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SAMUELE PACIFICI - 2005 - ITALIA


di Cesidio Colantonio

Goriano è una vecchia cittadina piena di storia che occupa una piccola porzione di territorio abruzzese, protetta dalla sua corazza da armadillo. L’ho conosciuta negli stroboscopici anni duemila da voci di corridoio Officina 99.

La verità è che egli, da vecchio scout dell’area di rigore sapeva di inoltrarsi in un territorio amico, in uno spazio residuo, mai rifiutato, in una dimensione della memoria che la realtà vicina avrebbe potuto anche distruggere impietosamente, mentre nel cielo blu morivano i colori stupendi ed il loro buio si confondeva con quello dello spazio urbano.

L’evento era colorato di granata, quasi un segno del destino, come un pallone a forma di semicerchio. Il destino non assomigliava a nient’altro che non fosse una fantasia.

Il Calcio è stato parte integrante della sua fanciullezza, un qualcosa che il suo subconscio nel tempo ha assorbito profondamente. Il calcio è divertimento, fantasia, passione e provare il brivido della giocata dal vivo era un sogno possibile.

Era parte di un microcosmo vivace, una piccola società di calcio che lavorava con i propri modi di esprimersi nel fare squadra, gruppo, come un vero team.

C’era però anche un’incontrollata forza vitale, un bisogno di colorare di granata la coscienza, la passione, la fantasia, di portare il cuore di Samuele Pacifici, classe 2005, difensore centrale oltre l’ostacolo. Armonico ed equilibrato, ciò si evinceva dalle sue gestualità, dalle movenze espresse in più partite. Buona la resistenza e la forza muscolare; quest’ultimo elemento trovava espressione nel Gesto Tecnico del calciare. Buona la velocità nelle brevi e medie distanze, con e senza pallone.

Osservando il gesto tecnico del ricevere, emergeva: notevole capacità di gestire il pallone; corretta valutazione sull’evolversi dell’azione rispetto ai movimenti dei compagni e degli avversari; esecuzione efficace della giocata successiva alla ricezione, segno evidente che la palla era costantemente sotto il controllo del giocatore. Eseguiva il dribbling con buoni tempi di esecuzione. Ottime le capacità coordinative e condizionali, che permettevano una buona esecuzione del gesto. Usava maggiormente il collo, o l’interno collo piede per calciare da medie distanze, e con palla ferma o in movimento.

Avere coraggio di provare in un club professionistico significa sapere di essere vincenti ancora prima di cominciare, e cominciare ugualmente ed arrivare sino in fondo qualsiasi cosa succeda. E non si raggiungerà quella riva solo per decreto della fede, ma per dedizione, per spirito di sacrificio, per abnegazione.

Il giovane Samuele ha una vena tra le tante, una vena di calcio con il cuore gonfio di fame e di speranza, mentre le figure dei talenti si urtano, si mescolano, avanzano, indietreggiano tra quei rovi verdi che noi chiamiamo passioni ed avvenimenti.

Da una parte il DS Ciotola Gennaro, dall’altra un osservatore insieme ad un pensiero colossale condito da una fantasia immensa espressa nel gioco di Samuele nella U.S. Città di Pontedera Calcio.


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