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Don Giovanni, il Circo Nero di Cristina Pezzoli

Don Giovanni, il Circo Nero di Cristina Pezzoli
Fermata Spettacolo

Al Teatro del Giglio di Lucca torna in scena il discusso Don Giovanni firmato Cristina Pezzoli, regia ripresa da Luca Orsini, sotto la direzione di Alessandro Cadario.

Il capolavoro mozartiano, nato dalla proficua collaborazione con Da Ponte, nella regia della scomparsa Pezzoli, andata in scena nel 2020 al Verdi di Pisa per poi essere bloccata dalla pandemia, prende i connotati di un Circo Nero, dove dall’ouverture, prendono la scena danzatori circensi interpretati dal Balletto di Toscana ispirati direttamente al Circus Peolple di August Sander su piatti sfondi monocromi che ne risaltano la siluette: movimenti sinuosi, ora diabolici, come la scena iniziale che strizza l’occhio un po’ a Loïe Fuller un po’ ad un conturbante e spaventoso Joker noir, ora giocosi  e felliniani, si intrecciano tra le pieghe dell’opera, finendo per diventare protagonisti, in dialoghi anche interessanti, ma per lo più disturbanti. Capita allora che creino personaggi altrimenti solo immaginati, eviscerando i moti più intimi e profondi dell’animo, ma risultando caotici. Il Circo, da minimalista nel primo atto, prende corpo e vigore nel secondo atto, mostrando improvvisamente un improbabile sacco da box, per procedere verso immagini blasfeme come croci su cui si consuma un’ultima cena gravida di sangue e priva di pentimento. D’effetto le fiamme dell’inferno che ardono la croce e avvolgono il nero protagonista trascinandolo come ben sappiano negli Inferi.

Foto Alcide, Lucca

Ma ciò che desta più clamore sono le incursioni sperimentali contemporanee, nate direttamente dalla mente della regista e non certo dall’estro mozartiano: e se gli effetti fonici come grilli notturni o brusii di temporale possono fondersi in modo quasi naturale alla tessitura mozartiana, ridando tridimensionalità all’ambiente scenico, ben altra cosa è la musica elettronica, che decisamente mal si amalgama alla settecentesca seppur innovativa partitura. Ritagliandosi spazio tra i recitativi, sembrano voler eliminare nel pubblico quel tedio naturale che può nascere dai quasi quaranta minuti di recitativi secchi, e sembrano ben riuscirci, visto il destarsi di scatto di numerose menti sopite e gli applausi finali.

Foto Alcide, Lucca

Non convince completamente il cast, dove delude soprattutto il Leporello di Nicola Ziccardi, anima poco energica del dramma giocoso, che cade decisamente nella scelta registica di trasformare un recitativo in voce microfonata alla Fantozzi, dalla resa di dubbio gusto. Meglio sia vocalmente che attorialmente il Don Giovanni di Daniele Antonangeli, libertino senza scrupoli. Poco convincente anche la Donna Anna di Sonia Ciani e la frivola Zerlina di Federica Livi, fin troppo caratterizzata, con abiti/stracci zingareschi alla Joseph Koudelka fuori tono (costumi di Giacomo Andrico). Bel timbro per la Donna Elvira di Francesca Cucuzza, che deve però levigare gli acuti. Buona prova per il Commendatore di Paolo Pecchioli, dalla voce possente e austera. Precisi ma non brillanti Don Ottavio e Masetto, rispettivamente Massimo Frigato e Italo Proferisce.

Buona prova per il Coro Arché preparato da Marco Bargagna, e per l’Orchestra Arché, sotto la sicura direzione di Alessandro Cadario.

Calorosa la risposta del nutrito pubblico.

Don Giovanni, il Circo Nero di Cristina Pezzoli
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