Le motivazioni della sentenza, emessa ormai due anni fa, non sono ancora state rese note, nonostante ne fosse prevista la pubblicazione per legge a 90 giorni dalla chiusura del processo. Nessuna interrogazione parlamentare, nessuna inchiesta è riuscita ad abbattere il «muro di gomma», come lo definisce il senatore Roberto Cotti, del ministero della Difesa e di quello degli Esteri sulle questioni militari. Eppure, i numeri sono chiari: 168 persone, tra pastori e militari, hanno contratto tumori ematoencefalici, morendo quasi tutte. Chi viveva e lavorava nei territori contaminati ha continuato a morire, nell’indifferenza dello Stato.
Dopo la fine del processo di Quirra, sulla vicenda è calato il sipario e il silenzio. Il documentario Terra a perdere risolleva questo velo, per far sì che non si dimentichi che la vicenda dei poligoni sardi ci riguarda tutti, molto da vicino. Le multinazionali, infatti, continuano ancora oggi a effettuare i test sui nuovi armamenti, ma su di essi continua a vigere il silenzio più totale. Nel frattempo, a gennaio 2024 si aprirà un nuovo processo per disastro ambientale colposo, il quale vedrà processati cinque generali al comando del poligono di Capo Teulada.
FONTE: https://www.lindipendente.online/2023/09/26/terre-a-perdere-il-documentario-sullimpatto-dei-poligoni-militari-in-sardegna/