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Serena Autieri in “Diana & Lady D.”: la favola della Principessa a Napoli

Serena Autieri in “Diana & Lady D.”: la favola della Principessa a Napoli
Fermata Spettacolo

Si è conclusa domenica 12 marzo al Teatro Augusteo la tappa napoletana durata 9 giorni di grandissimo successo di pubblico dello spettacolo “Diana & Lady D.” il musical firmato da Vincenzo Incenzo, un “one woman show” interpretato magistralmente da Serena Autieri, perfetta nel ruolo certo non facile di una delle icone planetarie come quella della Principessa del Galles.

Vederla elegantissima in un abito nero da gran sera e diadema, alla fine di uno spettacolo davvero strepitoso, salutare con il tipico gesto della mano tipico delle donne di casa Windsor e con le lacrime agli occhi il pubblico in sala scatena emozioni indescrivibili.

Sarà la sua innata eleganza, sarà la sua bellezza, i capelli chiari che la fanno assomigliare a Diana, sarà la bravura dello scrittore e regista dello spettacolo e di tutti i grandi nomi che ne fanno parte, come il Premio Oscar Gianni Quaranta (scenografia), A.J. Wissbard (lithing designer) Bill Goodson per le coreografie, Silvia Frattolillo per i costumi, Maurizio Metalli per la musica, e Fioretta Mari, coach acting dell’attrice, ma non si può restare non emozionati di fronte a tanta bellezza.

Lo spettacolo si basa sull’idea di mettere in scena la vita di Diana attraverso le sue due anime, Diana e Lady D. appunto, cosi diverse tra loro che si contrastano per tutta la sua breve vita, che si scontrano, litigano, si incontrano e si prendono per mano, alla fine, in una sorta di riconciliazione per andare poi incontro alla morte avvenuta come sappiamo venti anni fa circa, il 31 agosto del 1997 a Parigi.

L’Intenzione del regista/scrittore come quella dell’attrice stessa è quella  di far venire fuori la parte privata di Diana, rappresentando, in una scenografia molto insolita che anziché svilupparsi in orizzontale come solitamente accade, si sviluppa in verticale, e per questo impegna la Autieri in un maggiore impegno, anche fisico, visto che per quasi due ore entra ed esce dalla scena, sale e scende le scale, in più riprese, cambiandosi abito in pochissimi minuti, e spesso anche in scena (controluce) come una sorta di  Arturo Brachetti al femminile.

Serena Autieri riesce a interpretare in un modo davvero emozionante una donna coraggiosa anticonformista, ma anche fortemente provata sia dalla sua infanzia da traumi familiari e da pressioni psicologiche e da dolori subiti a causa del suo rapporto con la Regina, Carlo, Camilla e tante altre situazioni vissute nella sua vita e che la condizioneranno, a volte quasi distrutta, fisicamente e psicologicamente, ma dai quali ha sempre cercato di trarre la forza per potersi dare un’altra possibilità, un’altra vita, attraverso ad esempio il dedicarsi a campagne umanitarie e sociali e diventando non più solo la Principessa Triste ma una vera e propria icona planetaria da seguire e imitare, da un lato la sua parte glamour, con i suoi abiti i suoi viaggi, le amicizie nel mondo della musica come Freddi Mercury, George Michael, Elton John, dell’arte, della politica e non solo, dall’altro il suo incontro con Madre Teresa di Calcutta, il suo impegno per la campagna dell’abolizione delle mine antiuomo, o di tante altre battaglie della quali divenne testimonial importantissima.

Dall’inizio dello spettacolo si capisce che interpretare le due donne non è stato semplice e che il percorso per tirare fuori la parte privata di Diana sarà stato sicuramente lungo e faticoso anche se decisamente entusiasmante, sia per l’attrice stessa che per il pubblico in sala, che applaude decisamente emozionato.

La storia si sviluppa partendo dalle ultime ore della Principessa a Parigi, in procinto di uscire per raggiungere Dodi, in una sorta di flashback sulla vita di Diana, a partire dall’infanzia.

Si fa luce quindi sul dolore di una bambina che subisce la separazione dei suoi genitori, l’infanzia in un collegio con una madre assente e lontana che la rende ribelle e insofferente alle regole, e più tardi una ragazza timida e piena di paure, di complessi, sopraffatta da un continuo senso di inadeguatezza e di debolezza nei confronti degli altri, al punto tale che si sente felice solo con i suoi “bambini”, quelli che le vengono affidati nel suo primo lavoro di baby sitter a 19 anni o con le sue amiche (bellissima la scena dove canta e balla con le sue amiche, con abito bianco svolazzante e una corona di fiori sul capo).

