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INTERVISTA A VITTORIA PUCCINI "Sto bene nella mia vita familiare e viceversa: la felicità che viene dal mio privato mi rende serena sul lavoro"

 L'attrice Vittoria Puccini  è  Protagonista di Una gran voglia di vivere, film di e con Fabio Volo.



Cosa c'è di Lei in Anna ( Ndb Nome dell'attrice nel film) ?

"Come carattere, il fatto di essere una donna che non si accontenta. Nel suo caso non si rassegna a ritrovarsi infelice all'interno di una coppia nata da un grande amore: è qualcosa che anch'io non sopporterei"

Che coppia è quella di Anna e Marco (ndb Fabio Volo)

"Una coppia normale dove dopo qualche anno si è persa la voglia di stare insieme. E' come si fossero congelati ognuno in una propria condizione, non provano più piacere a condividere perfino i momenti più semplici, da guardare un film col figlio la sera davanti alla Tv a fare un viaggio"

La colpa sembra tutti di lui, di Marco

"Marco è concentrato sul Lavoro, lei gli dice che è come se si fossero fermati. E' chiaro che le coppie man mano che passano gli anni si evolvono, ma l'importante è cercare di cambiare insieme"

Ricette?

"Nel film c'è la metafora della pagaia, bisogna pagaiare insieme sennò la canoa si rovescia. Se in un matrimonio ognuno comincia a prendere un suo ritmo senza più ascoltare l'altro, non si va avanti"

Anna, quando sono in Norvegia col figlio, in quello che dovrebbe essere l'ultimo viaggio prima di separarsi, o forse la loro ultima chance, si tuffa in un lago ghiacciato. Marco non ce la fa

"Lei è più curiosa, trasgressiva, lui più inquadrato, precisino. In quel momento lo fa solo lei, però, ripeto, per rilanciare una storia bisogna che siano entrambi disposti a fare quel salto. Lei lo provoca, vuole farlo uscire dall'immobilismo. Ma sa che non è solo colpa di Marco. C'è di mezzo anche la sua insoddisfazione di donna che da quando è nato il figlio ha smesso di lavorare"

Lei avrebbe mai rinunciato al suo lavoro per un figlio?

"Io amo il mio lavoro. Magari ci sono donne che non ne sentono il bisogno, ma per me è stato fondamentale lavorare, mi è sempre piaciuto, anche prima di fare l'attrice. Ho cercato un'indipendenza economica sin da quando andavo al liceo e facevo dei lavoretti per non dover chiedere sempre tutto ai miei genitori: dalla baby sitter alle ripetizioni di italiano ai ragazzini delle elementari alle medie. Mi faceva sentire bene il fatto di guadagnare dei soldi per qualcosa che facevo io. La fortuna è stata di aver trasformato la mia passione in lavoro. Quindi no, non avrei mai rinunciato a lavorare per un figlio. Sto bene nella Mia Vita Familiare e viceversa: la felicità che viene dal mio privato mi rende Serena Sul Lavoro. Per Anna non lavorare è una parte mancante e allo stesso tempo un alibi. Spesso non abbiamo il coraggio di esporci, abbiamo paura di rischiare, del fallimento. Anche professionale"

Lei non ha mai avuto paura di fallire?

"Ho sempre preso tutto come una sfida. La paura c'è stata ma ha prevalso la voglia di mettermi alla prova. Anche quando ho cercato strade diverse, quando sono uscita dalla comfort zone, con le due tournée a teatro, ho sempre pensato che era bello sperimentare, non adagiare, mettersi in discussione. La paura non ti deve paralizzare. Io l'ho sempre utilizzata come carburante, non come freno"

Ha mai pensato di cambiare vita completamente come vorrebbe far Anna?

"Penso sia importante avere posti dove magari ti rifugi, ma non credo che per stare bene in coppia ci sia bisogno di staccare da tutto e trasferirsi a Ibiza o in un bosco sperduto tra i fiordi. E' come pensare: facciamo un figlio per salvare la coppia. Non funziona così"





Come è stato girare in Norvegia?

