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INTERVISTA A LILLI GRUBER "Quello della solitudine e del silenzio delle vittime è un problema molto serio, di cui vorrei avere la soluzione"

Lilli Gruber conduttrice ogni sera su la / del programma Otto e mezzo

L’impressione è che con il coronavirus la situazione sia peggiorata e che abbiamo perso parte delle conquiste fatte sul lavoro, in famiglia, nella società

“Mi verrebbe da dire che in realtà avevamo poco da perdere, vista la disparità in termini di valorizzazione professionale e di salari. Tuttavia si, tra smart working e no, pulizia della casa, marito e figli da accudire anche nei compiti, le quarantene hanno accresciuto il peso del lavoro domestico che in Italia, più che altrove, rimane un’incombenza prettamente femminile. Diverse indagini confermano che durante la pandemia la disparità si sia accentuata. Quindi, compagni maschi, cominciare a rimboccarvi le maniche per le faccende domestiche”

Le task force nominate per far fronte all’emergenza sono a prevalenza maschile. Il punto di vista femminile non sarebbe stato utile a trovare soluzioni?

“La task force, i tavoli, le delegazioni, gli Stati Maggiori: c’è ovunque un’orgia di maschilismo, una rappresentazione grottesca e deforme della realtà italiana, dove sono spesso le Donne a garantire la tenuta del sistema e la sua qualità. Ma di loro non troviamo praticamente traccia nell’iconografia del potere e nella stanza dei bottoni. Se si leggono i profili delle donne che il 2 giugno scorso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha premiato con il cavalierato per il contributo dato durante la crisi sanitaria, ci si rende conto di quante competenze potremmo disporre per una miglior gestione degli affari pubblici. E chi ha in mano le leve del potere ha il dovere di rimediare subito”

Anche i media hanno responsabilità in questo senso. Lei durante l’emergenza coronavirus è riuscita ad invitare più donne in trasmissione?

“Sì. E non è stato difficile trovarle perché sono donne molte delle eccellenze che hanno aiutato l’Italia a superare la crisi e che la aiuteranno a rimettersi in cammino”

Abbiamo bisogno di modelli femminili. Eppure, come si vede nel documentario This Changes Everything, anche dal mondo del cinema ci arrivano col contagocce…

“Esattamente. Oltre la metà degli spettatori sono donne, eppure le registe rimangono solo il 4% e le autrici il 15%. D’altra parte, nella storia degli Oscar, le uniche due registe a vincere il premio sono state Kathryn Bigelow nel 2010 con The Hurt Locker e Lina Wertmuller lo scorso anno (ricevuto alla carriera ndb). Ma il rosa è un colore contagioso: quando c’è una donna dietro la macchina da presa è provato che nella troupe vengono arruolate più sceneggiatrici, montatrici, operatrici e attrici nelle parti principali”

E nelle serie Tv come vanno le cose?

“Qui è in atto una rivoluzione al femminile: le donne hanno acquisito potere decisionale e accettano solo storie nelle quali la nostra presenza abbia un ruolo importante”

Posso permettersi di farlo?

“Nelle serie televisive il rosa è diventato il colore dei soldi: quelle scritte e prodotte da donne, oltre che interpretate, come Big Little Lies di Reese Whiterspoon e Nicole Kidman, o Russian Doll, ideata da autrici, appassionano pubblico e critica. Alcuni dei personaggi più amati dei nostri tempi, quali Meredith Grey (Grey’s Anatomy), Annalise Keating (Le regole del delitto perfetto) e Olivia Pope (Scandal), sono state create da Shonda Rhimes. Di colore e sovrappeso, la sceneggiatrice americana è una delle donne più influenti del pianeta. E la sua squadra fa incassi miliardari”

Qual è il segreto di tanto successo? Cosa ci fa affezionare a questi personaggi?

“Sono donne motivate da lealtà, dirittura morale, forza, resistenza, spirito di sacrificio, valori quanto mai attuali e necessari oggi che non viviamo tempi facili: questo ci porta a fare il tifo per loro e a cliccare compulsivamente sul prossimo episodio”

Un ruolo importante contro abusi e prevaricazioni lo hanno avuto movimenti come MeToo e Time’s Up. Eppure tante donne, e professioniste, continuano a stare zitte, a subire.

“Quello della solitudine e del silenzio delle vittime è un Problema Molto Serio, di Cui Vorrei Avere la soluzione. Per bloccare gli aspiranti molestatori è bene far capire fin da subito che rischiano solo di passare dei guai, contando solo sulla vigliaccheria. Per contrastare i violenti e i prevaricatori veri, invece, serve più solidarietà verso le vittime: crediamo alle donne che denunciano, difendiamole, non lasciamole sole. Se creiamo un clima di fiducia e sostegno, nessuno dovrà più avere paura”

“La parità di genere è la cavalleria del Ventunesimo secolo”, dice Meryl Streep. Gli uomini devono aprire la porta e farci entrare nel sistema. Conviene anche a loro?

“Certo. Nessuno trae vantaggio da un universo costruito solo da maschi e per maschi. Io li chiamo “uomini di buona volontà” quelli convinti che un mondo a misura di donna sarà migliore per tutti. Quelli che si pongono il problema di costruire la società che vorrebbero per le loro figlie, compagne, sorelle, e in realtà anche per se stessi. Quelli davvero sicuri di sé, che non hanno bisogno di rigurgitarci addosso le loro frustrazioni e insicurezze”

Eppure qualcuno ha il coraggio di dire che la parità è raggiunta. Che siete solo isteriche

“I numeri dicono altro e sono agghiaccianti. A cominciare dalla violenza sulle donne: secondo gli ultimi dati, ci sono 88 vittime al giorno, una ogni quarto d’ora, e durante la quarantena le richieste di aiuto hanno avuto un’impennata. Per continuare con il gender pay gap: in media, veniamo pagate il 16% in meno di un uomo. Secondo il World Economic Forum per raggiungere la parità salariale tra maschi e femmine ci vorranno ancora 257 anni: a voler essere ottimisti, per portare a casa lo stesso stipendio dovremmo aspettare il 2277! Chi oggi sostiene che siamo arrivati alla parità e disinformato. Oppure è in malafede”



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