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“Pare che dorme…”: il libro ironico e divertente su Spelacchio

“Pare che dorme…”: il libro ironico e divertente su Spelacchio
Fermata Spettacolo

“Ci sono cose che si possono comprare, per tutto il resto c’è Spelacchio!”

Spelacchio è molto più che un albero, è l’abete più sfigato di Roma, il più deriso e proprio per questo anche il più amato, tanto che Easterino Alive (misterioso nickname) gli ha dedicato un intero libro. “Pare che dorme…”, edito da dei Merangoli Editrice.

Partiamo dal titolo, già di per sé ironico: tre parole e tre puntini di sospensione. S’ispira ad uno dei tanti bigliettini lasciato ai piedi dell’abete e rappresenta l’ormai storica vena satirica e irriverente dei romani, che scherzano richiamando i loro antenati. Spelacchio è un Pasquino moderno, il pubblico romano gli rende omaggio come fosse l’ottavo re di Roma che cinto d’alloro – non sulla sommità, ma ai piedi – languido e mesto “Pare che dorme”.

Nel testo Spelacchio, come Pasquino, parla in prima persona, illustrando e raccontando i bigliettini, i disegni e i pensieri che gli sono stati affidati, in rima o in prosa, in italiano, in romanesco e in tutte le lingue del mondo. C’è gente venuta dall’Argentina per porgergli un saluto. È una vera e propria raccolta di frasi già famose e riadattate per l’occasione o del tutto nuove. Ed è divertente, di una comicità ironica e a volte molto sottile. Le frasi sono anche accompagnate da una fotografia. Alcuni messaggi sono sentimentali: “Caro Spelacchio fai tanta tenerezza così poco vestito con questo freddo” o “Mi dispiace per i tuoi pochi capelli”. Altri sono più materialisti: “Spelacchio c’hai più palle te de tutto Montecitorio”. Altri ancora pungenti: “Spelacchio orgoglio capitolino!!”. Poi ci sono i tenerissimi disegni dei bambini e le poesie in dialetto romanesco.

Il testo si compone di tre capitoli: “Sympathy for Spelacchio” che raccoglie foto dei biglietti e dei messaggi lasciati a Spelacchio nel periodo natalizio; “Spelacchio’s Social”, con le istantanee dei post social su Spelacchio e “My Spelacchio”, con le foto di altri Spelacchi in giro per il mondo.

Ormai Spelacchio è un Vip e un fenomeno social e di costume, tanti i dibattiti intorno alla sua “sfoltita” chioma. E chi l’ha definito come “l’albero di Natale più brutto al mondo” dovrà rivedere la sue posizioni: “Inutile raccontà de tutte e chiacchiere / co’ e quali m’hanno rintronato / perché tra foto e fojetti / alla fine posso dì / d’esse stato n’abete fortunato”.

E il libro si chiude con uno Spelacchionari e al di là del retrogusto amaro e della presa in giro, diventa specchio di una società dove l’informazione è ormai virale e dove nessun dettaglio sfugge, neanche a chi “Pare che dorme”.

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