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“Lo sguardo dell’archeologo-Calvino mai visto” la mostra per il centenario dello scrittore

“Lo sguardo dell’archeologo-Calvino mai visto” la Mostra per il centenario dello scrittore
Fermata Spettacolo

Nell’ambito delle iniziative e degli eventi, in Italia ed all’estero, per celebrare i cento anni dalla nascita di Italo Calvino, nella Biblioteca nazionale centrale di Roma è stata inaugurata la mostra “Lo sguardo dell’archeologo-Calvino mai visto” dedicata ad uno dei più grandi e influenti “artisti della penna” della nostra tradizione, nonché un intellettuale impegnato politicamente e civilmente. che riesce ancora a parlare potentemente al cuore dei lettori di ogni età con i suoi capolavori di un’attualità davvero sorprendente.

Introdotta dal Direttore della Biblioteca, Stefano Campagnolo ed alla presenza della figlia dello scrittore, Giovanna, la mostra è un eccezionale percorso espositivo, a cura di Eleonora Cardinale, che pone al centro oggetti, documenti e libri dello scrittore mai visti, un Calvino inedito, appunto, che il visitatore per la prima volta può vedere attraverso numerosi materiali provenienti dalla biblioteca personale e dalle carte dell’autore, oggi conservate alla Nazionale di Roma, e dalle recenti acquisizioni della Biblioteca. Un modo per entrare nel laboratorio dello scrittore e conoscere come lavorava e leggeva, tra fogli di appunti, di schemi, stesure manoscritte in brutta e bella copia, dattiloscritte, e libri con tracce di lettura.

La mostra, patrocinata dal “Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Italo Calvino”, si articola in tutti gli spazi espositivi della Biblioteca, creando una narrazione organica e unitaria che coinvolge l’intero Istituto, dall’esterno all’interno.

Scritto originale di Italo Calvino

Il percorso inizia nella Sala Mostre e si struttura in sette sezioni, ognuna delle quali ruota intorno ad un oggetto proveniente dall’abitazione romana di Piazza di Campo Marzio 5: ogni oggetto della casa riveste un significato specifico, la sua presenza non è casuale. Proprio a partire dagli oggetti, in un gioco combinatorio come carte sparse su un tavolo, prende avvio il racconto delle sezioni.

La prima sezione si apre con l’album fotografico di famiglia: ricostruisce gli anni giovanili a Sanremo attraverso alcuni suoi libri scolastici con disegni e vignette, le pagelle di scuola, testi giovanili in prosa e in versi, una delle sue prime letture, il “Gordon Pym” di Poe della “Biblioteca romantica” con i famosi libri dai dorsi dorati, oltre al certificato di nascita e ad un ritratto giovanile a firma di Carlo Levi. Questa sezione traghetta Calvino da Sanremo a Torino: ci troviamo due cartucce sparate dalle camicie nere a San Giovanni nel 1945, il volume “Il sentiero dei nidi di ragno” con dedica ai genitori (“la prossima volta farò meglio”) e la recensione di Cesare Pavese, insieme ai libri di Stevenson e Conrad e al raro foglio «coscienza di classe» del 1948.

La terza sezione, aperta dalla litografia del Noble Cavalier di Alexander Calder, è incentrata sulla trilogia degli antenati, con testi e prime edizioni con dedica, insieme al saggio “Il midollo del leone” e alle “Fiabe italiane. La quarta ha come protagonisti i dischi di Cantacronache, progetto torinese degli anni Cinquanta che vede Calvino coinvolto nella scrittura di testi per canzoni. La quinta dispone sul tavolo i tarocchi adoperati dallo scrittore per “Il castello dei destini incrociati”: protagonisti sono gli anni parigini con esposte anche le opere donate con dedica alla futura moglie Esther Judith Singer, detta Chichita, appena conosciuta. Nella sesta le tessere di partito mostra, quale immagine degli anni Settanta, il testo inedito di carattere politico Il “sorpasso”, rifiutato dalla «New York Review of Books», insieme al manoscritto del racconto “La poubelle agréée”, il suo scritto «più impegnato».

Illustrazione di Sergio Tofano per “Marcovaldo”

L’ultima sezione, lo sguardo su Roma con la statuetta dell’osservatore, è dedicata a “Palomar” con materiale preparatorio e bozze di stampa, ma anche al suo intervento alla Fiera del Libro di Buenos Aires, ai suoi scritti su Gadda e alle “Lezioni americane. Questo primo percorso espositivo si conclude nella sala video dove è possibile vedere gli inediti filmini di famiglia degli anni sanremesi, con le bobine e il proiettore della Pathé Baby, significativa testimonianza della sua passione per il cinema, arricchita da una postazione multimediale.

La mostra continua all’interno del museo “Spazi900”: nello spazio Calvino sono esposti i libri degli altri, quelli inviatigli dai suoi amici scrittori e poeti con dedica, tra i quali Morante, Pasolini, Vittorini, Cortázar, Queneau, mentre nello spazio Carlo Levi si trova un suo ritratto sul cavalletto del pittore.

Dagli spazi esterni della Biblioteca si passa a quelli interni: il percorso prosegue lungo la galleria centrale quale trait d’union tra la Sala Mostre e la Sala Italo Calvino. La galleria ospita una stupenda sezione dedicata a “Marcovaldo ovvero Le stagioni in città” con le tavole originali delle illustrazioni di Sergio Tofano non pubblicate nel volume del 1963, insieme a ritratti fotografici dello scrittore. In questa galleria il visitatore è accompagnato da citazioni sulla biblioteca e sui libri tratte dai suoi testi, come la famosissima “un classico è un libro che non ha mai finito di dirci quel che ha da dire”( tratta da “Perché leggere i classici”). Ma la sorpresa finale è poter entrare nella sua casa, infatti la Sala Italo Calvino ricostruisce, con gli splendidi arredi originari, il salone-studio dell’abitazione romana di Campo Marzio.

Sala Italo Calvino

Sempre a Roma si terrà un grande convegno internazionale promosso congiuntamente dal Comitato Nazionale per le celebrazioni di Italo Calvino, dall’ Università La Sapienza (Facoltà di Lettere e Filosofia Dipartimento di Lettere e Culture moderne) e dal Laboratorio Calvino, in collaborazione con la Biblioteca  Nazionale Centrale. Durante le tre giornate previste l’opera dello scrittore verrà affrontata e discussa in una prospettiva interdisciplinare, grazie alla partecipazione di numerosi esperti di letteratura, appartenenti a diverse generazioni di scienziati, storici, antropologi, geografi studiosi di architettura e di arti visuali.

La mostra, ad ingresso gratuito, nel percorso espositivo degli spazi esterni della Biblioteca durerà fino al 26 gennaio 2024, mentre nella parte permanente degli spazi interni sarà sempre visitabile.

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