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L’Inghilterra ha definitivamente vietato la plastica monouso (con alcune eccezioni)


Di Gloria Ferrari

Dal primo ottobre Nel Regno Unito non è più possibile mettere in vendita – nei negozi per esempio – o utilizzare per fini commerciali – come nei bar – specifici prodotti in Plastica monouso. Sono stati messi al bando posate, bicchieri e contenitori per alimenti in polistirolo, così come i bastoncini a cui si attaccano i palloncini. Le restrizioni riguardano anche piatti, vassoi e ciotole, ma chi offre un servizio di takeaway (con prodotti da portare via) può comunque utilizzare contenitori e involucri se riempiti nel punto vendita o precedentemente. In altre parole, gli inglesi continueranno a trovare sugli scaffali dei supermercati frutta avvolta da sacchetti di plastica, piatti pronti, e insalate preconfezionate. In ogni caso la nuova normativa è un passo in avanti perché amplia quella già introdotta a partire dal 2018, quando il Paese impose lo stop alla produzione di microsfere cosmetiche, cioè quelle microplastiche contenute in prodotti per la cura personale come bagnoschiuma e dentifrici. E si accoda a quella del 2020, quando il Governo vietò la messa in commercio di cannucce, cotton fioc e mescolatori per bevande. Per poi introdurre, due anni dopo, una tassa da 200 sterline su ogni tonnellata di imballaggi in plastica a carico delle aziende che producono o importano, nell’arco di 12 mesi, più di 10 tonnellate di imballaggi che contengono meno del 30% di plastica riciclata,

Se da una parte l’esecutivo ha più volte dichiarato di voler eliminare quanti più rifiuti in plastica possibili entro il 2042, dall’altra alcuni attivisti ambientali ritengono quanto fatto fino ad ora dal Governo ancora insufficiente. Quest’ultimo avrebbe potuto, per esempio, applicare sui prodotti in plastica restrizioni più ampie, così da ottenere una legislazione più organica. «Emanare divieti sporadici e diluiti nel tempo solo su alcuni articoli in plastica monouso, è completamente inadeguato al fine di risolvere il problema. Invece di questo approccio frammentario, il Governo deve affrontare la questione alla fonte e attuare una strategia seria per ridurre la quantità di plastica prodotta», ha commentato alla BBC Anna Diski, attivista di Greenpeace UK.

Gli imballaggi monouso sono infatti fra le maggiori cause di inquinamento da plastica nel Regno Unito. I dati dicono che ogni anno il Paese utilizza più un miliardo di piatti monouso e oltre quattro miliardi di posate di plastica, prodotti che non possono quasi mai essere riciclati. Tra l’altro il riciclo, per quanto corretto, non può essere l’unica soluzione. La sua efficacia è limitata, per diversi motivi. Il processo che porta allo sminuzzamento della plastica è lungo e complicato, e spesso si inceppa prima di arrivare alla fine. Non tutti i tipi di plastica sono adatti al riutilizzo, e quelli che lo sono, per la maggior parte, dopo un paio di cicli di vita – che abbassano la qualità del materiale di volta in volta – diventano praticamente inutilizzabili. La plastica, infatti, non si può riciclare all’infinito.

Dunque la strada maestra non può che essere una netta riduzione della sua messa in circolo e la promozione di alternative sostenibili, che siano meno dannose. Ma questo non accadrà finché “le aziende non smetteranno di rifarsi a false soluzioni”, come si legge all’interno di un rapporto pubblicato dall’organizzazione Surfrider Foundation Europe, che ha illustrato le cinque strategie attuate da alcune delle aziende più grandi del mondo con lo scopo di ritardare l’esecuzione di azioni finalizzate a ridurre il loro utilizzo di plastica.

Un grosso impegno spetta però soprattutto ai Governi. L’Italia, per esempio, ha introdotto lo stop di prodotti come piatti, posate, bicchieri, cannucce, cotton fioc in plastica monouso nel 2022, ma deve ancora fare i conti con un’industria della plastica piuttosto radicata sul suo territorio, che dà lavoro a centinaia di migliaia di dipendenti e che frutta ogni anno (dati 2019) più di trenta miliardi di euro. E con un Governo che ha più volte, per questi motivi, difeso il settore. Dopo la nuova proposta di regolamento sugli imballaggi in plastica presentata dalla Commissione Europea – che intende abolire, tra le altre cose, le confezioni monouso per frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 chilogrammi – in Italia si sono per esempio sollevate voci contrarie. Come quelle di Coldiretti e di alcuni politici, tra cui l’eurodeputato della Lega Angelo Ciocca, che è intervenuto al Parlamento europeo mostrando una confezione di insalata in busta e denunciando «lo sbaglio» della Commissione europea: a suo dire eliminare gli imballaggi plastici avrebbe ripercussioni negative sull’economia nazionale. Nel suo discorso, di quelle arrecate alla salute degli esseri umani e all’ambiente neppure l’ombra.

FONTE: https://www.lindipendente.online/2023/10/10/linghilterra-ha-definitivamente-vietato-la-plastica-monouso-con-alcune-eccezioni/



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