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L’Amore di Pippo Delbono si tinge di saudade

L’Amore di Pippo Delbono si tinge di saudade
Fermata Spettacolo

C’è tutto il mal de vivre di Pippo Delbono nella sua ultima creazione ”Amore”, tanto amaro,
quanto tormentato e malinconico, come il canto del fado, pervade lo spettacolo e ne propaga lo spirito. Poetico, struggente, nostalgico. Come sintetizzare il più alto sentimento, quello dell’amore, con un canto che non si canta, ma semplicemente accade. Il fado, come ricordava Amália Rodrigues “è un avvenimento, il fado si sente, non si comprende né si spiega”.

Uno spettacolo che è viaggio tra canti, poesie, racconti e passioni, dal Portogallo, ad Antigua, al Messico. Vita e morte, come presenza e assenza, abitano una scena neutra, scura come la notte, dai fondali rosso sangue, simbolo pulsante della vita. Voce, chitarra, movimenti che acquistano la cadenza della cerimonia, di un rituale che è allo stesso tempo inno alla vita e alla mancanza. Come l’albero secco spoglio sulla scena, (richiamo all’albero del film ​​Sacrificio di Andreij Tarkovskij) o la sabbia che scivola via dal sacco, o la delicata assenza sulla scena di Bobò, la sensazione di vuoto avvolge l’intera performance corale.

Amore foto di Luca Del Pia

L’amore di Delbono ha il sapore beffardo del destino, di un addio per chi è partito, e per chi resta, la saudade nel cuore, un groviglio in gola, e un coltello piantato nel petto. La poetica è arte sacra, e come tale Pippo Delbono ne ha rappresentato la sacralità, il lirismo, come in un tableau vivant. La sua calda cadenza vocale fuori scena avvolge gli spettatori alla ricerca dei vari segni dell’amore tra le parole di Carlos Drummond De Andrade, Eugénio De Andrade, Daniel Damásio Ascensão Filipe, Sophia de Mello Breyner Andresen, Jacques Prévert, Rainer Maria Rilke e Florbela Espanca.

Amore inteso non solo come sentimento, ma come stato dell’anima. La paura di amare durante il cammino dello spettacolo placandosi riconduce verso un senso di pace finale, un
abbandono/morte/rinascita ai piedi dell’albero tornato in vita.

Suggestive le luci che illuminano, tra sfumature e tagli, il buon cast variegato di artisti. Pippo Delbono con una regia minimal, l’incedere lento, doloroso e straziante, cuce in scena ancora una volta le ferite sanguinose della vita e la loro inesorabile angoscia.

L’Amore di Pippo Delbono si tinge di saudade
Fermata Spettacolo



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