Get Even More Visitors To Your Blog, Upgrade To A Business Listing >>

INTERVISTA A JANE BIRKIN "Pensavo che dopo i 40 anni sarebbe finito tutto. Invece è l'età più bella"

 Jane Birkin , la ragazza chiamata "trasgressione". I diari di Jane Birkin sono un pezzo di storia intima del Novecento, confidenze di una bambina al suo scimmiotto di peluche. Prima di decidersi a pubblicarli ha tergiversato parecchio.

"Rileggendoli mi rendevo conto che ne uscivo male, ne venivo fuori come una tipa mediocre , vile,, possessiva. Mi chiedevo : perché mai dovrei rovinarmi l'immagine davanti a chi segue da anni? Ho congelato tutto per mesi. Ma poi mi sono detta :merde, su di me hanno sempre scritto gli altri, forse adesso è venuto il mio turno. Pazienza se deluderò qualcuno, tanto vale dire la verità. E in un diario non puoi barare"



Non ha tagliato niente?

"Niente. casomai ho aggiunto. Sono intervenuta con qualche spiegazione perché certe pagine potevano risultare un po' difficili alla lettura"

Scrive "Quello che ero a 12 anni, sono ancora oggi"

"Purtroppo è vero. Stesse insicurezze. stesse gelosie e la stessa sensazione di essere sempre stata accanto a persone che mi erano superiori"

Nel' 65 sposa l'inventore delle musiche-tormentone di oggi di 007 ( John Barry ndb). lei ha 19 anni, lui 13 anni di più. Non funzionò

"Una catastrofe. Povero John, era stufo, c'era da capirlo. .... Ritrovarsi accanto ad una ragazzina che passava le giornate a piagnucolare, che viveva aggrappata a lui. Era talentuoso, brillante , ma compassato, per niente sentimentale"

Però fu lei, la "frignona", a filarsela

"Sì , ad un certo punto non avessi deciso di andarmene sarei rimasta in eterno ad aspettarlo in salotto, a comprargli i giornali , a preparargli il bagno caldo, a mettergli sul fuoco il brodo di tartaruga"

Così prese Kate, la bambina avuta da lui, e da Londra se ne volò in Francia . Ma prima era già apparsa in Blow-Up di Antonioni, e in tenuta nature

"Antonioni era un gentleman. Mi diede da leggere le poche pagine con le mie battute, avvertendo subito "Sappia che dovrà essere completamente nuda. Torni a casa e ci pensi su". ne parlai con John, che conosceva i miei pudori. Mi disse "Tu quando ti spogli spegni la luce , ma se devi recitare nuda tanto vale farlo col grande Antonioni". Allora osai"



In Francia andò per per il provino di un film assai meno audace, Slogan, ma nel ruolo del protagonista c'era un certo Gainsbourg. Set Galeotto.

"Sulle prima fu sprezzante. Mi sfotteva per il mio francese orrendo"

Finché una sera a Parigi non venne a prenderla in albergo. Quella soirée è tra i pezzi forti del libro

"Non sapeva ballare. Mi pestava i piedi. Lo trovavo delizioso. Dopo cena mi trascinò in un night russo, il Raspoutine. Uscendo ordinò all'orchestra di suonarci il Valzer triste di Sibelius sul marciapiede mentre aspettavamo il taxi per andarcene da un'altra parte. Finimmo in un locale che si chiamava Los Calvados. Serge suonò la chitarra con i musicisti messicani e il piano con il jazzista afroamericano Joe Turner. Da lì ci trasferimmo da madame Arthur , un posto di travestiti dove c'erano signori in costume da gallina che per magia facevano spuntare uova da sotto le ascelle degli spettatori attoniti, canticchiando "Co-co-co...". All'alba bevemmo champagne al mercato delle Halles tra i macellai che scaricavano la carne con i grembiuli insanguinati"

E non era ancora finita

"Quando Serge mi propose di riaccompagnarmi in albergo , mi sorpresi a rispondergli "No". Pensavo che saremmo andati a casa sua. Viveva ancora con i genitori! Invece mi portò all'Hotel Hilton. E all'ingresso il portiere di notte lo accolse con un "Solita camera, Monsieur Gainsbourg?". A quel punto non ero più sicura di aver fatto la scelta giusta. Appena entrati in camera mi sono chiusa in bagno per prendere tempo. Quando sono uscita Serge dormiva profondamente. Allora mi è venuta un'idea. Lasciando la porta socchiusa , sono corsa al Drugstore a comprare il 45 giri di Yummy Yummy (I got Love in MyYummy), la canzone sulla quale avevamo ballato tutta la notte. Sono tornata all'Hilton , gli ho sistemato il disco tra le dita dei piedi e me la sono svignata"

