSI Miti d’amore e di vendetta nel mondo romano” è la Mostra che il Dipartimento dei Beni culturali: archeologia, storia dell’arte, del cinema e della musica dell’Università degli Studi di Padova ha organizzato a conclusione di un progetto di ricerca, durato diversi anni, sull’opera del poeta latino Ovidio (vissuto tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C.), il cui poema Metamorfosi rappresenta la più grande “enciclopedia dei miti” che raccoglie più di duecento storie nelle quali i protagonisti, alla fine di rocambolesche vicende, si trasformano in altro: pianta, roccia, fiore, animale…

Proprio le bellissime narrazioni di Ovidio hanno ispirato il percorso Della Mostra, nella quale grazie ad affreschi, gemme, avori e sculture, si illustra come nel mondo antico l’uomo vivesse circondato dai personaggi del mito. Dei ed eroi, mortali e immortali s’incontrano e si scontrano in vicende d’amore, di tradimento, di vendetta, di morte violenta o accidentale, accompagnando l’uomo romano in tutti i momenti della sua vita: all’interno della casa, rappresentati sulle pareti dei diversi ambienti, o sulle gemme che impreziosivano i gioielli, o ancora eternati sulle casse dei sarcofagi o all’interno delle tombe.

 Per l’allestimento della mostra “Metamorfosi” che si terrà nei locali espositivi del Centro di Ateneo per i Musei (CAM) dell’Università di Padova dal 29 settembre al 1 dicembre 2012, vi era necessità di replicare tre lastre marmoree da sarcofago, conservate rispettivamente nel:

1- Museo Lapidario Maffeiano – Verona

2- presso l’unità operativa Ville e Parchi Storici – Galleria Borghese – Roma

3- Museo Archeologico Nazionale di Venezia,

in modo che le copie una volta realizzate e perfette agli originali potessero essere esposte nella sede della mostra.

A questo scopo l’Organizzazione della mostra ha interpellato la ditta UNOCAD divisione arte di Altavilla Vicentina (VI) la quale ha proposto l’adozione di due tecnologie emergenti: l’Ingegneria Inversa e la Prototipazione Rapida.

Il crescente interesse nell’utilizzo di queste tecnologie nei Beni Culturali, deriva dal fatto che l’acquisizione digitale tramite “3D optical scanner” avviene senza alcun contatto fisico con le superfici dell’opera, nel pieno rispetto della sua integrità.

 Il percorso tecnologico seguito passa attraverso due fasi distinte: l’acquisizione della geometria del reperto e la successiva produzione rapida, realizzata con l’uso di materiale leggero, nel caso della prima copia tramite prototipazione rapida in gesso con tecnologia additiva, mentre per le altre due per asportazione da un blocco di resina modellistica e tramite una fresatrice a controllo numerico.




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