"In luoghi come la Norvegia la natura è così forte che è lei a dettare le regole e l'uomo non può cambiarle, deve adeguarsi. Mi è capitato di provare la stessa sensazione in Kenya. Lì il rumore della natura quasi ti stordisce, la fauna è come fosse un tappeto sonoro in sottofondo. Da bambina ho vissuto in collina e fin da piccola sono stata abituata a vedere gli olivi delle finestre di casa e quindi durante il Covid ho sofferto tantissimo la mancanza di verde. Nell'appartamento di Roma non c'era un terrazzo e sentirmi chiusa dentro, non avere uno sfogo esterno, è stato difficile da sopportare"

Ha una figlia adolescente. Come vive il suo ruolo di madre?

"Anche nell'educazione mi affido molto all'istinto. Credo che il lavoro con un figlio sia, come nella coppia, un confronto quotidiano. I figli mettono di fronte a ciò che meno sopportiamo di noi stessi. E' come se diventassero il nostro specchio. Il punto non è solo pensare come educarli, ma continuare a lavorare su noi stessi. Io mi accorgo, per esempio, di fare oggi con mia figlia cose che magari non sopportavo in mia madre"

Anna rimprovera Marco di poca chiarezza, in particolare di averle nascosto decisioni che spesso ha preso da solo. In una coppia bisogna dirsi tutto?

"Dipende. Io credo che ci siano cose che devono rimanere nostre, momenti che ti ritagli solo per te, che non devi per forza rivelare. E' diverso dal nascondere, tradire, non condividere"

Ha interpretato molti personaggi femminili divenuti modelli di emancipazione. Penso a Oriana Fallaci. C'è qualche donna in cui si identifica?

"Posso dire che ci sono donne che stimo, non ho mai avuto modelli, nemmeno maschili. Credo che si possano rispettare personalità dotate di speciali virtù, ma il nostro modello lo creiamo solo noi, non guardando ad altri"

Cosa si rimprovera?

"Di aver fatto qualcosa più per trovare un'approvazione esterna che per piacere mio personale. Per molto tempo è stato come se l'apprezzamento degli altri fosse qualcosa di fondamentale, il dover sempre sentire dire "brava". Oggi sono migliorata e per questo ho ammirato il coraggio di Oriana Fallaci, il suo dire anche verità scomode, la sua determinazione nell'andare controcorrente. Allo stesso tempo voglio però voglio bene anche ai miei personaggi fragili, non amo le eroine o gli eroi"

Perché?

"Da bambine ci hanno insegnato che c'erano i principi e le principesse, e che erano eroi a tutto tondo. Secondo me con questi modelli perfetti e impavidi ci hanno rovinati: bisogna avere anche il coraggio di ammettere le proprie paure. Dirsi: non è che non sei abbastanza forte se non superi una certa difficoltà. Per quel che mi riguarda ci sono paure che ho vinto e altre no. E non è detto che debba per forza superarle. Alcune me le tengo, non è obbligatorio riuscire in tutto"

Lei cosa non riesce?

"Ho la patente, ma non sono un asso nella guida. C'è una paura dietro? Non lo so , semplicemente è andata così"

Forse è paura della velocità?

"No, se vado in macchina con una persona che guida bene non ho paura, può correre e non mi spavento. La stessa cosa se mi dovessi buttare col paracadute. Attaccata a un istruttore lo farei, da sola no. E' come se non mi fidassi abbastanza di me stessa in certe situazioni, però se a condurre c'è un'altra persona di cui mi fido non ho problemi"



Le capita anche quando recita?

"In questo film ho avuto la conferma di una mia paura quando ho avuto problemi a tuffarmi nel lago dal trampolino. La prima volta che sono salita mi è preso un attacco di panico micidiale, ho iniziato a tremare, come se le gambe non mi sostenessero"

Però poi nel film si butta...

"Sì, ma mi butto solo quando l'attore francese con cui sto girando la scena mi dà la mano!"

Il problema era stare ferma su quel trampolino, da sola

"Ho potuto tuffarmi solo perché lui ha capito la mia difficoltà , è salito e mi ha dato la mano. A quel punto mi è tornata in mente anche la battuta. Prima avevo il vuoto in testa"

E' vero che non festeggia il compleanno?

"Non mi piace la sensazione di stare dietro a una torta con le candeline accese e un sacco di persone che ti guardano. Non mi sento a mio agio a essere al centro dell'attenzione"

Nel suo lavoro è sempre al centro dell'attenzione

"Credo sia una specie di compensazione. Ciò che si fa nel lavoro, nel mio caso al cinema, spesso non si replica nella vita. Spesso siamo almeno, io sono, esattamente il contrario"



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