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“Sta crollando tutto…”: cosa c’è dietro la telefonata rubata tra gli oligarchi russi


Di Andrea Muratore

Dopo le rivelazioni dei file rubati al Pentagono, che fotografano la tensione tra i poteri, nuove forme di dissenso dal Potere di Vladimir Putin emergerebbero dal leak di una telefonata tra due oligarchi che sarebbe avvenuta a gennaio. I magnati Nikolai Matushevsky, leader del conglomerato Realogic, e Roman Trotsenko, vicino allo zar di Rosneft e uomo guida dell’industria petrolifera russa Igor Sechin, avrebbero discusso di una tensione crescente nel Paese.

“Il potere è nelle mani di uno stronzo!”, avrebbe affermato tranchant Trotsenko, aggiungendo poi di voler mettere in cantiere l’evacuazione dei suoi famigliari dalla Russia. L’audio, tradotto dal Progetto “Sistema” per la trasparenza informativa in Russia e pubblicato sulla testata Current Time che appartiene al gruppo di Radio Free Europe finanziato dalla United States Agency for Global Media, continua poi con sinistre considerazioni.

Un audio sconvolgente

“Come può un paese vivere e svilupparsi dove l’unica ideologia è fare soldi e mantenere un gruppo di persone al potere?”, dice l’uomo identificato come Trotsenko rincarando la dose. “Moriranno a un certo punto e non lasceranno nulla dietro. Sarà solo un deserto bruciato”, gli farebbe eco Matushevsky. Il tono è concorde: “Sta crollando tutto” è la frase che ricorre più volte. Il timore dei due – infine – è che l’imminenza del voto politico porti Putin a serrare i confini del Paese per evitare una fuga di esponenti dell’élite.

Il Moscow Times riporta che non è il primo caso di audio del genere: “La fuga di notizie arriva un mese dopo che un’altra registrazione audio di una telefonata tra russi di alto profilo – che hanno anche negato la sua autenticità – ha scosso le élite russe. In esso, voci simili a quelle del produttore musicale Iosif Prigozhin e del miliardario Farhad Akhmedov hanno espresso rabbia nei confronti di Putin e dell’invasione dell’Ucraina”. La fronda nel cuore conteso dell’impero di Putin è silenziosa ma continua.

Diversi oligarchi indubbiamente temono le sanzioni occidentali, temono l’esclusione dai fiorenti mercati di Europa e Stati Uniti, sono delusi dalla fine di porti sicuri come il mondo finanziario britannico e “Londongrad” ma soprattutto temono che il clima di mobilitazione della guerra russo-ucraina travolga i loro affari interni, le loro fortune e la sicurezza personale propria e delle rispettive famiglie. Non c’è l’idea di una regia centrale, ma sicuramente molti big del business che si sono arricchiti o hanno ottenuto posizioni di vertice nell’era Putin avranno guardato con sgomento l’ondata di morti violente, “suicidi” e incidenti sospetti che ha colpito gli esponenti del sistema di potere nazionale.

La mano Usa dietro l’uscita dell’audio?

Dunque c’è da un lato una montante frustrazione, che a inizio guerra qualcuno come Roman Abramovich ha provato a tradurre in assertività diplomatica, e dall’altro un clima di tutti contro tutti. Non è difficile pensare che molti nell’élite russa pensino quanto emerso nel leak, ma non si può al tempo stesso non riportare il fatto che sia Trotsenko che Matushevsky abbiano seccamente smentito di essere le persone intercettate e, da esponenti di lungo corso del potere, siano da ritenere persone tutt’altro che naive. Dunque difficilmente capaci di abbandonarsi a sfoghi tanto duri, compresa la percezione che in futuro si arriverà a vedere “la gente ammazzarsi per le strade” in caso di crisi del regime putiniano ventilata da Trotsenko.

L’idea stessa che appare dalla conversazione di una Russia pronta a blindare le frontiere con tutto il resto del mondo tra il 2023 e il 2024 per l’approssimarsi delle elezioni e il timore di diserzioni interne difficilmente è sostenibile con la percepita volontà della Russia di non presentarsi come isolata alla componente non occidentale del mondo.

Ad ora – infine – mancano verifiche indipendenti dell’audio, che gli oligarchi accusano esser stato generato con l’intelligenza artificiale come una forma di deepfake. Current Time è una testata finanziata e controllata di fatto dal governo Usa e dalle sue strutture, dunque riferibile a quel campo che ha tutto l’interesse a mostrare una fragilità del potere di Mosca.

Manca una conferma indipendente

Tra le fonti interne al giornalismo indipendente russo, Meduza non riporta la notizia, il Moscow Times la cita, ma non procede oltre la semplice proposizione della stretta cronaca e l’International Business Time dichiara di non essere in grado di verificare indipendentemente la notizia. In Italia, su La Stampa il giornalista Jacopo Iacoboni afferma che fonti indipendenti hanno verificato la natura reale dell’audio ma non cita quali siano questi verificatori indipendenti. Non è possibile dunque mettere la mano sul fuoco sulla veridicità del leak, ma senz’altro si può ricondurre la fuoriuscita della conversazione della discordia a una politica di guerra psicologica.

L’Occidente mira a creare scompiglio nel cuore dell’impero russo, tra oligarchi e potere politico, analogamente a come la Russia ha usato il versante psicologico e l’arma della paura nella sfida energetica del 2023. Frammenti di un confronto a tutto campo avente l’Ucraina come campo di battaglia materiale, sullo sfondo, circondato da una guerra senza limiti. Ove dalla geopolitica si passa alla psicologia. Con la cara, vecchia propaganda, adattata ai tempi che corrono, sempre pronta a essere scatenata.

FONTE: https://it.insideover.com/politica/sta-crollando-tutto-un-caso-la-telefonata-rubata-tra-gli-oligarchi-russi.html



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