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INTERVISTA AL DISSIDENTE CINESE AI WEIWEI "Il Coronavirus è uno dei pochi autentici brand cinesi , un genuino prodotto Made in China, come la tecnologia 5G Huawei"

Ai Weiwei è un artista cinese. Artista concettuale, pittore, fotografo e regista. E' il dissidente , cinese, più famoso del mondo. In Cina il suo governo lo ha rinchiuso in carcere, gli ha tolto il passaporto, gli ha chiuso il blog e demolito il suo studio a Pechino.

"Il Coronavirus è uno dei pochi Autentici Brand Cinesi , un genuino prodotto Made in China, come la tecnologia 5G Huawei. La globalizzazione ha raggiunto un livello tale che ogni Paese deve misurarsi con nazioni in via di sviluppo come la Cina, il che minaccia di trasformare radicalmente gli scenari attuali. Altri imprevedibili eventi globali si abbatteranno su di noi la prossima decade. La domanda è: siamo pronti ad affrontarli?"

"Il capitalismo ha spinto l'economia globale a tenere un ritmo così forsennato da causare il deteriorarsi di ogni principio morale legato ad uno sfruttamento dissennato delle risorse naturali"

Ai Weiwei : la sua vocazione consiste nel registrare disastri?


"Non solo. Ma è vero che tengo conto della pericolosità dell'incertezza, che punisce l'intelligenza umana determinando panico e irrazionalità, e può essere crudele come una malattia. Porta alla xenofobia, alla discriminazione e al nazismo, cioè a orrende espressioni basate sulla paura. Per i crimini perpetrati contro il pianeta, finora siamo stati puniti troppo leggermente. Aspettiamoci castighi più pesanti"


Tutto questo c'entra con la vicenda attuale del coronavirus?

"Il fenomeno che lei cita ha fatto emergere una realtà allarmante. Una società autoritaria ha nascosto inizialmente la malattia ritardando la circolazione delle informazioni, che sono state approssimative e confuse. Nessuno sa con esattezza quante persone siano state contagiate , e forse la malattia o la morte di alcuni non è stata attribuita al Virus. Nel sistema comunista i media sono asserviti ai cani di guardia delle Autorità e la gente non si fida di loro. Inoltre la World Health Organization è corrotta e complice nell'aver rallentato il diffondersi delle notizie. Altre organizzazioni di riferimento riguardo alla politica globale sul clima tradiscono il loro mandato perché dipendono dai finanziamenti di Paesi come la Cina. Quando la gente perde fiducia nel governo si scatena un egoismo selvaggio e il prossimo diventa un nemico. Conta solo l'autoconservazione. In Occidente la situazione è un po' diversa , ma pure qui i politici non gestiscono le crisi con chiarezza. D'altronde l'incremento dei rapporti con la Cina è economicamente cruciale per molti"


C'è qualcosa che possiamo imparare dai Virus e dalla paura che scatena?

"Che la natura si vendica: ne deriva una Terra vicina al collasso e assediata da pandemie e catastrofi. Bisogna adoperarsi per ristabilire i valori umani essenziali contro l'establishment, pronto a difendere la vecchia struttura. Urge una rivoluzione, che sia pacifica o no"



Lei ha interrotto del tutto i rapporti col suo Paese?

"Sì. Viene governato con modalità opposte a tutto ciò che penso. Mia madre , 87 anni, non vuole che io vada più a trovarla perché sarebbe rischioso per la mia incolumità. Questo è terribile. Ogni madre desidera salutare suo figlio prima di morire"

Com'è stato crescere nella Cina della rivoluzione culturale?

"Ho abitato per anni in un buco scavato in una cava in mezzo al nulla, praticamente sotto terra. Mio padre, uomo gentile e luminoso che non perse mai il suo spirito accogliente, faceva l'addetto alla pulizia della fossa in cui si riversavano i pochi cessi del villaggio. Tredici gabinetti primitivi. Non c'era acqua. Non c'era carta. Ci pulivamo il sedere con le pietre. Ma in quel villaggio , da bambini, ho imparato lavori fisicamente duri che hanno fatto diventare vigoroso il mi corpo, e per combattere il vigore serve"

Il suo recente film "Human Flow" si è occupato delle massi enormi di persone oggi costrette a un esodo interminabile da carestie, guerre, miseria, cambianti climatici...