Serge era "insieme così ebreo e così russo"

"Un tipo divertentissimo. Raccontava barzellette ebraiche, le teneva annotate su un taccuino. Ma in lui c'era anche una vena drammatico-teatrale. Poteva restarsene notti intere a piangere al lume di una candela"

Stravedeva per il macabro. In casa aveva la riproduzione di uno scheletro e le pareti dipinte di nero

"in questo era influenzato dal suo amico Salvador Dalì. Era rimasto molto colpito dall'appartamento di Dalì con i candelabri, i muri rivestiti di astrakan e la vasca da bagno foderata con un lenzuolo nero"

Scicchissimo

"Gli ambienti arredati da Serge avevano una loro magia, ma non era molto divertente viverci. Lui era una miscela di purezze e degenerazione"



Ma il degenerato la stregò: Una notte gli disse "Portami in un bordello". Un tuffetto nei bassifondi. Un gioco erotico. Finiste a Pigalle.

"Indossavo un abitino nero e stivali kinky sopra il ginocchio, color rosso fuoco, tacco altissimo. Nei vicoli le puttane mi urlavano contro. Difendevano il loro territorio, pensavano fossi una concorrente. "Strappale gli occhi" gridavano a Serge. Riuscimmo ad allontanarci. Andammo ad infilarci in un alberghetto. Il vecchio concierge non si fidava "Quanti anni ha la ragazzina?". "Ventuno" rispose Serge senza convincerlo. Mentre salivamo le scale il portiere ci fissava biecamente assieme ad un gruppo di compari. Nella stanza c'erano solo un letto matrimoniale e un bidet che faceva ploc-ploc. Il letto era umido. "Recita la puttana sordida" mi disse Serge. Rimasi in calze e reggicalze. Mentre mi esibivo in una serie di gridolini, sentimmo bussare violentemente alla porta. "Apri!" urlò qualcuno. "Vattene!" rispose Serge. E dall'altra parte "Apri o sfondiamo la porta!" Serge mi consigliò di rivestirmi. Ma in quel momento ci fu uno schianto. Quei tizi avevano buttato giù la porta e Serge c'era finito sotto "Non farti toccare , prendili a calci mi strillava!"

Però le intenzioni del branco si rivelarono sorprendenti

"Tutto bene, piccola?" mi chiese quello che guidava il gruppo. Mentre cercavo le mutande mi spiegò che la settimana prima in albergo c'era stato un omicidio e da allora lui era sul chi vive. Era preoccupato per me, le mie grida lo avevano spaventato. "Ma io quest'uomo lo amo!" dissi indicando Serge che si stava rialzando. Tornammo giù in mezzo a una folla di arabi esterrefatti"

La vostra storia iniziò nel '68, anno-terremoto

"Ma lui se ne fregava della politica. Una volta votò per Giscard d'Estaing. E la gente non ci credeva perché tutti pensavano fosse di ultrasinistra. Quanto alle rivolte studentesche , diceva che erano bambinate rispetto alle vere rivoluzioni. I suoi genitori erano fuggiti da quella russa"

Veniamo a Je t'aime... moi mon plus. Il testo uscì con scritto sulla copertina : vietato ai minori di 21 anni. Però piovvero lo stesso scomuniche , censure, sequestri. Tra gemiti e sospiri, la pop music entrava per la prima volta nell'alcova. Come andò la registrazione?

