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“La fiaba d’inverno” è una storia anche per grandi…ce la racconta Silvia Faccini, la regista

“La Fiaba d’inverno” è una storia anche per grandi…ce la Racconta Silvia Faccini, la regista
Fermata Spettacolo

Chi ha detto che le fiabe sono state scritte solo per i bambini? “La fiaba d’inverno“, in scena al teatro Olympia di Roma, dimostra tutt’altro! Questa è assolutamente una fiaba moderna ma anche antica, oserei dire un po’eterna…che insegna a guardare in alto dove abitano le stelle e a credere fermamente nei sogni, perché alla fine il Bene sconfigge sempre il Male, e ci fa capire che i piccoli hanno davvero molto da insegnare ai grandi. Il testo è ben costruito e ben recitato, con momenti di intensità ma anche di tenerezza, dove i duelli corpo a corpo si alternano ai teneri abbracci, dove la luce vince il buio e il tepore primaverile prende il posto del freddo di gennaio.  Ne parliamo insieme alla regista, Silvia Faccini, che è anche una degli interpreti dello spettacolo.

Come nasce la Gilda dei Guitti?

La Gilda dei Guitti nasce dal bisogno di avere una famiglia. Non fraintendermi… io ne ho una alle spalle splendida, grazie alla quale sono diventata chi sono. Loro sono i miei sostenitori numero uno! La mia Ohana… Ma avevo bisogno di compagni. Nel 2009 allora arriva uno degli incontri più importanti della mia vita: Etoile, un’associazione culturale teatrale di Reggio Emilia che mi ha mostrato cosa voglia dire fare Arte grazie all’unione di più menti e di più personalità. E con una interazione familiare e non di superficialità lavorativa. Decido quel giorno, durante un festival organizzato da loro a Castel Nuovo Monti, che un giorno anch’io avrei avuto la mia Etoile romana. Ho dovuto aspettare un po’, però… Nel 2014 incontro il primo Guitto: Gianni Pasquali. Mi chiede se m’interesserebbe fare la regia di “Rumori fuori scena” per lui e altri suoi amici. Accetto. E da li la pallina viene messa sul pendio e non si è più fermata: a Giugno dello stesso anno nasce ufficialmente “La Gilda dei Guitti”, dopo un’esperienza che ci ha distrutto letteralmente le ossa. Uno spettacolo ambizioso, forse troppo. Una scenografia troppo pesante. Un teatro troppo grande da riempire. Spese, spese, spese.. troppe.Tutto troppo. Eppure.. c’erano loro. Li è nato l’amore. Sul nostro sito abbiamo ritenuto importante dire questo nella sezione “Chi siamo”:

In un periodo di attività culturale frenetica noi come compagnia riteniamo importante essere e non apparire. Salire su un palco comporta delle responsabilità, nei confronti del palco stesso, dello spettacolo che si presenta, ma soprattutto del pubblico. Mi hanno insegnato che la soddisfazione dell’attore sta nel come il pubblico entra ed esce da uno spettacolo: se torna a casa senza che nulla in lui sia cambiato, quello spettacolo non ha ragione di esistere e l’attore ha fallito la sua missione. Perché di missione si parla: l’attore è colui che dona emozione. Quindi è necessario studiare cosa vuol dire emozionarsi ed emozionare. Perché non si può imbrogliare sul palco. Ci sono delle responsabilità e questo ritengo dovrebbe essere l’unico scopo di un attore.

Per concludere con te voglio aggiungere: la Gilda nasce per avere una famiglia di altri folli che vogliono piangere e ridere con me di rabbia e di gioia e altrettanto vogliono far fare a chi li guarda.

Gianni Pasquali, Fulvio Pannesi e Silvia Faccini foto di Giuseppe Cardillo

Chi è il Guitto e quali doti e caratteristiche deve possedere chi vuole diventarlo?

