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INTERVISTIAMO AYANA SAMBUU


E’ noto il gran successo riscontrato al suo concerto tenutosi a Roma il 27 Luglio alla Sala Baldini, ci racconti le sue impressioni di questa sua esperienza artistico musicale.

Innanzitutto, grazie per la possibilità di raccontare del nostro evento “Le Arie d’Opera più belle di sempre.” Si, abbiamo avuto un riscontro meraviglioso da parte del pubblico, che ci ha accolto Molto calorosamente. Quindi abbiamo già qualche data per replicare e ci esibiremo nuovamente presso la Sala Baldini, della quale mi sono letteralmente innamorata; veramente bellissima e si colloca proprio nel cuore di Roma! La prossima data sarà il 21 Dicembre per “Il Concerto di Natale” e sicuramente saranno aggiunte altre arie d’opera molto amate dal pubblico.
E’ possibile prenotare il biglietto del prossimo concerto su: #newoperadimensionsromeitaly o pagina FB New Opera Dimensions Online Opera & Arts Magazine.



Io e Victoria ci siamo conosciute nel 2014 al Beyond Music Festival di Benasque in Spagna.
Abbiamo collaborato insieme per diverse produzioni operistiche come “La Cenerentola” di G. Rossini ed “L’ Elisir d’amore” di G. Donizetti, con cast ed orchestre sinfoniche internazionali; Gala Concerti ed altri eventi sotto la guida di importanti direttori d’orchestra italiani.
Insieme ci siamo esibite anche al Teatro di Villa Torlonia di Roma; al Teatro Accademico di Opera e Balletto della Mongolia; al Palazzo Chigi di Formello a Roma, al Concert Hall della Filarmonica dello Stato della Mongolia e al Palazzo Zaragoza di Benasque in Spagna.

Questa volta abbiamo presentato una raccolta delle arie più amate e conosciute dal pubblico, che va dal barocco al periodo più recente: Gluck, Haendel, Rossini, Meyerbeer, Donizetti e Bellini. Tra gli ospiti in sala, molte personalità diplomatiche venute dall’Asia, dalla Russia, dalla Francia, dall’ Ukraina, da New York e da Amsterdam. Ringrazio davvero tutte le persone che sono venute dall’ estero specialmente per ascoltare il nostro Duo e per trascorrere una serata in compagnia della grande musica. Ringrazio i partner che ci hanno aiutato a gestire il pubblico venuto dall’estero, tra cui: gli hotel and B&B che hanno accolto così bene i nostri ospiti, che sono rimasti davvero tutti molto felici.



In molti conoscono Ayana Sambuu come mezzosoprano di coloratura, ma siamo a conoscenza anche delle sue ottime capacità organizzative di eventi musicali; da cosa nasce questa capacità manageriale?

Il mondo in cui viviamo oggi ci porta ad avere un modo di lavorare in maniera molto competitivo sotto ogni aspetto e questo vale non solo nel mondo del lavoro. Le generazioni precedenti vivevano tempi nei quali i governi dei paesi sviluppati, ritenevano necessario ed importante rappresentare se stessi al massimo dei livelli professionali, non solo nello sviluppo industriale ma anche nell’arte, nella cultura, nel teatro e nello sport. Forse in qualche modo la stessa guerra fredda ha spinto i governi a finanziare, sviluppare e organizzare nel miglior modo tutto questo, per pura competizione e per i motivi politici, coinvolgendo gli artisti migliori in assoluto. Invece, io e i miei coetanei ormai apparteniamo alla generazione della cosiddetta “libertà”, dove purtroppo i valori della democrazia sono spesso percepiti in modo totalmente sbagliato. Oggi nel mondo della lirica non c’è più quella organizzazione di una volta, ma soprattutto non ci sono più i fondi economici di quell’epoca e nemmeno gli interessi politici, che dovrebbero esserci non dico per migliorare, ma per lo meno mantenere lo stesso livello e finanziare le maestranze coinvolte. Non esiste più un’organizzazione ben coordinata, ma tutto è sparso fra mille piccole e grandi agenzie, associazioni, che miracolosamente riescono fare qualcosa nonostante tutto. Quindi in questo mondo ai giorni d’oggi e tra il caos estremamente commercializzato, viene quasi naturale essere bravi anche come manager per se stessi, perché è molto importante saper innanzitutto vendersi, per poi riuscire a vendere uno spettacolo o un format.



