Get Even More Visitors To Your Blog, Upgrade To A Business Listing >>

Il ritorno di Keith Haring a Pisa, oltre 170 opere a Palazzo Blu

Il ritorno di Keith Haring a Pisa, oltre 170 opere a Palazzo Blu
Fermata Spettacolo

“Keith is back”. La città di Pisa rende omaggio all’artista Keith Haring con una mostra a lui dedicata a Palazzo Blu, visibile al pubblico fino al prossimo 18 aprile. Ma anche le strade del centro raccontano la sua storia, ad iniziare da un totem in piazza Vittorio Emanuele e dai tanti segnali colorati lungo Corso Italia per terra, ma anche in alto, come se fossero delle insegne pop. Un percorso ideale, che testimonia il forte legame di Keith Haring con Pisa, nell’estate del 1989, per realizzare il famoso murale Tuttomondo sulla parete esterna del convento di Sant’Antonio. E proprio alla mostra una sezione è dedicata a quei giorni, a partire dall’amicizia, nata per caso a New York, con Piergiorgio Castellani, il quale portò Haring in Italia e lo coinvolse in questo straordinario progetto artistico. La mostra dunque, celebra Keith Haring, uno dei più importanti padri della Street e Pop Art.

Nei locali di Palazzo Blu sono esposte, per la prima volta in Europa, oltre 170 opere provenienti dalla Nakamura Keith Collection, la collezione personale di Kazuo Nakamura, che si trova nel museo dedicato all’artista, in Giappone.

L’esposizione è allestita in ordine cronologico suddiviso in nove sezioni: Principio, Oltre i limiti, Le storie, Haring a Pisa, Messaggio e Musica, Simboli e icone, Distopia rivelata, Energia primordiale, e La fine dell’inizio. È un vero e proprio viaggio nella sua arte – che ha inizio con i colori fluorescenti delle sue opere – ma prima di tutto nella sua vita, nel suo carattere introverso ma dall’animo sensibile; veniamo a conoscenza di un artista impegnato nel sociale e nella lotta contro il razzismo, la povertà e l’Aids da cui era affetto, sempre schierato a favore dei diritti della comunità Lgbt e della salvaguardia dell’ambiente. Fin dall’inizio della sua carriera Haring trova il modo di fondere ciò che è inequivocabilmente riconosciuto come arte con la vita di tutti i giorni.

© Palazzo Blu

Il percorso prosegue con i suoi primi lavori: tante serie complete quali Apocalypse (1988), Flowers (1990) e poi disegni, sculture e grandi opere su tela come Untitled (1985), qui l’artista preferisce lasciare al pubblico l’interpretazione dell’opera, poiché ritiene che la realtà dell’arte inizi con lo sguardo di chi osserva e attraverso l’immaginazione, l’invenzione e il confronto.

Tra i suoi lavori più noti e apprezzati – soggetti realizzati in metropolitana – ricordiamo Subway Drawings, creati per essere ammirati da chiunque, senza barriere conoscitive; “L’arte è per tutti”, deve essere fruibile tramite disegni di gesso bianco su carta nera incollati sui manifesti pubblicitari delle stazioni metropolitane di New York, che ora diventano il suo atelier e la sua esposizione permanente.

La “Fine dell’inizio” chiude la mostra con le immagini che meglio raffigurano il linguaggio iconico di Haring: piramidi, dischi volanti, cani, serpenti e bambini che si mescolano a figure erranti ed extraterrestri. Nel 1990, poco prima di morire, Haring pubblica la sua ultima edizione su carta, The Blueprint Drawings. “Questi 17 disegni sono nati in poche settimane fra dicembre 1980 e gennaio 1981. Gli originali li ho realizzati su pergamena con inchiostro Sumi perché avevo intenzione di riprodurre tutti i disegni in cianografia. Li portavo regolarmente al cianografo locale, dove mi divertivo a cercare di spiegarne il contenuto agli addetti ai macchinari. Nel giro di qualche settimana, in negozio, tutti avevano grande familiarità con i miei disegni. (…) Quelle stampe sono una perfetta capsula del tempo dei miei inizi a New York City», Keith Haring New York City 4 gennaio 1990.

© Palazzo Blu

Con il soggetto del bambino, l’artista statunitense individua il mezzo più efficace per assicurarsi l’immortalità. Due giorni prima di morire, troppo debole anche per parlare, prende un pennarello e tenta ripetutamente di disegnare qualcosa, poi finalmente ci riesce: è il bambino radiante. Un neonato che sprigiona raggi di potere ricevuti dall’universo, che possiede un’energia infinita e che gattona incessantemente, senza mai fermarsi, sfidando ogni pericolo. Dopo la sua morte, nel corso degli anni Novanta fino ai giorni nostri, questa immagine iconica continua a trasmettere il suo eterno messaggio di gioia.

La mostra “Keith Haring” è stata realizzata dalla Fondazione Pisa in collaborazione con MondoMostre e con la partecipazione della Nakamura Keith Haring Collection, a cura di Kaoru Yanase, Chief Curator della Nakamura Keith Haring Collection.

Il ritorno di Keith Haring a Pisa, oltre 170 opere a Palazzo Blu
Fermata Spettacolo



This post first appeared on Fermata Spettacolo - Web Magazine Di Recensioni E, please read the originial post: here

Share the post

Il ritorno di Keith Haring a Pisa, oltre 170 opere a Palazzo Blu

×

Subscribe to Fermata Spettacolo - Web Magazine Di Recensioni E

Get updates delivered right to your inbox!

Thank you for your subscription

×