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Ucraina, dialogo sottotraccia USA-Russia. Zelensky incontra Kissinger


Di Davide Malacaria

“Spiacente di deludervi, ma la notizia della mia morte è grossolanamente esagerata”. Il telegramma di Mark Twain a commento della pubblicazione di un suo necrologio si attaglia all’ennesima boutade propagandistica sulla Guerra ucraina, con il comandante in capo della flotta russa redivivo dopo l’annuncio urbi et orbi della sua uccisione avvenuta nel corso di un attacco missilistico a Sebastopoli.

Un attacco diretto da USA e Gran Bretagna, accusano i russi, come peraltro è ovvio che sia, Dal Momento Che gli ucraini non hanno né mezzi né competenze per attacchi tanto mirati.

Accuse che, peraltro, si susseguono da tempo e che trovano smentite non credibili o cadono nel vuoto, col rischio che prima o poi i russi perdano la pazienza e tirino giù i droni o gli aerei Nato che gravitano nei pressi della Crimea a tale scopo (col rischio di un conflitto su ampia scala, che agli strateghi anglosassoni sembra non importare granché).

Al di là, la smentita della morte dell’alto ufficiale russo induce a una piccola riflessione. La propaganda è parte integrante della guerra, ma in questa ha assunto contorni grotteschi perché i press agent ucraini sanno che possono contare sulla connivente indulgenza dei media mainstream, che accreditano e rilanciano acriticamente tutto quel che affermano, non tenendo in nessun conto le tante smentite pregresse, che pure dovrebbero indurre a una minimo di cautela.

Ma al di là della boutade, buona per rilanciare per due-tre giorni l’immagine di un’Ucraina vincente, c’è poco da segnalare sul fronte orientale, dove prosegue la diuturna mattanza dei soldati ucraini, mandati a schiantarsi contro le linee difensive nemiche.

Gli ATACMS come le V2. Il dialogo – sottotraccia – prosegue

Le uniche novità sono l’arrivo sul campo di battaglia degli Abrams made in Usa, che nulla spostano ma sono buoni per la propaganda, e sembra anche dei missili a lungo raggio ATACMS, almeno a stare alle denunce dei russi e alle notizie in tal senso pubblicate sui media occidentali.

Se fosse così, sarebbero arrivati senza un annuncio ufficiale della Casa Bianca, un modo per smussare l’irritazione dei russi per l’ennesima, sconsiderata escalation, altro passo verso il precipizio di una guerra globale. Al solito, i coraggiosi strateghi NATO giocano col fuoco sulla pelle di quei cittadini che l’Alleanza avrebbe il compito di proteggere, quelli che peraltro pagano i loro lauti stipendi con le tasse.

Non si tratta di gridare al lupo, ma di una possibilità reale. Infatti, come scrivono Jacob Nagel e Boaz Golany sul National Interest:, “anche se le probabilità che la guerra in Ucraina si trasformi in un conflitto globale non sono elevate, non sono nemmeno pari a zero” (titolo dell’articolo: “La guerra Russia-Ucraina porterà alla terza guerra mondiale?“).

Fortunatamente, non tutti i leader d’Occidente sono consegnati a tale follia. E, nonostante gli influenti Stranamore proseguano nelle loro provocazioni, il dialogo sottotraccia con la Russia prosegue, perché tutti sanno (anche i falchi) che la guerra ucraina è ormai persa, Dal Momento che tutto converge verso tale destino.

L’arrivo degli ATACMS, da questo punto di vista, richiama alla memoria i fasti delle ultime armi magiche dei nazisti, le V2, che martellarono la Gran Bretagna, ma non impedirono la disfatta della Germania.

Dell’esistenza di tale dialogo se ne sono accorti anche personaggi dell’establishment più che ingaggiati nelle fumisterie NATO, come ad esempio Ian Bremmer, presidente dell’Eurasia Group, la cui intervista a Repubblica è sintetizzata dal titolo dell’Huffington Post: “Neanche con i missili ATACMS Zelensky vincerà la guerra. I negoziati sono già in corso”.

La confidenza della Zelenskaya e l’incontro con Kissinger

Qualcosa è cambiato, come ha palesato il mesto viaggio di Zelensky a New York, del quale abbiamo scritto in una nota pregressa. Probabile che il compimento dei negoziati segnerà anche il destino di Zelensky, presidente di guerra che difficilmente resisterà alla fine delle ostilità.

Da questo punto di vista, la confidenza della moglie Elena Zelenskaya, che ha detto di non sapere se il marito si ricandiderà nel 2024, non sembra un passo falso quanto un segnale al mondo su una possibile exit strategy del marito, che a questo punto vuole salvare la pelle (rischia di subire la rabbia dei sopravvissuti alla macelleria e di finire sotto inchiesta a motivo della corruzione dilagante).

Probabile che di questo, e di altro molto più importante, il presidente ucraino abbia parlato anche con Henry Kissinger, che ha partecipato a una riunione riservata tra Zelensky e alcune figure di spicco della Finanza americana (gli avvoltoi reclamano la preda…).

La presenza di Kissinger alla riunione è attestata dalla CNN e non è stata certo marginale, dal momento che in quella sede Zelensky e il suo team si sono appartati con l’ex Segretario di Stato americano per una conversazione che Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente, ha definito “davvero profonda“.

La posizione di Kissinger sul conflitto ucraino è nota. Pur non essendo certo un pacifista (anzi), ha una visione più realista di altri e da tempo suggerisce di dare spazio alla diplomazia, suscitando l’ira funesta di Kiev e dei falchi.

Qualcosa è evidentemente cambiato, anche se tempi e modi con cui certe iniziative andranno a concretizzarsi restano incerti e probabilmente lunghi. Salvo imprevisti.

FONTE: https://www.piccolenote.it/mondo/dialogo-usa-russia-zelensky-da-kissinger



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