Poi l’incontro con Carlo, il padre che praticamente la “offre” alla famiglia Reale che aveva bisogno di una ragazza come lei per poter offrire al mondo un’immagine pulita della Monarchia inglese e nascondere/coprire lo scandalo della relazione di Carlo con Camilla, all’epoca ancora regolarmente sposata.

E lei che si era innamorata veramente di quel Principe di 12 anni più grande di lei, diversissimo da lei in tutto, credendo e sperando che anche per lei si potesse realizzare quello che aveva letto nelle favole che conosceva da bambina, cioè l’Amore per sempre, si ritrova invece da subito con una durissima realtà. La Autieri è perfetta nel doppio ruolo di Diana e di Lady D. Padrona assoluta del palco, bravissima nel recitare, cantare o anche solo accennare brani famosi di quegli anni e che erano le sue canzoni preferite, e ballare insieme a delle bravissime ballerine con dei costumi meravigliosi.

Ci sono scene che resteranno nel cuore del pubblico per molto tempo, fortemente volute dal regista e scrittore dello spettacolo Vincenzo Incenzo come quella della scena della maternità, dove Serena Autieri recita di spalle su una sorta di sedia gestazionale con dei rami che si sviluppano nei lati e sul fondale come a simboleggiare l’Albero della Vita, e soffre nel dare alla luce il suo primo figlio William perché è consapevole che non ha vissuto la gravidanza né vivrà la sua maternità come tutte le altre donne, nell’amore del marito e della famiglia, ma che è lì solo per dare un erede a Carlo e una discendenza alla famiglia Reale inglese.

O quando poi comincia a bere, a soffrire di bulimia, ad essere considerata sempre più fragile in una vita che le impedisce anche solo di respirare, in un ruolo per lei soffocante, ben rappresentato da un’enorme gabbia sul palco dove lei si ritrova, suo malgrado, a vivere o meglio a non-vivere.

Il dolore sembra ucciderla, ma invece ecco le scene del continuo dualismo tra la Diana sensibile e sofferente, con l’icona Lady D., sempre elegantissima, in giro per il mondo, fotografatissima dappertutto, che trova il coraggio di separarsi da Carlo e di fare una sua battaglia personale contro la famiglia Reale per ottenere l’affidamento dei figli.

Poi i tentativi disperati di farsi amare, attraverso storie e atteggiamenti sbagliati, che la metteranno in seria difficoltà, grazie a uomini dei quali lei si innamora, ma a senso unico o che la porteranno a distruggersi ulteriormente, fino all’incontro con Dodi che potrebbe essere finalmente il grande amore della sua vita ma che purtroppo durerà pochissimo vista la sua prematura scomparsa a 36 anni, proprio insieme allo stesso Dodi.

Colpisce nello spettacolo come l’Autieri riesca a raccontare le emozioni di questa donna, anche quelle più difficili, complicate, fatte di sofferenze vere e di forti drammi, in un continuo altalenarsi tra le due anime della stessa Diana, ben rappresentate dall’attrice su un’altalena, appunto, che la fa andare su e giù dalla scena o come il suo ennesimo tentativo di riscatto dalla sua infelice esistenza quando prova a impegnarsi nelle iniziative sociali e umanitarie, diventando così la Principessa del mondo dei più poveri non solo di quello del jet-set internazionale.

In queste scene, sempre bellissime e molto vere, Serena Autieri canta canzoni indimenticabili come “Promise me”, “Candle in the wind”, “Somewhere” o “When I Fall in Love” insieme a tante altre di successo oltre che a quattro inediti, scritti dallo stesso Incenzo con Francesco Arpino, tra i quali “Mi innamoro” che la voce della Autieri interpreta magnificamente.

Lo spettacolo si conclude con l’ultima scena nella camera dell’Hotel Ritz dove lei corre da Dodi che la sta aspettando con l’intenzione di rifarsi finalmente una vita con lui, riconciliandosi con la sua “anima” con la quale ha litigato per tutta la vita, ma l’illusione durerà poco.

Il pubblico, emozionato quanto e forse più della stessa attrice sul palco, la omaggia per quasi mezz’ora di applausi e di strette di mano per poterla ringraziare per le emozioni provate in sala.

Come da stessa ammissione del produttore Enrico Griselli per Engage, si sta facendo tutto il possibile per poter organizzare una possibile presentazione dello spettacolo ai figli proprio il 31 agosto e la bellezza e il successo dello stesso fa ben sperare che tale intenzione possa essere accolta e realizzata davvero. Lo meriterebbe senza alcun dubbio, sia lo spettacolo sia la stessa Autieri.

Foto: SpectraFoto (Catuogno Mario)

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