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“Chi ama l'India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama. È sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa e indifferente. Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno.”
Tiziano Terzani
Niente colazione, perché svegliati alle 11. Ci offrono almeno il caffè.Autista con guida arriva per le 11.30. Il programma odierno prevede la Vecchia Delhi con il bazar e Moschea , Forte rosso solo esterno perché il lunedì è chiuso, Casa del Presidente, India gate.
Prima tappa al Forte Rosso. Conosciuto anche come Lal Qila, fu costruito da uno dei più famosi imperatori Mughal. Ci sono voluti 8 anni e 10 mesi per costruire il Forte.
Il forte fungeva come residenza Reale degli Imperatori dal 1648 al 1857. Il nome "rosso" deriva dal materiale con cui è stata costruito (arenaria). Nei tempi moderni è diventato di grande importanza per il polo indiano, in quanto il primo ministro consegna il suo discorso dell'Indipendenza ogni 15 agosto, il giorno in cui l'India conquistò l'indipendenza dagli Inglesi. Dal 2007 è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco.
Considerate che in India a Luglio fa veramente caldo. prima di raggiungere il paese avevamo letto notizie di temperature sopra i 42 gradi. Non raggiunti nel nostro viaggio, ma l'umidità è stata asfissiante. Questo non ci ha fatto non godere del viaggio.
La guida ci porta alla visita della moschea davanti al bazar di Nuova Delhi. Si comincia a sentire il famoso rumore che ci seguirà per tutto il viaggio : il suono del clacson. Gli indiani ne fanno un uso spropositato e a volte fastidioso.
Costruita dallo stesso Imperatore del Forte Rosso. Può contenere nel suo cortile quasi 25000 devoti. La Jama Masjid (la moschea del venerdì) misura 65x35 metri, la sua corte forma un quadrato di 100 metri.
La moschea è la più grande e più bella del paese. Fu eretto nel 1656 da 5000 artigiani. La moschea ha tre porte , quattro torri e due minareti. Ampie scale portano alle porte dell'ingresso nord e sud.
L'ingresso orientale, quello degli imperatori, è chiuso nei giorni feriali. La sala principale di preghiera è adornata da una serie di archi a forma di cuspide, che si ergono su 260 pilastri che sostengono 15 cupole di marmo a varie altezze.
La cosa fantastica ed interessante non è che solo i musulmani amino questo posto, molti cittadini di New Delhi , di religione diversa, portano la moschea nel cuore.
Ingresso nella moschea , prima delle due porte, è senza scarpe. Le donne devono avere le parti del corpo coperte.
Al centro del cortile c'è una vasca dove i musulmani si lavano prima di pregare. Il posto è bello.
Ci gustiamo tutto il posto con moltissime foto.
E' ora di pranzo, quale potrebbe essere il posto migliore se non il bazar davanti a noi appena usciti dalla porta?
Pranzato da Kamir, un ristorante semplice. Tutto veramente buono, Cominciamo ad entrare nei piatti e e nella cucina indiana. Si mangia molto vegetariano. La carne che si può trovare è di pollo o montone (capra). I piatti sono molto speziati, spesso conviene dire poco piccanti ( o medio). I camerieri, essendo turisti e non abituati, comunque ne sono consapevoli e lo chiedono.
La visita al bazar avviene prima con il risciò e poi a piedi. Il bazar Chandni Chowk"piazza di luna", chiamato così perché è stato originariamente intersecato da canali per catturare e riflettere la luce della luna.Arriviamo all'India Gate.
Molti risciò cercano di fermarmi per un passaggio , sono realmente e palesamente i taxi indiani.
Giriamo per il parco, Ci prendiamo del tempo.
Torniamo in macchina per passare davanti alla Casa del Presidente. Non si può sostare o fermare. Si trova esattamente all'estremità occidentale della strada Rajpath. Il sontuoso palazzo fu dapprima denominato Viceroy’s House. L’inaugurazione ufficiale avvenne nel 1929.
Nel Rashtrapati Bhavan sono state edificate diverse strutture. Innanzitutto il palazzo principale con 340 stanze decorate. Comprende la residenza ufficiale del presidente, i saloni di ricevimento, le camere degli ospiti e gli uffici. I vasti giardini presidenziali sono attorno.
