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Arresti al parlour: legge anti-omosessualità in Uganda

Sabato, nella regione di Buikwe, in Uganda, quattro persone sono state arrestate dalla polizia per presunte attività di natura omosessuale, in un centro di massaggio. La notizia arriva mesi dopo l’introduzione della celebre Legge anti-omosessualità emanata nel paese. Secondo quanto affermato da un portavoce della polizia, all’operazione è stato dato il via grazie alla segnalazione di un’informatrice di sesso femminile che aveva notato come nella struttura si stesse svolgendo attività di natura omosessuale.

La legge, firmata all’inizio dell’anno da Yoweri Museveni, Presidente di Uganda, prevede la condanna a morte per quei soggetti che si siano macchiati di “aggravata omosessualità”. La stessa atto legislativo ha aggravato ulteriormente le condizioni esistenti della popolazione LGBTQ+ in Uganda, in quanto dal 2009 l’omosessualità viene già considerata un reato, punito con pene detentive di fino a 14 anni e condizioni restrittive in merito ai diritti di assemblea, studio e lavoro.

In anticipo all’entrata in vigore della legge, avvenuta a Maggio, la polizia aveva già effettuato l’arresto di sei persone, appartenenti alla comunità omosessuale, ritenute responsabili di attività “oggettivamente deprecabili” in seguito alla condivisione di un breve video sui social network.

La reazione degli States è stata diretta ed empatica, facendo sua la voce delle associazioni che chiedevano a gran voce, da decenni, l’abolizione di norme che ritenevano troppo severe e poco umane. Joe Biden, Presidente sono gli Stati Uniti, ha bollato la mossa ugandese come una “tragica violazione” Dei Diritti Umani, aggiungendo che la sua amministrazione avrebbe esaminato con attenzione le implicazioni della legge, ipotizzando che possano essere applicate sanzioni contro chiunque abbia contribuito attivamente agli abusi dei diritti civili.

In ottemperanza a quanto dichiarato da Biden, il Dipartimento di Stato USA ha rilasciato avvisi di viaggio aggiornati per Uganda, che saranno vincolanti a partire da Gennaio 2021 e che prevedono, tra le misure preventive della criminalità e del terrorismo, una specifica menzione all’anti LGBTI+ legge in vigore.

Quali sono state le reazioni degli abitanti della regione di Buikwe a questo arresto?

Le reazioni degli abitanti della regione di Buikwe all’arresto sono state un misto di disapprovazione e dissenso. Voci della comunità si sono alzate contro la legge sull’omosessualità dell’Uganda,Governo di Yoweri Museveni nel maggio scorso. La legge riguarda anche la pena di morte per i reati “aggravati” di omosessualità, e condanna coloro che promuovono l’omosessualità a 20 anni di carcere.

Prima ancora dell’entrata in vigore della legge, nel mese di aprile, la polizia aveva arrestato sei uomini sospettati di aver impegnato attività omosessuali dopo che un video di 17 secondi era stato condiviso sui social media. Gli agenti affermano di aver trovato 192 sacchetti di lubrificante nelle loro tasche, insieme a capi di abbigliamento decorati con la bandiera arcobaleno.

Il gruppo di attivisti queer residente in Uganda, guidato dall’attivista dei diritti umani Arthur Kayima, ha più volte condannato la discriminazione perpetrata dalla legge, definendola “vile”. Kayima ha aggiunto che invece di concentrarsi sui veri problemi che l’Uganda sta affrontando, “Museveni no cerca di distrarre e attacca i nostri diritti fondamentali esistere”.

Sebbene molti abitanti della regione di Buikwe siano sconvolti da questi arresti, altri credono che queste misure siano necessarie per contrastare gli atti di omosessualità. Per ora non resta altro che aspettare e vedere come il governo intenderà intraprendere le prossime misure per la legge anti omosessualità. Se da un lato infatti le sanzioni statunitensi possono rallentare in alcuni modi l’applicazione della legge, dall’altro la popolazione del posto dovrà lottare per i propri diritti.

Come prevede la legge ugandese per le persone ritenute responsabili dell’aggravata omosessualità?