Conosci il famoso manga “One Piece”? La storia segue le avventure di un ragazzo, Monkey D. Rufy, che raccogliendo attorno a sé una ciurma, esplora la Rotta Maggiore in cerca del leggendario tesoro One Piece e inseguendo il sogno di diventare il nuovo Re dei pirati. Ora.. prima di perdermi e andar fuori tema ti spiego perché ti ho citato One Piece in merito ai Guitti. Rufy sceglie i personaggi della sua ciurma in base a poche e semplici caratteriste: questi devono avere un sogno per il quale valga la pena vivere o morire e una volontà d’acciaio come grande strumento per realizzarlo. Gianni sogna di realizzare la fabbrica di cioccolato di Willy Wonka. Ma non lo spettacolo. Proprio la fabbrica. Con due bambini, una moglie e una vita passata a correre tra lavoro, teatro e allenamenti Spartan. Sansa sogna di creare dei costumi degni della serie “Downtown Abbey”. Con due bambini, un marito e una vita passata a correre tra lavori vari, scuole, baby sitter, magazzini, mercatini e a seguire il marito negli allenamenti Spartan. Giulia sogna di costruire tutte le scenografie e macchine che andranno ad animare la Fabbrica di Cioccolato di Gianni. Da sola. Con una “Fagiolino” sulla schiena, un batterista per mano e l’intera clientela di un grande centro commerciale da soddisfare. Federico sogna di essere tutti gli Oompa Loompa insieme, solo vestiti di paillettes e lustrini alla Lady Gaga. Alta moda glam. Per pochi. Ovviamente mentre corre da una parte all’altra di Roma perchè deve: ritirare il permesso SIAE 10 minuti prima che chiuda, poi andare a prendere il rollUp a Tivoli, poi correre alla scuola di Ottaviano per portare una scenografia, poi arrivare a Passoscuro per la sagra della Tellina per aiutare.. tutto questo curando i suoi pappagallini. Alessio sogna che i Guitti trasformino la sua magione in una comune che farebbe invidia alla Fabbrica di Cioccolato. O di cacciarci via tutti. Dipende dai giorni. Ovviamente lo sogna mentre aggiusta millanta caldaie e vola in 15 minuti di scooter da Boccea alla scuola di Ottaviano per consegnare della scenografia. Ecco. Questo è un Guitto. Sono una nerd megalomane, lo so. Ma chi mi segue non è da meno…(sorride)

Peter e Muntro foto di Giuseppe Cardillo

Vi definite “artigiani dell’arte”, puoi spiegarci in che senso?

Per rispondere a questa domanda dovrei farti vedere il lavoro che svolgono i Guitti nel dietro le quinte.. Molto semplicemente quando dico “artigiani dell’arte” vado a giocare un po’ con le parole. Un artigiano è un uomo che crea dal niente una sua idea, donandole il suo tempo, la sua energia, i suoi averi.. noi fattivamente facciamo questo per tutto ciò che riguarda lo spettacolo: dentro e fuori. Si potrebbe dire: “ Beh, lo fanno un po’ tutte le compagnie!” Ed io rispondo: “E meno male!”Non c’è’ infatti un altro modo per essere una compagnia teatrale secondo me.. A me lo ha insegnato ancor prima di Etoile, la Rive Gauce, compagnia teatrale romana che vede le mie radici. Nello specifico poi il MyDirector  Enzo Ardone, che mi ha dato i natali teatrali. Il primo vero Artigiano dell’Arte che ho conosciuto a 19 anni. A cui devo moltissimo.

Veniamo a “La fiaba d’inverno”…. a chi ti sei ispirata per il testo ed i personaggi?

Ecco.. questa è una domanda complessa. Diciamo che se vogliamo essere davvero sinceri la vera risposta a questa domanda non me la sento di esternarla. E’ decisamente troppo intima ed anche un po’ dolorosa. Alcune cose però posso dirtele, dai.. Posso dirti che è stato il primo vero testo Gilda nato da un’esigenza di condivisione. E’ stato ispirato dal film “ Winter’s Tale”, visto una sera di Dicembre (te l’ho detto che la mia vita è un film?) ed è rimasto dentro di me… Volevo portarlo in teatro ed emozionarmi creando una regia che desse un messaggio retorico e scontato quanto vero: l’Amore salva. E vince. Punto. C’è qualcosa di più banale? Eppure… Non è stato semplice scriverlo.. ero bloccata all’inizio. Mi mancava qualcosa, non volevo fare del copione una copia teatrale del film… Li è arrivata la lettura di un post su facebook. Si chiama “Vero Amore”. Autore: Fulvio Pannese. E’ stato uno schiaffo in faccia. Va’ a leggerlo e capirai perchè… Ho chiesto a Fulvio di aiutarmi a scrivere questo famoso copione dopo aver letto quel che la sua mente riusciva a partorire, ma ancora non sapevo che a “Vero Amore” sarebbe succeduto un reale colpo di fulmine: solo dopo la lettura di “Cielo Stellato” ho capito che avevo trovato l’Artigiano dell’Arte che scriveva di visioni e che mi avrebbe aiutata a forgiare i miei sogni. Così, da una chiacchierata a due è nato il Prologo che ci vede insieme. Da li “La Fiaba”. I personaggi sono stati figli di tutto questo, diciamo un bellissimo parto naturale. Doveva essere una fiaba, quindi la struttura doveva essere classica. Volevamo un Eroe ed un’ Eroina. Il vero Cattivo. Perché doveva esserci vera luce ed ombra. E via di seguito… ogni elemento doveva contribuire a creare il mondo perfetto che permettesse l’arrivo del nostro “banale” messaggio.

