Una mostra di arte contemporanea che ci riporta dritti al Rinascimento, con la sua luce, la sua tecnica e le sue suggestioni. Fino al 18 agosto al Museo Riso – Cappella dell’Incoronazione (Via dell’Incoronata 13) a Palermo merita una visita una particolare esposizione di Emiliano Alfonsi. Nato a Roma nel 1980,  Alfonsi ha avuto una carriera artistica molto interessante fin da principio, che lo ha subito distinto, a tal punto da ottenere committenze monumentali già in giovane età. Oltre alla sua notevole espressione poetica, è impressionante la tecnica con cui realizza le sue opere, utilizzando infatti la tecnica pittorica della pittura all’uovo del 1400.

La tempera a base d’uovo è un tipo di colore molto antico, particolarmente adatto per superfici dure come il legno. È un metodo di preparazione della tempera molto utilizzato durante l’epoca bizantina per la creazione di icone. Il punto di riferimento per l’apprendimento e l’utilizzo della tecnica della tempera a base d’uovo è il trattato sulla pittura presente nel Libro dell’Arte, scritto all’inizio del 1400 dal pittore e divulgatore culturale Cennino Cennini.

Dal concepimento del progetto alla sua realizzazione concreta (la produzione dei pigmenti dalle polveri, i supporti, le tavole di legno, la spolverata, le dorature) ci riporta indietro nel tempo. Da qui l’obiettivo della mostra Sinopie: far conoscere l’opera straordinaria di Emiliano Alfonsi, esplorare la sua arte e iniziare un viaggio in un mondo alchemico e magico, che oscilla tra il profumo del Rinascimento toscano e quello fiammingo, camminando tra i laboratori dei maestri delle vetrate delle cattedrali del Duomo di Milano, o ancora i Preraffaelliti di Dante Rossetti.

Ma Alfonsi è molto di più, da quest’eccellente e meraviglioso passato che solo l’arte italiana può offrire, emerge un artista maestro della sua arte, consapevole che le sue figure araldiche, austere, quasi senza tempo e senza terra, senza sesso, con la loro unicità, sfondano la superficie per catturare i nostri sguardi.

“Sinopie compie un miracolo artistico, si salda con audace concretezza lì dove il processo creativo si è già compito, ma si viaggia a ritroso per ritrovare l’input- spiega la curatrice Carmen Bellalba – il guizzo iniziale scaturito nella mente dell’artista e passato con uno scatto energico al primo tratto, a quell’istante in cui dalla mente passa sulla tavola lignea, si fa segno e diventa opera. Questo è Sinopie, e abbiamo scelto i volti più caratteriali, più identificativi, in cui dipingere non solo il soggetto ma lo stato d’animo, l’unicità, la differenza e la bellezza nella sua accezione più elevata.