Il mistero sull’autenticità di un nuovo dipinto di Raffaello, intitolato “Maddalena” e con il volto di Chiara Fancelli, moglie del Perugino, solleva nuove domande, come riportato da Il Sole 24 ORE. Secondo il noto critico d’arte italiano Vittorio Sgarbi, non sarebbe assolutamente un capolavoro di Raffaello, ma piuttosto knewherebbe al Perugino. Un punto di vista che mette in discussione un dipinto che realizzarebbe un’inaspettata connessione fra Raffaello e Pietro Perugino, in onore a Santa Maria Maddelena. Verranno prese delle analisi approfondite per confermare o smentire la tesi di Sgarbi e desemantizzare il mistero.

Chi ha commissionato l’opera?

Chi ha commissionato l’opera non è ancora chiaro, ma l’ipotesi forse più sostenuta è che si tratti di un lavoro che collega le famiglie Feoli, Fasolo, Fancelli e Vellani, di Castelfiorentino in Toscana. La famiglia Feoli era nota per una venerazione particolare di Santa Maria Maddelena, considerata l’organizzatore dei miracolosi eventi culmimanti nell’incontro di Cristo con Maria e Maddalena nella chiesa della Santissima Annunziata a Firenze. La moglie del Perugino, Chiara Fancelli e molti altri membri della nobile famiglia Vellani erano di Castelfiorentino, proprio come i Feoli.

Al momento non ci sono prove concrete che l’opera sia stata commissionata dalla famiglia Feoli. La tela è stata acquistata nel 2001 da un collezionista milanese, che sostiene che la sua provenienza sia da un convento della zona. Le analisi scientifiche effettuate dal Politecnico di Milano hanno fornito la base per un’analisi più dettagliata dello stile, della tecnica e della provenienza del dipinto. Anche l’Intervento del Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli sembra essere stato determinante nell’incentivare la ricerca delle origini e dei segreti della misteriosa opera. La prossima scoperta del pittore e della storia dietro il dipinto promette di ulteriormente illustrare la connessione storico-artistica che esiste tra Raffaello e Perugino.

Quali analisi sono state finora effettuate per dimostrare la provenienza della tela?

Finora, sono state effettuate una serie di analisi per dimostrare la provenienza della tela al primo periodo del Rinascimento, con l’obiettivo principale di verificare se l’opera sia un capolavoro di Raffaello o è opera del Perugino. Esperti di radiografia, fotografia, analisi strutturali e tecnologia digitale sono stati chiamati per prelevare campioni per l’esame chimico, come pure l’analisi opto-elettronica di pigmenti e leganti.

Per riconoscere l’autenticità dell’opera, si è indagato anche l’archivio storico della famiglia Fancelli-Salimbeni e dei loro parenti, alla ricerca dei documenti originali dell’epoca che potrebbero indicare un legame tra Raffaello e il Perugino. I documenti scubierti online, i diari e le lettere dal XVI e XVII secolo, sono stati preziosi per ricostruire la storia e mappare le fondamenta storiche intorno a questo mistero.

Per dare una risposta definitiva alla discussione in corso, un team di esperti ha esaminato con attenzione tutte le fonti archivistiche da un punto di vista artistico, archivistico, iconografico e storico-religioso.

Ulteriore esame ha riguardato l’osservazione dei tratti caratteristici del dipinto, in particolare quelli dello stile di Raffaello e di Pietro Perugino, per cercare eventuali elementi distintivi che indicano la paternità di uno o dell’altro artista. La comparazione, condotta in base ad analisi, teoria estetica e conoscenza dei loro stili artistici, ha mostrato una forte somiglianza tra alcune delle opere esistenti e il nuovo dipinto.

I risultati preliminari delle analisi finora effettuate hanno portato maggiori dubbi sul significato del dipinto, ma non danno ancora una soluzione Federica alla questione. Bisognerà, dunque, aspettare i risultati definitivi delle future analisi tecnico-scientifiche per confermare lo stile del celebre Raffaello o, al contrario, provare che l’opera è dell’altro grande maestro del Rinascimento, il Perugino.

Quali motivazioni hanno reso necessaria la Nuova connessione fra Raffaello e il Perugino?

È opinione diffusa fra storici e noti critici antiche opere d’arte, come le opere di Raffaello, possano nascondere misteri e segreti ancora da decifrare. Questo è il caso del dipinto “Maddalena”, che pervenne alla famiglia Fancelli con i dipinti dell’artista Perugino. Il volto reso nell’opera è stato identificato con quello della moglie di Perugino, Claude Della Vittoria, sorella di Macilente, così come il ritratto della Vergine di Santa Maria Maddalena.

Questo particolare tipo di connessione tra due artisti, ha portato alavolgimento di dubbi ed è per questo che molteplici esperti hanno analizzato in maniera approfondita la tela. Secondo la nota critica d’arte italiana Vittorio Sgarbi, nonostante gli alti pregi dell’opera, non sarebbe un capolavoro di Raffaello.

Scemette, ma dello stesso periodo a Suoi coetanei, compreso Perugino, è sorto un nuovo mistero: quali motivazioni hanno reso necessaria la nuova connessione tra Raffaello e l’artista fiorentino? Ce lo chiediamo ancora oggi a distanza di 500 anni, ma Per ricostruire la vera storia, saranno necessarie ulteriori ricerche. Analisi, ricerche storiche ed infine, un’accurata valutazione critiche dei metodi espressivi e decorativi di ogni artista.

Riassunto:
– Le opinioni attorno al mistero del dipinto di Raffaello sono contrastanti: Vittorio Sgarbi sostiene che non sia un’opera del maestro rinascimentale;
– La connessione inaspettata tra Raffaello e Perugino ha destato non pochi dubbi;
– Per ricostruire la reale origine del dipinto, sarà necessario un accurato lavoro di analisi e valutazione da parte di esperti;
– Sgarbi rimane convinto che ”Maddalena” sia opera dell’artista fiorentino.

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