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La pentola d’oro è Aulularia di Plauto in scena al Teatro Arcobaleno

La Pentola d’oro è Aulularia di Plauto in scena al Teatro Arcobaleno
Fermata Spettacolo

Il prologo ci introduce alla vicenda quando il Lare domestico, e in questa rappresentazione è la TV, il vero protettore del focolare domestico ai nostri giorni, e al suo cospetto un guardiano rinviene in un capanno il libro con Aulularia appunto e ce lo legge. Nel suo sogno i personaggi si fanno scena. Via i teli bianchi e tutto si fa allestimento e sul palco, Tienichiuso ha scoperto una pentola che contiene le ricchezze messe al sicuro in essa ad suo nonno e nell’intento di non svelare della stessa a nessuno, vive nella continua ossessione che gli venga sottratta.

La trama attingendo allo scibile della commedia dell’arte e al testo nei secoli più volte riadattato sin dalla commedia greca aristofanesca a quella plautina di Roma, al Molière e al suo lavoro, il cui Avaro da essa trae ispirazione, sino al veneto Goldoni, e al contemporaneo Pingitore, porta al riadattamento che il grande regista Vincenzo Zingaro fedele al suo intento di contestualizzare all’odierna realtà ciò che antico è, ma nei contenuti non lo sarà mai.

In una sorta di favola, una messa in scena coinvolgente e avvolgente quasi un’arena al centro della quale campeggia una statua ora gesso, ora persona, una sorta di guardiano del faro, una spia agli occhi del protagonista, ma talora davvero lo è, coadiuvata da costumi roboanti ma davvero di immediato impatto visivo e scenico diretto al fine ultimo che è la risata. Tutti spolverini per intenderci dalla policromia accattivante a firma la prima dello stesso regista e gli ultimi di Emiliana di Rubbo. Ma anche le luci di Giovanna Venzi, sono curate nei colori e le ampiezze perché tutto sia gioia e allegria.

Frizzi, lazzi, volteggi acrobatici, balletti, saltelli e siamo in parte quando il segreto da plautina scrittura è affidato alla vecchietta, con versetti, zoppicchii e caricature di altissima abilità interpretate da Laura De Angelis. A questa è dato il compito di non svelare cosa ci sia nella pentola,né cosa sia l’amore tra il giovane servo del vicino e la figlia del padrone. In effetti costei bravissima Annalena Lombardi è già incinta. Ma è proprio il vicino di casa, vecchio e benestante a chiedere la figlia in sposa. Io ogni incontro è il sospetto che la pentola d’oro sia il deterrente all’interesse. Vero o non vero, tutto gira intorno a questo oggetto.

Ora viene rubata, più tardi ritrovata dai cinque atti che furono di Plauto ai due del Teatro Arcobaleno creano il trionfo degli attori, talora multiruolo, Ugo Cardinali, Rocco Militano, Fabrizio Passerini e Piero Sarpa, vuoi nelle interpretazioni, vuoi nelle baldanze che la vivace lungimiranza registica ha creato fino al giusto monito sull’avarizia “Nec noctu nec diu quietus umquam eram…” (“Né di notte né di giorno mai ero sereno…”), di etica moralità, moderna e senza tempo, visto che l’autore cui attinge, Plauto appunto, benché immortale non c’è più da qualche secolo. Proprio perchè il gioco sui difetti fa del carattere l’aspetto senza legge.

La pentola d’oro è Aulularia di Plauto in scena al Teatro Arcobaleno
Fermata Spettacolo



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