C'è la possibilità di visita , ma a giorni programmati.
Torniamo in albergo. Doccia e riposo. La sera chiediamo all'autista di portarci in centro per mangiare qualcosa. Veniamo trasportati in un grande centro commerciale (South Extension), Mangiamo benissimo , al 3° piano, al Mati Mahal Deluxe. Bello, tradizionale e comodo.
Passeggiamo per negozi per poi rientrare in albergo.
2° giorno Da New Delhi a Mandawa
“L’India è un continente nel quale sono degni di interesse soprattutto gli aspetti umani.”
Alberto Moravia
Distanza 251 Km
Spostamento lungo per arrivare a Mandawa Distanza 250 Km).
Uscire dalla capitale oggi è difficile, iniziano in India le vacanze estive. Tante auto in fila, quasi tutti che suonano il clacson.
Viaggio in zone rurali. Incontrati cammelli per trasporto e nilgai (bovini indiani). Moltissime mucche libere, una allattava dei vitellini in mezzo alla strada.
Si arriva dopo pranzo nella città degli Haveli. La città è una galleria a cielo aperto. Haveli sono delle case abbellite da decorazioni, ove il proprietario ostentava ricchezza. Mandawa si trova in quella che era la via della seta. In questa zona passavano quindi molte carovane di mercanti.
Le famiglie dedite al commercio che si trovavano in quest’area si arricchirono grazie a questa posizione strategica ed iniziarono a costruire o abbellire dei sontuosi palazzi. Gli haveli quindi erano le case dei ricchi mercanti. Dovevano essere abbastanza grandi per poter ospitare tutta la famiglia, che spesso era molto numerosa ed erano caratterizzati da un ampio cortile interno.
Oltre al cortile, spesso abbellito con fontane e piante, gli haveli sono contraddistinti da meravigliose decorazioni. Le pareti esterne ed interne sono infatti decorate con affreschi variopinti raffiguranti divinità, motivi floreali e scene della vita quotidiana.
Passeggiando per le strade della cittadina, si percepisce subito che abbia avuto momenti migliori, un passato glorioso che oggi però è soltanto un ricordo lontano.
Alcuni haveli sono abbandonati, altri invece sono diventati hotel. Sono bellissimi. Vederli è tornare indietro nel tempo e percorrere la storia di questa città e i loro abitanti.La guida era locale e parlava un buon italiano. Racconta che la città spesso diventa una scena di qualche film di Bollywood. Molte sono le troupe indiane che vengono in questa città a girare qualche film.
Fa veramente caldo. Si torna il albergo prima che diventa buio.
Si riposa in albergo (Shahi Palace). La sera mangiamo in un albergo tipico della città (Monika).
Finisce la serata in un posto antico ove un tempo era una città piena di risorse e mercanti.
3° giorno da Mandawa a Bikaner
“Mi piace l'odore di questo paese, non lo dimenticherò mai... Ha un che di speziato!”
Adrien Brody
Distanza 190 Km
La distanza è di 190 Km.
Bikaner (prende il nome da Rao Bika, suo costruttore nel 1488) era una tappa sulle piste carovaniere ed è cinta da sette chilometri di possenti mura con cinque porte di accesso del 1600. La sua fortuna commerciale declinò con l’avvento della ferrovia e della motorizzazione.
Si arriva per ora di pranzo. Direttamente in albergo per ristoro. Si esce si mangia e poi giro per la città.
Prima la visita alla fortezza di Junagarh.
All’interno è un alternarsi di palazzi, cortili, balconi, torri. La porta di entrata (Suraj Pol, porta del sole) è sul lato est. Nella zona più
interna c’è il Durga Niwas (“residenza di Durga”), un magnifico chiostro con una vasca in marmo bianco al centro che veniva riempita con acqua profumata per offrire refrigerio durante l’estate. In occasione della festa di primavera, holi, la vasca veniva riempita di acqua colorata con cui re e regine si spruzzavano a vicenda.
Le impronte delle mani accanto a una delle porte celebrano le mogli, dei guerrieri rajput deceduti in battaglia, che si gettavano sulle pire
dei propri mariti (sati).
