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La guerra tra poveri è cominciata

La guerra tra poveri…

Il decreto Cura Italia, entrato in vigore lo scorso 17 marzo, ha stanziato 5 miliardi di Ammortizzatori Sociali per sostenere i lavoratori e le famiglie italiane in difficoltà.
Se in tanti stanno ancora aspettando il bonus da 600€ destinato a partite IVA, autonomi e stagionali, non va meglio a quei lavoratori che hanno fatto richiesta di cassa integrazione.
A due mesi dal lockdown che ha paralizzato l’Italia, solo un lavoratore su cinque ha percepito il sussidio previdenziale.
Nello Musumeci, presidente della Regione, ha recentemente chiesto scusa ai 139 mila lavoratori siciliani che aspettano l’indennità, già da parecchio tempo, parlando di proprie responsabilità politiche e grossi problemi tecnici e informatici da parte dell’INPS.
Ma siamo sicuri che sia solamente una piattaforma informatica inadeguata a causare questi immensi ritardi e a generare la rabbia di migliaia di famiglie siciliane?

Pippo Foti, coordinatore regionale della Rete per la Legalità Sicilia, ha denunciato una squallida vicenda che ha fatto molto scalpore: Gli Impiegati della Regione Sicilia, spalleggiati dai sindacati, hanno chiesto 10€ di bonus per ciascuna pratica da inoltrare all’INPS.
In buona sostanza gli impiegati, in seguito al notevole incremento della mole di lavoro, avrebbero preteso un incentivo pecuniario per inoltrare le richieste di cassa integrazione all’organismo previdenziale.
In un momento particolarmente drammatico in cui tante famiglie stentano ad andare avanti e affrontano durissime difficoltà economiche, la richiesta paradossale degli impiegati regionali risulta totalmente fuori luogo.
Non si può speculare sulle spalle di famiglie sul lastrico, di gente costretta a recarsi alla Caritas e cedere i propri beni al banco dei pegni pur di pagare bollette e affitti che continuano ad arrivare puntuali.
In altre regioni italiane i soldi sono già stati versati e gli impiegati hanno svolto le proprie mansioni senza pretendere alcuna retribuzione aggiuntiva: è triste e desolante che la speculazione sociale sia più forte della solidarietà, del sostegno recipropco e dello spirito di unità nazionale.
Episodi come questo fanno male alla collettività e fanno crescere la rabbia sociale.
I sindacati, in questo caso, hanno perso un’occasione per tacere.

Per far luce sull’accaduto, il ministro della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone ha chiesto un’ispezione: al momento soltanto 7 mila richieste (su 139 mila!) sono state inoltrate.
E’ una fase delicatissima per l’Italia ed è essenziale remare tutti nella stessa direzione, mostrarsi solidali e lavorare insieme per la ripresa e la ricrescita del Paese.
Come conseguenza di questo scempio, sono saltate le prime poltrone: dopo le dimissioni del direttore generale dell’assessorato al Lavoro, Giovanni Vindigni, letteralmente travolto dalle polemiche, il M5S ha presentato una mozione di censura nei confronti di Antonio Scavone, assessore al Lavoro della Regione Sicilia, reo di una gestione totalmente inadeguata degli ammortizzatori sociali.



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