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Cina, Xi ospita la delegazione Usa (pensando a Biden)


Di Federico Giuliani

“Il modo in cui la Cina e gli Stati Uniti andranno d’accordo di fronte a un mondo in pieno tumulto sarà determinante per il futuro e il destino dell’umanità”. Xi Jinping ha accolto la delegazione di senatori statunitensi guidata dal democratico Chuck Schumer, leader della maggioranza nel Senato Usa, ripetendo un concetto già espresso in svariate occasioni.

Il presidente Cinese ha messo sul tavolo altri concetti distensivi, in un chiaro tentativo di alleggerire le tensioni con Washington. Xi ha infatti sottolineato che la trappola di Tucidide tra Usa e Cina non è inevitabile, che quelle tra i due Paesi citati “sono le relazioni bilaterali più importanti al mondo” e, infine, che “il pianeta Terra è sufficientemente vasto da accogliere lo sviluppo e la prosperità comune”.

Ad offuscare il tono disteso, la crisi israeliana. Schumer ha chiesto sostegno per Israele, dopo gli attacchi di Hamas che hanno provocato centinaia di morti, dicendosi “molto deluso” del messaggio diffuso ieri da Pechino. La critica alla Cina è arrivata sia durante l’incontro con il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, che ha ricevuto Schumer alla Diaoyutai State Guest House, sia durante l’incontro con lo stesso Xi.

“Gli eventi degli ultimi giorni in Israele sono orribili. Sollecito lei e il popolo cinese a stare con il popolo israeliano e condannare questi attacchi codardi e violenti”, ha scandito l’ospite Usa, aggiungendo di essere rimasto “molto deluso” dalla dichiarazione della Cina che non ha mostrato “empatia o supporto per Israele in questi tempi duri e travagliati”.

Le spine di Biden

La delegazione Usa in visita a Pechino ha, come detto, incontrato anche Wang. “Speriamo che questa visita aiuti gli Stati Uniti a comprendere meglio la Cina, a considerare le relazioni tra i due Paesi in modo più obiettivo e a gestire le differenze esistenti in modo più razionale” ha detto il ministro cinese, che dovrebbe visitare Washington alla fine del mese nel tentativo di aprire la strada ad un incontro tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e Xi, da tenersi presumibilmente durante il vertice Apec di San Francisco, a novembre.

Di recente, molteplici alti funzionari Usa si sono recati in Cina nel tentativo di mantenere viva la comunicazione tra le parti, compresi il segretario di Stato americano, Antony Blinken, il segretario al Tesoro, Janet Yellen, e il segretario al Commercio, Gina Raimondo.

Come ha spiegato Foreign Policy, al netto di simili aperture l’amministrazione Biden deve fare i conti con sacche di malcontento nel Congresso (e non solo) in merito a qualsiasi ramoscello d’ulivo mostrato a Pechino. La Camera dei Rappresentanti, ad esempio, ha istituito un comitato per indagare su svariati dossier cinesi: dalla questione uigura alle ambizioni tecnologiche di Pechino fino alla presunta influenza esercitata dal Dragone nelle università americane. Di fronte a queste pressioni, gli alti funzionari di Biden hanno chiarito che Washington sta cercando di ridurre i rischi nei legami con la Cina, e che non intende separarsi completamente da Pechino.

Il ramoscello d’ulivo di Xi

La differenza tra Biden e Xi è che quest’ultimo può permettersi, più del suo collega statunitense, di porgere e ricevere ramoscelli d’ulivo senza correre il rischio di contraccolpi politici. Certo, anche il leader cinese deve tenere a bada i suoi “falchi“, ma le divisioni in seno al Partito comunista cinese danno la sensazione di essere più gestibili rispetto ai tumulti politici interni al sistema Usa.

Incontrando nella Grande sala del popolo Schumer, Xi ha dichiarato che, “dato l’alto grado di integrazione tra le economie cinese e statunitense e i loro interessi strettamente intrecciati, entrambi i Paesi sono pronti a trarre vantaggio dallo sviluppo reciproco”. Schumer, da parte sua, ha lamentato la mancanza di reciprocità e la necessità di “parità di condizioni” per le imprese americane in Cina e ha esortato misure per impedire l’esportazione di sostanze chimiche utilizzate per produrre il farmaco fentanyl, che ha alimentato un’ondata mortale di dipendenze.

“Abbiamo mille ragioni per far funzionare bene le relazioni Cina-Usa e non una sola ragione per renderle pessime”, ha concluso Xi durante l’incontro. Il tono amichevole del leader cinese aumenta le aspettative sulla sua partecipazione all’incontro Apec di San Francisco.

FONTE: https://it.insideover.com/politica/spine-e-ramoscelli-dulivo-xi-ospita-la-delegazione-usa-pensando-a-biden.html



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