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Il futuro siamo noi recensione del documentario di Gilles de Maistre [Anteprima]

Il futuro siamo noi recensione del documentario di Gilles de Maistre con Kaycie Chase e Greta Thunberg distribuito da Officine UBU

Gilles de Maistre, dopo aver diretto il maggior incasso francese del 2019 Mia e il leone bianco, torna in Italia con un documentario girato nel 2019 e in uscita nelle sale il 13 maggio intitolato Il futuro siamo noi. Il focus è su alcuni dei tanti bambini che nel mondo cercano di combattere per i propri diritti e la salvaguardia del pianeta. Prodotto dal regista stesso e le case di produzione Mai Juin Productions e Echo Studio, Il futuro siamo noi ha avuto il patrocinio dell’Unicef e la distribuzione di Officine UBU per il suo nobile intento e la potenza delle storie che racconta. Il documentario è un viaggio lunghissimo, che parte dal Perù per arrivare fino in India passando per il nord della Francia e la Guinea, per mostrare come le difficoltà si possano abbattere con piccoli e grandi gesti.

Ogni anno in Svezia viene assegnato un premio per l’ambiente riservato ad un bambino su cinque candidati per il loro impegno umanitario. Nel 2018 uno dei finalisti è José Adolfo, un tredicenne peruviano che ha creato una banca per bambini in grado di garantire a loro denaro in cambio di una sostanziosa raccolta di rifiuti.
Il futuro siamo noi inizia dalla cerimonia e José, oltre a raccontare la sua storia, accompagna con la sua voce la scoperta di altri bambini nel mondo che come lui stanno facendo qualcosa per cambiare il mondo in cui vivono.

Arthur, uno dei protagonisti del documentario di Gilles de Maistre (Credits: Officine UBU)
Heena in Il futuro siamo noi di Gilles de Maistre (Credits: Officine UBU)

Arthur è un bambino di dieci anni, vive in un paesino nel nord della Francia e aiuta i senzatetto dandogli, ogni volta che può, cibo e vestiti per rendere la loro vita meno sofferente. Non riesce a concepire come nel mondo ci sia così tanto dolore e per questo si diletta a dipingere e a vendere i suoi quadri per aiutare sempre più persone, soprattutto quelle che non riescono ad avere neanche un pasto caldo e una coperta con cui dormire. Heena ha undici anni e vive in una delle città indiane dove lo sfruttamento minorile è onnipresente. Lei e altri ragazzi hanno fondato un giornale per mostrare e denunciare la situazione di tantissimi bambini, che invece di essere a scuola sono obbligati a svolgere lavori pericolosi e senza nessuna protezione.

Aïssatou ha dodici anni e vive in Guinea, dove i matrimoni combinati sono ancora celebrati e colpiscono bambine anche della sua età. Per questo ha deciso di combattere questa terribile usanza interrompendo le cerimonie e aiutare le vittime a superare un trauma indescrivibile. Il documentario si sposta anche in Bolivia dove Jocelyn, Peter e Kevin sono tre bambini costretti a lavorare per aiutare la famiglia, ma che hanno fondato un sindacato per garantire a tutti i ragazzi il diritto allo studio e alla libertà in un luogo dove per un bambino è normale lavorare tutti i giorni senza la possibilità di andare a scuola.

Peter, uno dei protagonisti del documentario di Gilles de Maistre (Credits: Officine UBU)
Il futuro siamo noi documentario di Gilles de Maistre (Credits: Officine UBU)

Il futuro siamo noi è un grande inno alle potenzialità che ogni bambino ha dentro sé stesso, è la dimostrazione che un bambino ha lo stesso valore di un adulto e che anche lui può fare la differenza. Gilles de Maistre ha viaggiato da una parte all’altra del mondo per raccontare queste bellissime storie e far capire ad ogni bambino che anche un piccolo gesto ha valore e può innescare qualcosa di più grande.

Il futuro siamo noi non mostra solo i problemi ambientali che il mondo sta accumulando e trascurando, ma fa anche emergere le discriminazioni e le gravi condizioni in cui molti bambini sono costretti a vivere. È straziante pensare a bambine costrette a sposarsi a quella precoce età senza quindi aver la possibilità di essere libere, è straziante vedere bambini lavorare in miniera invece che divertirsi e studiare sui banchi di una scuola, ma è altrettanto bello e stimolante sapere che molti stanno lottando per cambiare questo equilibri e che stanno lottando per avere un futuro migliore.

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