"Prima La Cina occupava interamente i miei pensieri. Ora mi dedico a valori globali e all'importanza imprescindibile dei diritti umani. Quel film racconta una valanga di umanità in cerca di una vita migliore"


Perché tutti abbiano il diritto di andare ovunque? I confini geografici non hanno senso?


"Ne sono convinto. Se crediamo che ogni esistenza debba condividere gli stessi valori, accetteremo che ciascuno possa recarsi in ogni luogo. Nasciamo tutti uguali e abitiamo lo stesso pianeta: se si rigetta quest'idea, aumenteranno le sopraffazioni, le emarginazioni e i razzismi. L'Europa deve aprirsi alla tolleranza e a strutture politiche che garantiscano i diritti basilari. Sennò gli egosimi nazionali la distruggeranno"


Eppure, lei nemico di muri e separatismi, ha deciso di abitare in Inghilterra adesso, nel momento della Brexit. Crede che la Gran Bretagna post-Brexit sarà tollerante?


"Per un periodo ho vissuto in Germania, a Berlino, constatando che l'ambiente tedesco è pessimo per gli stranieri. Mi sono traferito a Cambridge soprattutto per proteggere mio figlio di dieci anni Lao: voglio farlo vivere al sicuro e permettergli di ricevere una buona educazione scolastica. Non ho grandi illusioni sulla Gran Bretagna, ma penso che sia un posto migliore della Germania per la mia famiglia. Gli inglesi sono dei colonialisti abituati ad avere a fare coi "diversi", e in fin dei conti sono civili, beneducati. In Germania invece dominano maleducazione e razzismo"


Arte è bellezza o arte è politica?


"LA bellezza è politica. Ogni messaggio estetico è politico. E la politica può avere il senso di un atto estetico o viceversa: il teatro di Shakespeare è spesso pura politica. Guardi anche Turandot di Puccini , storia di una bellissima principessa che non rinuncia ai suoi ricordi. E' algida e vendicativa , e riversa la sua rabbia sui principi giunti a chiedere la sua mano perché una sua antenata venne uccisa da un principe straniero. Vorrei far rivivere sulla scena le sue due anime. Una rappresenta l'autorità e l'imperio sociale che lei incarna; l'altra resta ancorata ai suoi avi. C'è molta politica in questo, così come nel personaggio di Calaf, che è un rifugiato come suo padre, un re spodestato. La scenografia sarà una mappa ispirata a Roma e alle sue rovine. Cerco di proporre con gli occhi di oggi argomenti quali l'amore, il potere e la detenzione per motivi politici. Mi rendo conto che una grande distanza separa l'opera tradizionale cinese dal vostro melodramma, sofisticato e glamorous, mentre l'opera cinese è astratta e simbolica"


Aveva già frequentato la lirica occidentale?


"Conosco quest'opera di Puccini perché da giovane a New York feci la comparsa in una Turandot con regia di Franco Zeffirelli. Presi il lavoro perché avevo un bisogno disperato di soldi e sulla scena interpretavo il minuscolo ruolo dell'assistente del boia. Ma in generale la mia esperienza in questo campo è scarsa. Da ragazzo potevo ascoltare solo musica di propaganda"


Le nuove tecnologie l'affascinano, Ai Weiwei? Ha appena girato il documentario "Omni", molto innovativo negli strumenti , sul tema della crisi migratoria e del suo effetto devastante su animali ed esseri umani


"E' il mio primo film di realtà virtuale, realizzato a 360 gradi  e fruibile con uno speciale headset (occhiali e cuffie unite in unico accessorio ndb). Ciò che vede lo spettatore cambia gradualmente girando con la lentezza la testa. In principio seguo in Myanmar il destino degli elefanti , prima usati per il disboscamento e ora in disarmo. Anche chi si prendeva cura di loro ha perso ogni occupazione. La seconda parte è filmata in Bangladesh, dentro un campo per rifugiati rohingya (minoranza etnica islamica repressa ndb)


Lei qui riprende oasi di gioia: bambini esultanti all'arrivo dei furgoni col cibo , una colorata festa islamica, una bella scuola...


"L'ho fatto perché sento che, malgrado tutto, ci sono molte cose positive nella nostra umanità e affiorano persino nelle condizioni peggiori. Io non voglio mostrare che esiste solo tristezza"







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