La legge ugandese prevede pene severe per le persone ritenute responsabili di reati connessi all’omosessualità, che comprendono la condanna a morte per gli autori di ‘omosessualità aggravata’. Mentre l’omosessualità era già illegale in Uganda prima del rilascio della legge anti-omosessualità, essa restringe ulteriormente le libertà fondamentali degli individui a vivere libremente senza discriminazioni, stabilendo condanne fino a 20 anni di prigione per le persone accusate di promuovere l’omosessualità.

A maggio, l’esercito ugandese ha arrestato quattro persone – due donne e due uomini – presso un centro di massaggi nel distretto di Buikwe, ritenendole responsabili di reati legati all’omosessualità. La polizia ha confermato che l’operazione era stata intrapresa sulla base di una soffiata proveniente da una donna.

L’arresto è stato universalmente condannato sia all’interno che all’estero. L’attivista per i diritti LGBT ugandese Arthur Kayima ha definitive la nuova legge “orribile” e ha sottolineato in che modo le campagne governative contro l’omosessualità stiano distogliendo l’attenzione dai gravi problemi che affliggono il Paese. Inoltre, il presidente statunitense Joe Biden ha descritto la legislazione come una “violazione tragica” dei diritti umani e ha dichiarato che gli Stati Uniti valuteranno le conseguenze della legge allo scopo di stabilire misure di sanzione da applicare nei confronti delle persone responsabili di gravi violazioni dei diritti umani o di corruzione.

Attualmente, Amnesty International e Human Right Watch stanno sostenendo una campagna di sensibilizzazione senza precedenti per sollecitare il governo ugandese ad abrogare la legge che violerebbe gravemente la dignità umana delle persone LGBTQI + e della popolazione in generale. Speriamo che la pressione che è stata esercitata finora dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani, unitamente alle misure di sanzione previste dall’amministrazione Biden, possano portare a un mutamento potenzialmente rivoluzionario in Uganda.

In che modo gli Stati Uniti intendono applicare sanzioni contro le persone che hanno contribuito agli abusi dei diritti civili?

In risposta a come gli Stati Uniti intendono applicare sanzioni contro le persone che hanno contribuito agli abusi dei diritti civili, la scorsa primavera, il Presidente Yoweri Museveni ha firmato una controversa legge antieomosessualità che ha aggravato le leggi già esistenti, comprese possibili pene capitali per “omosessualità aggravata”.

Di seguito a ciò, le autorità hanno arrestato quattro persone, comprese due donne, a Buikwe, in Uganda il sabato scorso in base alle indicazioni di un’informatrice. Le forze di polizia hanno fatto riferimento al fatto che l’operazione era stata eseguita in seguito a una soffiata a proposito di atti di omosessualità presso il parrucchiere.

Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito il movimento una “violazione tragica” dei diritti umani, aggiungendo che Washington avrebbe preso in considerazione le implicazioni della legge su tutti gli aspetti della sua collaborazione con l’Uganda, compresa l’applicazione di sanzioni e restrizioni di entrata contro chiunque sia coinvolto in gravi violazioni dei diritti umani o corruzione.

In seguito a ciò, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha emesso una nuova linea guida per il viaggio in Uganda, citando “criminalità, terrorismo e legislazione anti-LGBTQI +”. Gli Stati Uniti si prefiggono di limitare quei soggetti responsabili degli abusi dei diritti civili o della corruzione attraverso l’applicazione di sanzioni finanziarie consistenti nella confisca dei loro beni e crediti e la loro inclusione nelle liste di non partecipazione alla dichiarazione di sicurezza.

È inoltre prevista una consultazione continua fra le organizzazioni umanitarie e gli stati membri sul tema dei diritti umani per proteggere i diritti di LGBTQ + a livello globale e adottare ulteriori misure seguendo il regolamento internazionale. Ciò include l’applicazione della sospensione degli aiuti economici ed esteri, nonché la creazione di una maggiore consapevolezza dei diritti umani in tutti i paesi, in particolare quelli che stanno supportando la repressione delle minoranze e la discriminazione.

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