Peter ed Elèna foto di Giuseppe Cardillo

Come mai è strutturato su due piani temporali, forse a significare che è una storia senza tempo?

A questa domanda hai risposto già tu!

I costumi sono bellissimi, chi li ha disegnati?

I costumi sono opera della bravissima Silvia Costantini in Fiaba la vostra Elèna, in Gilda la nostra Sansa. Ogni Guitto ha un compito specifico, Sansa è la nostra attenta costumista e direttrice di scena. Per altro visto che sono molto contenta ti siano piaciuti, ti dirò che per “Fiaba 2.0″ ci saranno delle novità anche a livello costumistico… la nostra Sansa si sta scatenando!

Ad un ascolto attento, anche le musiche che fanno da sottofondo non sono da meno, sono originali?

Le musiche purtroppo non sono originali.Ho ripreso molto dagli AudioMachine e da gruppi che creano musica steampunk, oltre ovviamente allo Zimmer stesso. Vorremmo però cambiarle per avere un’originalità anche nella colonna sonora. Così come in “Canto di Natale” infatti abbiamo il genio compositivo di Gabriele Vendittelli, “Fiaba 2.0″ avrà un supporto musicale creato appositamente per lei. Stiamo, però, ancora valutando a chi affidare il progetto.

Tra il pubblico ho notato molti bambini, ma mi pare che questa sia una fiaba scritta anche per i grandi?

Beh… tu ti sei emozionata, giusto? Ti sei chiesta perché? I bambini aspettano il momento in cui potranno esultare con Peter per la sconfitta di Muntro. Le bambine vogliono essere Elèna. A loro piacciono le magie delle ombre e non si meravigliano di nulla: ci credono. Per loro è reale. Facile. Noi grandi invece siamo un po’ più difficili… In noi però spesso c’è un’esigenza a cui non sappiamo dare un nome e che vorremmo reprimere con tutte le nostre forze… e allora quale momento migliore del buio di una sala per tirarla fuori senza che nessuno possa guardarci? “La fiaba d’inverno” è soprattutto per noi grandi.

Silvia Costantini (Eléna) foto di Giuseppe Cardillo

La tua storia ci incoraggia a credere nei sogni, è un facile ottimismo o credi che ciò sia ancora possibile, nonostante le difficoltà del nostro tempo?

Ti faccio rispondere dalle parole che Peter dice a Kate “ se sapeste un minimo di quanto ho vissuto la parola Assurdità scomparirebbe immediatamente dal vostro vocabolario”. Tu sostituisci la parola assurdità con ottimismo. Non credo di essere un’ottimista. Qualcuno pensa che io sia Polly Anna. Forse, un tempo… Da sempre però ho creduto in una frase: “Se puoi sognarlo, puoi farlo”. Che altro dirti? Io sono un’ingenua sognatrice spiantata che crede davvero che se lotti per ciò in cui credi vincerai. Credo davvero che l’Amore vinca su tutto. Non sono però una cretina. La vita con me non è stata mai rosa. Io poi odio il rosa. (Ma tu, Rosa, non avermene.. il tuo è un bellissimo nome) Sono cresciuta con alcuni ideali, il primo in assoluto è che la vita mi avrebbe dato tanto. Alla fine ho capito che non mi avrebbe dato nulla se io non avessi lottato per ottenerlo quel tanto. Come Peter. Quindi tutto in Fiaba doveva contribuire al “… e vissero nel vero: per sempre felice e contenti”, perché è necessario ogni tanto tornare a ricordarsi che un lieto fine può esistere. Se lo si vuole, ovvio. E allora si, io credo nei sogni.. anche se questa nostra società ci invita ad essere più concreti e a centrare la nostra esistenza sul credere in noi stessi per vincereMa… “se siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”, non pensi che non crederci sarebbe, infine, un non credere in noi stessi?

Prossimi progetti?

Diciamo che qualcuno ci ha chiesto “ Ma che cos’è la Gilda dei Ladri?”.. quindi, forse arriverà un “Prima della Fiaba”… chissà? Quasi certamente, però, nella primavera prossima approderemo nel Paese della Meraviglie con un Alice un po’ insolita.. decisamente Guitta!

(foto di Giuseppe Cardillo)

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