Dietro gli incredibili pannelli traforati delle finestre le donne dello zenana (harem) osservavano quello che accadeva nel cortile. Queste tipiche finestre saranno presenti in ogni palazzo e fortezza che abbiamo visitato in questo viaggio.
Stanze con armi antiche, oggetti per completare il museo. Nel palazzo si percorre la storia oggettistica del paese.
Dal museo si parte con l'auto per andare verso il centro e visitare il bazar. Si viaggia con il risciò.
Durante la visita vediamo bellissime haveli, case tradizionali e mercatini all'aria aperta dove si vende di tutto. Haveli differenti da quelli di Mandawa , ma sempre spettacolari.
Alla fine si va a vedere il Tempio Bhandasar Jain. Tempio giainista.
Il Jainismo è una antica religione dell’India, le cui origini risalgono circa a 2.600 anni fa, diffusa su tutto il territorio indiano con circa quattro milioni di seguaci. Il percorso Jainista è diretto all'ottenimento della purezza spirituale attraverso un modo di vivere fondato sulla non-violenza. Questo è basato sugli insegnamenti di Mahavira (599-527 a.C.) contemporaneo di Buddha. Predicando un’assoluta non-violenza, il Jainismo prevede una forma estrema di vegetarianismo: la dieta del fedele esclude anche molti vegetali e persino l’acqua viene filtrata al fine di non ingerire involontariamente piccoli organismi. I Jainisti credono che la liberazione possa essere ottenuta solo raggiungendo una totale purezza dell’anima. altri precetti sono: la verità, prendere solo ciò che viene offerto, castità e rinuncia alla proprietà.I monaci jaina non hanno alcuna proprietà privata, possiedono soltanto un recipiente per le elemosine.
I precetti per i laici sono diversi, devono avere proprietà per aiutare i monaci e per costruire templi e conventi. Come indù e buddhisti credono nella reincarnazione, a differenza dei primi sono contrari alle caste.
Il tempio è molto bello.
Da vedere.
Sera mangiato nello stesso ristorante del pranzo. A differenza del pranzo ( cibo locale) ci siamo orientati verso i Burger.
Si torna in albergo (Lallgarh Palace) e si chiude un'altra bellissimi giornata.
4° giorno da Bikaner a Jaisalmer
“L’India è un continente nel quale sono degni di interesse soprattutto gli aspetti umani.”
Alberto Moravia
Viaggio verso Jaisalmer (circa 330 Km).
Il viaggio è abbastanza lungo. Durante il tragitto ci fermiamo ad un rifugio delle mucche. Le mucche , come detto, sono sacre. Non possono essere toccate( si può solo prendere il latte), mangiate o uccise. In caso di incidenti bisognerà chiamare un ente governativo che subito si attrezza per recuperarle e verificare l'incidente. Se si abbandona in mezzo alla strada potresti essere condannato.
Troviamo mucche incidentate, magre, malate. Gli animali vengono curati volontariamente in questi rifugi. Ho visto delle brutte cose.
Ripartiamo.
Avvistiamo un antilope del deserto durante il viaggio.
Arrivati in città conosciamo la guida e andiamo in albergo.
E' prevista una serata organizzata. Una camminata con dromedario per 2 Km con vista tramonto ( pieno e colorato).
Evento grazioso.
La serata si conclude in un resort adiacente dove è prevista cena e serata musicale. Bellissimo anche da qui il tramonto e la vista delle stelle.
La serata musicale è la visione di una danza folcloristica locale.
Alla fine c'è stata una partecipazione anche dei vari turisti. Molto piacevole.
Si conclude con una cena a buffet.
Torniamo in albergo. Subiamo qualche black out notturno, ma dormiamo tranquillamente.
5° giorno Jaisalmer
“Per me, l'India rappresenta da sempre 'ogni cosa', rappresenta 'il tutto'. Tutto è qui. Si potrebbe rimanere qui per sempre e non sentire mai di esserti perso qualcosa della vita.”
Chris Martin
Dover aver espletato la colazione raggiungiamo il nostro cottage per prepararci. Si rimane in città , ma si cambia albergo. Andiamo verso il centro cittadino di Jaisalmer.