La prima volta in cui è salita sul palcoscenico: quali furono le sensazioni davanti al pubblico?

In questo senso sono molto fortunata. Sono nata nella famiglia di un grande regista cinematografico. Mio nonno Tseveenii Zandraa fu il primo regista professionale della Mongolia, fu l’allievo dei grandi Eisenstein e Pudovkin. Introdusse i primi film musicali in Mongolia, molti film erano dedicati al Teatro d’Opera, all’ orchestra sinfonica, al balletto ed ovviamente e soprattutto ai cantanti lirici. I suoi film ebbero talmente un grande successo che fece innamorare il pubblico dell’opera lirica, dove i cantanti lirici presero vita proprio nei suoi film. Credo che il successo di tanti giovani cantanti lirici della Mongolia nel mondo di oggi, sia dovuto al fatto che fin da piccoli siamo stati avvolti della bellezza del mondo del canto lirico soprattutto grazie ai quei film di mio nonno.

Questo spirito, che lui riuscì a trasmettere ad intere generazioni, è stato anche per me un fattore molto spontaneo e abbastanza naturale nel salire in palcoscenico. Quando lui lavorava su alcuni suoi film e documentari, mi portava ovunque con sè fin dalla mia tenera età. Incontravamo molte persone importanti, conoscevo posti nuovi e mi faceva salire e scendere dai vari palchi per giocare. Perciò non ho avuto una sensazione di grande novità nel salire sul palco a cantare. Ero più concentrata sempre sul “contenuto” di quello che dovevo esibire. Quando sono salita sul palco come cantante avevo appena 18 anni per un talent show di livello nazionale in Mongolia. Ho avuto sempre la sensazione che il palco è il posto dove mi sento assolutamente bene e apposto con me stessa. Per mia grande sorpresa vinsi subito un premio speciale e un premio del pubblico, questo certamente mi ispirò moltissimo nel continuare con il canto, così decisi seguendo il consiglio del nonno, di prendere lezioni di canto lirico, e proprio lui, dopo quella volta della mia esibizione davanti al pubblico, mi portò dal mio primo maestro, Gongoryn Khaidav, il più importante tenore della Mongolia di quell’epoca.



Cosa consiglia ai giovani cantanti che desiderano intraprendere la carriera artistica?
Innanzitutto, capire se si vuole essere cantante per mestiere o per qualche altra ragione. Ovviamente gli studi musicali e professionali sono fondamentali, senza dei quali non si va sicuramente molto lontano, ma io credo sempre che ci deve essere anche un qualcosa che parte dal cuore oltre che dalla passione, che va al di sopra di qualsiasi studio per diventare un bravo artista e quindi un cantante professionista.

La cosa importante per un cantante è saper trasmettere emozioni vere. Bisogna poi ovviamente cercare di capire come perfezionarsi, seppur non sempre ci si riesce da soli. Ma con l’aiuto di professionisti si può arrivare a superare ostacoli importanti e determinanti per intraprendere il canto come professione. Per cui non bisogna vergognarsi dei propri sbagli, ma lavorarci sopra per non ripeterli, tutto ciò senza castigare la propria persona e facendosi seguire da insegnanti professionisti. Lavorare su se stessi e sui propri errori è parte del processo di perfezionamento.

Come dice il detto sbagliando si impara. Bisogna tener conto che non ci sono leggi precise nel mondo della lirica e della musica di oggi in generale, si deve cercare di essere “puri” non solo nel canto, ma anche nello spirito, questo forse fa parte della vera perfezione di ognuno di noi, che è davvero ciò che bisogna raggiungere e seguire come una legge ovunque noi ci troviamo. E come dico io sempre a mia figlia: “Chi fa i “compiti” bene a casa, sarà sempre più vicino al successo …
Credo che questo pensiero sia importante per un giovane che vuole intraprendere questa carriera artistica.



