Metanoia
Io credo che tutti noi vogliamo essere felici, cioè amare, essere amati e trovare un senso alla nostra Vita. Il cuore vi chiede questo, se lo ascoltate.
È scritto anche nel Vangelo: “Voi, invece, cercate il regno di Dio e fate la sua volontà: tutto il resto vi sarà dato in più.” (Mt 6,33). Sappiate che queste parole parlano anche a un laico, basta intenderci sul loro significato e aprire la mente. A me dicono questo: cerca l’espansione massima della Vita.
L’Articolo 3 della Costituzione italiana esprime un contenuto simile, prevede infatti che lo Stato debba garantire ad ogni cittadino “il pieno sviluppo della persona umana”.
Le grandi tradizioni pensano che l’uomo, per trovare la felicità, debba compiere una metanoia, cioè un radicale mutamento del modo di pensare. Platone lo aveva indicato nel mito della caverna; Cristo nell’annunciazione del Vangelo; l’induismo parlava della necessità di scoprire la verità occultata dal velo di Maya…
Detto questo, io denuncio l’umanità. Sì, la denuncio perché dopo migliaia di anni di civiltà e di pensiero, non è ancora riuscita a mettere in primo piano una cultura che possa permettere agli uomini di essere felici in questa terra.
Perché gli insegnamenti dei grandi maestri occidentali e orientali, come Socrate, Platone, Cristo, Buddha, che risalgono a più di duemila anni fa, non sono stati autenticamente posti al centro dell’educazione degli uomini?
Volete una prova? Aprite gli occhi, guardate dentro e poi fuori di voi.
Ecco, niente di ciò che hanno insegnato questi uomini è stato messo in pratica: io in questo momento ho conflitti dentro di me e sto soffrendo, là fuori c’è guerra e disperazione.
Ognuno di noi è sottoposto ad almeno una quindicina di anni di istruzione.
In tutto questo tempo, ciò che è più importante, non viene insegnato. Bel paradosso eh? Non si insegna a vivere, a gestire il dolore, a ricercare la felicità, ad amare. Non si danno le basi su come funziona la psiche.
Osservando il mio percorso scolastico, noto, e non penso proprio di essere l’unico, un progressivo venir meno del mio Spirito, come se la scuola lentamente lo sopprimesse. Io penso che dovremmo meditare a lungo su questo, perché non è affatto una bella cosa. La Vita delle persone non deve essere bloccata, ma favorita al massimo nella sua espansione e se ciò non accade, ci troviamo di fronte a un problema, a mio avviso, molto serio. A tale proposito ricordo queste parole: “Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata.” (Mt 12, 31).
Appena uscito dal liceo, mi sono sentito disorientato, abbandonato a me stesso e mi verrebbe da dire analfabeta, nel senso che non sapevo proprio decifrarmi, non avevo una chiave di lettura di ciò che mi stava accadendo.
Un giovane radicalmente scisso dal suo sentire, con la mente che va da una parte e il cuore, senza neanche saperlo, che va dall’altra: ecco come io avevo imparato a vivere, anzi, a non vivere, perché questa è morte.
Ero l’ennesimo “io-massa”, come appena uscito da una catena di montaggio, scisso e ignorante, pronto per essere divorato da sé stesso e dal mondo.
“Un giovane depresso”. Non vi sembra il più assurdo degli ossimori? Vi pare normale che in quel periodo in cui la vita dovrebbe esplodere nella sua potenza creativa, non si ha neanche la forza di alzarsi dalla sedia?
Se non si diventa consapevoli della propria vita interiore e non la si cura, si resta in una condizione di schiavitù, in un gioco di marionette guidate da forze ignote a noi stessi.
Tutto il nostro mondo psichico (pensieri, emozioni, comportamenti) sarà profondamente distorto e scisso dall’anima, che, come dice Platone, tende al Bene.
Il caos interiore lo porteremo nel mondo fuori di noi, producendo un’infinita sofferenza: nelle relazioni con gli altri, nella vita professionale, sentimentale, nella salute del corpo…
Oggi è dilagante il nichilismo, il materialismo, lo scientismo, che sono veri e propri mali dell’anima. Dobbiamo capire che ciò in cui crediamo, ha un peso enorme sulla nostra psicologia. Credere che non ci sia alcun senso in nulla, ridurre tutto a materia e pensare che solo la scienza sia depositaria di verità, non può portare che alla disperazione. Io mi sono sentito, e mi sento tutt’ora, vittima di questo pensiero dominante che sembra proprio voler fare di tutto per sopprimere la Vita delle persone.
Visto che la nostra più grande aspirazione è di essere felici, secondo me è sensato credere a ciò che favorisca l’espansione e la pienezza.
Detto questo, penso che il nostro compito prioritario oggi sia quello di ritrovare il senso e il contatto con la Vita che, momento dopo momento, pulsa dentro di noi. Per farlo, occorre silenzio, ascolto meditativo della voce del cuore e rilettura dei testi delle grandi tradizioni sapienziali.
Dunque, occorre una grande opera di divulgazione del vero Pensiero, che si sostituisca alla cultura dominante che ha infettato la mente delle persone. Non è affatto vero che “la vita è fatta così”, e che dunque non si può fare nulla perché non c’è alternativa. Questa è una posizione che rivela impotenza e una radicale castrazione della voglia di vivere.
Bisogna favorire ed estendere il più possibile, quei gruppi o comunità di persone unite da una nuova e autentica consapevolezza comune. Ad esempio, io faccio parte dei gruppi Darsi Pace, diretti da Marco Guzzi, che procedono da più di vent’anni, animati dagli stessi principi che sono alla base di questo mio scritto. Siamo più di mille praticanti provenienti da tutt’Italia e lavoriamo a tre livelli: culturale, psicologico e spirituale. Proprio per i profondi benefici che i praticanti hanno tratto nel corso degli anni, noi siamo convinti che il metodo che utilizziamo, che è un’eredità delle grandi tradizioni sapienziali, possa e debba essere esteso anche alla scuola.
Io penso che la nuova scuola, di cui l’umanità ha bisogno, pena la fine della vita dello Spirito sulla Terra, debba mettere al centro la trasmissione di una cultura che veramente parli ai ragazzi, alla mente e al cuore.
Inoltre, occorre mettere in dialogo le varie discipline, perché non sono affatto compartimenti stagni ma sono unite tra di loro, in quanto parlano della stessa realtà. Questo è lo spirito con cui è nata la filosofia in Occidente più di duemilacinquecento anni fa e che dobbiamo recuperare.
Oltre a quello culturale, bisognerà agire a livello psicologico, nel senso che la nuova scuola deve insegnare ai ragazzi a conoscersi e a prendersi cura di sé stessi. Si dovrebbero proporre quotidianamente esercizi di auto conoscimento mirati ad indagare sulla propria paura, rabbia, tristezza e sulla loro origine. Riconoscere e accettare i propri inquinanti è il primo passo per la ricerca dell’autenticità di ciascuno di noi.
Il terzo livello a cui si dovrà lavorare, è quello spirituale. Bisogna insegnare a far silenzio dentro di sé. Una mente distratta, scissa e in conflitto è necessariamente debole e il rumore che produce non permette l’ascolto. Occorre insegnare pratiche meditative, di preghiera o contemplazione.
Spero di essere riuscito a trasmettere il mio messaggio, cioè la necessità di una sostituzione della cultura dominante, con una nuova cultura, che favorisca la Vita delle persone e quindi la loro felicità. Per farlo, penso che occorra una forte divulgazione culturale a tutta la popolazione e una rivoluzione del sistema scolastico.