Lasciate le valigie partiamo con l'auto. Raggiungiamo la prima tappa che è il Lago Gadisar, che è un lago artificiale costruito da raja rawal jaisal. I templi di arenaria chattri scolpiti artisticamente santuari e ghat circondano il luogo.
Gente butta del cibo per i pesci gatto del lago. Si crede che l'animale sia una reincarnazione di un Dio. Gli hindu non possono mangiare questa carne.
Qualche turista si avventa nel lancio del cibo.Visitiamo il tempio accanto. Bello. Fuori dal muro è presente un albero di fico impreziosito da lumi e lustrini, per Hindu è un albero sacro.
Prima del porticciolo con barche a remi c'è la Tilon Ki Pol , la porta della prostituta. Si narra che sia stata costruita da una famosa prostituta. . Quando si offrì di pagare per farla costruire, il Maharaja rifiutò il permesso in quanto avrebbe dovuto passare sotto di esso per scendere al lago, che era sotto la sua dignità. Mentre era via, ha costruito il cancello e ha aggiunto un tempio di Krishna in cima in modo che non potesse essere abbattuto.
Si riparte per andare a visitare il Fort Palace, che sovrasta tutta la città.
Il forte è il secondo più antico del Rajasthan. Iniziato nel 1156. E' lungo 3 km ed ha 99 bastioni, Di cui 92 costruiti tra il 1633 e il 1647. Costruito in 3 strati : arenaria solida all'interno e all'esterno, tra di loro macerie sciolte in loro.Chiamato anche Sonar Qila.
Costruito dal Raja Jaisal. Da cui proviene il nome della città, Jaisal (maharajah) mer(u)(collina). Famosa città d'oro, per il colore delle case e palazzi della città ( compreso il forte).
L'unico forte in India dove ci sono ancora delle persone che abitano all'interno delle mura. Si supera la prima porta per poi raggiungere la seconda porta (porta del sole). La visita è in salita all'andata. Si supera la terza porta per poi raggiungere finalmente la quarta porta , quella del vento. C'è dell'aria che circola ,Visto il caldo e l'umidità, è un buon refrigerio.
Visitiamo il museo. Nella visita del forte troviamo i templi jainisti. Sono spettacolari, i più belli visti in questo viaggio.
Prima di entrare c'è la classica procedura di togliersi le scarpe e lasciare fuori le bottiglie d'acqua fuori dalla porta ( impurità).
All'interno ci si esalta alla visione di ciò che compare davanti ai nostri occhi.
La bellezza del tempio è la complessità delle sculture presenti sulle numerose colonne che formano porticati aperti: statue di sinuose ragazze, le apsaras, emergono da altorilievi fitoformi che circondano intere colonne, ghirlande di fiori ad arco acuto collegano colonne posteall’ingresso delle camere interne, una delle quali presenta una cupola decorata da statue di sensuali ragazze danzanti.
I templi jainisti costruiti sono sette e sono collegati da intricati corridoi, trovando sui muri alcuni riferimenti religiosi tra statue e altorilievi.
Ci si perde alla vista delle sculture. Tutto è perfetto.
Orari di visita dalle 12 alle 13.
Finita la vista dei templi, si va a vedere una casa Haveli. Questa casa tipica di questa regione. Ogni città ne ha una sua differente particolarità.
La casa (Patwon Ki Haveli) sono ben 5 Haveli con ingressi separati ma collegate internamente fra loro. Alta 4 piani. L'interno è un tripudio di decorazioni.
Il proprietario ci spiega la sua storia. Un Haveli è stato trasformato in museo e negozio. Ci viene chiesto di comprare qualche oggetto in modo che con i soldi si possa mantenere la struttura.
Bello. Particolare.
E' ora di pranzo, finalmente. Si mangia in un buon ristorante non lontano dal forte.
Si va in albergo per riposare un po'.
Si riparte. Andiamo a visitare il giardino di cenotafi (Monumento sepolcrale privo dei resti mortali della persona in onore della quale è stato eretto) : il Bada (grande) Bagh (giardino). Il Grande giardino.
Molti cenotafi sono in memoria di maharajah regnanti nella città. Purtroppo alcuni sono in decadenza. In ogni cenotafio è presente una tavoletta con scritto il re o la regina.