Nota delle differenze sostanziali nel lavorare all’estero rispetto l’Italia? Sappiamo che lei torna molto spesso nella sua terra di origine, ci racconti…  

Credo ogni luogo ha le proprie qualità di arte e cultura. In Italia purtroppo ci sono pochi spazi tra i media per il teatro e per l’opera. Mentre in altri paesi ci sono interi programmi televisivi e telegiornali dedicati al teatro e ai cantanti, che spaziano dalla musica classica all’opera lirica, questo ripetuto ogni giorno durante gli orari di maggiore ascolto. Così facendo si crea anche un marketing vero e proprio per l’intero settore.  Ci sono molti programmi esteri dedicati specialmente ai cantanti lirici. In Mongolia, ad esempio, essere un cantante lirico/a è quasi come essere un politico importante, perché le persone ascoltano quello che dicono i politici o quello che ascoltano dai cantanti e dalla musica in toto! D'altronde fa parte della nostra natura   ascoltare le parole che qualcuno trasmette al grande pubblico. Sicuramente le conseguenze del canto all’estero sono più piacevoli!
Quando senti la tua arte diffusa al mondo che viene apprezzata, riconosciuta e rispettata, vedi comprendere l’amore per quello che si fa, questo è molto bello e porta grande soddisfazione per una cantante.  

Io amo l’Italia, per me questa è la mia seconda casa, ma devo comunque ammettere che è molto difficile emergere ai giorni d’oggi per le varie problematiche politico sociali.  Vivo in Italia da anni con la mia famiglia mio marito e mia figlia e sono la mia ragione di vita, quando canto vedo nei loro occhi la felicità di sentirmi cantare e sento sempre di più, che questa è la mia vita e il posto a cui appartengo.

 
Quale ruolo le piacerebbe affrontare che ancora non ha debuttato?
Adalgisa dell’opera di Bellini. Mi piacerebbe cantare qualche ruolo di un’opera barocca, mi piace molto ad esempio Fiordiligi del Così fan tutte di Mozart.

 
Sogni nel cassetto?
Mi piacerebbe vedere in Mongolia ad esempio produzioni dell’Arena di Verona o del Teatro alla Scala di Milano e viceversa produzioni liriche della Mongolia qui in Italia in grandi teatri. Sarebbe uno scambio culturale pazzesco, di gran collaborazione tra i due paesi diversi, ma unici nelle loro individualità.


Nello stesso modo vorrei che il pubblico italiano scoprisse e cominciasse ad apprezzare anche i nostri grandi talenti portandoli qui in Italia ed Europa in generale. Vorrei che funzionasse il sistema dello scambio culturale fra i paesi esteri, non solo con la Mongolia, creando così maggiori possibilità di lavoro per un maggior numero di cantanti lirici che nascono oggi.


Vuole ringraziare qualcuno in particolare?
Si assolutamente ci tengo molto a ringraziare tutti che collaborano con me, soprattutto i membri della nostra Associazione Culturale New Opera Dimensions e le persone che hanno contribuito all’evento in diversi modi: Marco Desideri Elena, Orlandelli, Elena Marchenko, Anita Desideri, Lara Ferrara, Andrés Arce Maldonado e Medo Samy.

Special Guests: Elena Marchenko, Irina Shynkar ,Bayarsaikhan Maralgoo, Damdinsuren Oyu ,Basbish Nomulin, Sanjjav Bayasmaa, Rentsen Batsaikhan, Purevkhuu Enkhtungalag, Enkhtuya Dendev, Unurjargal Baayaa e M°Paul Gerimont.

I Media Patner:
@ItaliaMagazine
Agenzia Lirica World di Milano
OggiRoma
Notizie Lampo

Ringraziamenti anche ai partner:
GESAD supermarket Ardea (RM)
Ardea Filarmonica
Locanda del Fante B&B
Impero Vaticano Groups




Francesco Fornarelli



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