"Molto professionale. Con Serge eravamo in due cabine separate. Lui mi faceva i segni con le mani per guidare il mio respiro"

Nel '67 avete inciso una prima versione con la sua musa Brigitte Bardot, ma il marito di lei, Gunther Sachs, che pure era un playboy, ne aveva bloccato la diffusione, imbestialito. Quella versione riemerse negli anni Ottanta. Circonfusa di leggenda. Correva voce che registrandola BB e Gainsbourg non si fossero limitati a imitare l'amplesso. ma era solo marketing

"Je t'aime... fu concepita per Brigitte, il grande amore di Serge. Lui non la considerava un inno alla liberazione sessuale ma un grido si soccorso amoroso, nel testo l'eros è un vicolo cieco, un "va e vieni" senza uscita. Quando lei dice "Ti amo", lui risponde "Nemmeno io" perché non le crede. In un certo senso è una canzone disperata"

Sarà. Ma a mezzo secolo di distanza resta piuttosto hot

"Un giorno a Londra un tassista mi ha detto "Grazie a quella canzone ho fatto cinque figli!"

Come ha vissuto la concorrenza con BB?

"Fino alla fine, in presenza di Brigitte, Serge continuava a sbiancare. Ma io non la vivevo come una rivalità. Girammo un film insieme, Don Juan, regia di Roger Vadim. Bruttissimo. Un giorno Serge mi disse che lei voleva far uscire la prima versione di Je t'aime... per finanziare la causa animalista. Accettai. Sostengo ancora la sua associazione. Ci scriviamo ogni anno"

L'impressione è che giocando con l'eros , con Serge vi siete divertiti un mondo. E ci abbiate preso simpaticamente per i fondelli

"C'era senz'altro una componente ludica. Ho fatto sempre tutto con grande allegria"



Anche quel servizio fotografico in stile sadomaso che la ritraeva in reggicalze ammanettata ad un termosifone?

"Sì. Però forse in quel caso esagerammo. Perfino mia madre , che non si scandalizzava facilmente, reagì malissimo"

Oggi le femministe che direbbero?

"Direbbero: aaaargh!"

Con l'alcol Gainsbourg non simulava

"No, ma all'epoca bevevamo tutti come pazzi"

Pure in fatto di tabagismo fu un recordman. Gli attribuiscono un consumo di cinque pacchetti di Gitanes al giorno

"Dopo l'infarto sembrava aver smesso. Ma all'ospedale ci chiedeva bombolette di deodorante spray in quantità che avrebbero dovuto insospettirci. Quando lasciò la camera, gli infermieri trovarono nascoste centinaia di fialette medicinali con mozziconi di sigaretta spenti dentro"

Siccome sfoggiava un aspetto da snob trasandato c'era chi malignava sulla sua igiene personale

"Era superpulito, ma si lavava a pezzi. Non sopportava l'idea di immergersi interamente in una vasca da bagno. Ed era pudicissimo. Non l'ho mai visto nudo"

Anche a gelosia non scherzava

"Quando John Barry veniva a trovare nostra figlia Kate, Serge era sempre nervosissimo. Sfoggiava la rabbia al pianoforte, pestando sui tasti come un matto il tema di James Bond"

Nel '71 da Birkin e Gainsbourg nacque Charlotte e Serge festeggiò subito la paternità a modo suo

"Durante il parto camminava quattro zampe dietro la porta con uno stetoscopio per ascoltare cosa succedeva dentro. Con mio fratello Andrew s'erano scolati tutti i liquori che avevano potuto trovare in albergo. Incluso quello alla banana"

Come ogni amour fou, anche il vostro finì tra pianti e strepiti

"Quando Serge capì che l'avrei lasciato per lui fu una tragedia. Ma non voleva che si dicesse male di me. E in giro ripeteva che era tuta colpa sua"

Lei continua a portare in tournée i brani di Gainsbourg. Gli anni ruggenti sono lontani, ma quelle canzoni tengono botta

"Perché sono dei classici. Come certe poesie, che so, di Apollinaire. Un miscuglio di erotismo, ironia , tenerezza"

Dai Diari viene fuori che a a 13 anni lei aveva il terrore di invecchiare

"Ero carina. Pensavo che dopo i 40 anni sarebbe finito tutto. Invece è l'età più bella"

Che fine ha fatto la scimmia di peluche?

"L'ho messa nella bara di Serge. Per proteggerlo nell'aldilà. Come un faraone"




This post first appeared on Intervistemadyur, please read the originial post: here

Share the post

INTERVISTA A JANE BIRKIN "Pensavo che dopo i 40 anni sarebbe finito tutto. Invece è l'età più bella"

×

Subscribe to Intervistemadyur

Get updates delivered right to your inbox!

Thank you for your subscription

×