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Cannavacciuolo a Sanremo è “da incubo” pure lui!

In un paese dove oggi fare lo Chef sembra essere la professione più ambita da migliaia di giovani e meno giovani che smaniano per indossare una giacca da cuoco possibilmente personalizzata con tanto di nome, cognome e sponsor vari, poteva mancare sul palco di Sanremo 2016 tra tante eccellenze la presenza di uno chef?
Certo che no, e Carlo Conti ha chiamato a rappresentare il mondo culinario del bel paese lo chef Antonino Cannavacciuolo, new entry della trasmissione Masterchef e protagonista del programma “Cucine da incubo”.
Il pluri stellato chef campano che si è trasferito in Piemonte dove gestisce dal 1999 il ristorante interno al Relais et Châteaux “Villa Crespi” sul Lago d’Orta e ha appena aperto il suo Cannavacciuolo Café & Bistrot a Novara ha fatto un’entrata da vero ospite d’onore scendendo gli scalini di quella scala che ti proietta in pochi secondi in diretta davanti a una decina di milioni di telespettatori.
Giunto sul palco e sottoposto alle domande di rito dei conduttori, sarà per l’emozione o per il fatto che in diretta si va senza quel paracadute che ti protegge nei programmi registrati ( Masterchef, Cucine da incubo,ecc.) ha infilato una corbelleria dietro l’altra per spiegare i diversi tempi di cottura per avere un uovo alla coque o sodo.
Il Re delle pacche sulle spalle alla domanda di Gabriel Garko su quanti minuti siano necessari per cuocere nei due differenti modi un uovo ha risposto: “per l’uovo alla coque ci vogliono 6 minuti, mentre ne servono 12 per quello sodo”, mentre a Carlo Conti che gli ha chiesto se il sale nell’acqua per la pasta lo si mette a freddo o quando l’acqua bolle ha risposto: “durante l’ebollizione, perché altrimenti il sale evapora”.
Che il sale è un solido per cui sedimenta ma non evapora a 100 gradi è una roba che la si impara alle medie, eppure lo chef ruspante di Vico Equense si è diplomato nell’Istituto alberghiero cittadino dove a quanto pare il Pellegrino Artusi con il suo “La scienza in cucina e l’arte del mangiare bene” non è pervenuto, altrimenti avrebbe potuto apprendere che : “Le uova a bere fatele bollire due minuti, le uova sode dieci, cominciando a contare dal momento che le gettate nell’acqua bollente; se vi piacciono bazzotte, bastano sei o sette minuti, e in ambedue i casi, appena tolte dal fuoco, le metterete nell’acqua fredda”.
Certo che da uno chef che nel suo ristorante sul lago d’Orta ti propone un menu degustazione “itinerario dal sud al nord Italia” a 140 euro a persona più eventuale degustazione vini “…Dal Nord al Sud” (5 calici) alla quotazione di Euro 70,00 per persona, ti aspetteresti qualcosa di più per non dare ragione al super chef Gualtiero Marchesi che in una intervista a Panorama ha detto : “Posso dirla brutalmente? Guardando Masterchef si imparano le cagate” e ancora “Non sopporto che le persone vengano obbligate a fare le creative a oltranza, a produrre vaccate. Non amo esibirmi, non sono come chi, non faccio nomi, è sempre in pista, con la smania di successo”.
Concordo con Marchesi sul fatto che Masterchef sia più un programma che fa tendenza per chi lo guarda piuttosto che una palestra culinaria visto che in una recente puntata alcuni partecipanti non sono stati in grado di fare una semplice insalata russa, un po’ meno quando critica i suoi colleghi che amano essere sempre in pista, (visto che lui stesso ha appena lanciato su Canale 5 “Il pranzo della domenica”) perché a certi livelli lo chef si trasforma in personaggio e come tale ha la necessità per far quadrare i bilanci di apparire sempre e comunque.
Nell’attimo in cui ho assistito al momento “da incubo“ di Cannavacciuolo il mio pensiero è andato a tutti quei mariti che talvolta vengono bollati dalla propria moglie o compagna con la più classica delle frasi : “Non sa neppure far cuocere un uovo!”, beh dall’altra sera questi mariti potranno rispondere di essere in buona compagnia.

L’uovo alla coque
Per ottenere l’uovo alla coque è sufficiente lasciarlo bollire per 2-3 minuti: l’albume si indurisce in uno strato sottile in prossimità del guscio, e l’interno resta morbido.

L’uovo barzotto
Con un paio di minuti in più si ottiene l’uovo barzotto, in cui l’albume si è solidificato completamente mentre   il tuorlo è rimasto molle.

L’uovo sodo
Occorrono circa 6 minuti per ottenere l’uovo sodo, in cui sia albume che tuorlo sono totalmente solidificati.




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