Quello dei Solfiti nei cibi è un problema che esiste da tempo: queste sostanze infatti sono utilizzate perché favoriscono la conservazione degli stessi evitando la degenerazione.
Proprio poco tempo fa i solfiti sono stati protagonisti di un caso che ha visto il ritiro in una nota catena di supermercati di un intero lotto di pasta d’acciughe.
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Ma come rendersi conto della loro presenza Negli Alimenti che acquistiamo?
Innanzitutto dobbiamo conoscere un pò di nomi per poter essere in grado di “interpretare” letteralmente le etichette alimentari.
Tra i principali solfiti vi ricordo l’anidride solforosa,il solfito di sodio, il bisolfito di sodio, il solfito di potassio, il potassio solfito acido e tanti altri ancora …
La quantità massima di solfiti all’interno degli alimenti è fissata dal Regolamento europeo 1129 del 2011.
Tra gli alimenti in cui i solfiti sono presenti in una quantità maggiore vi ricordo le banane essiccate, il succo di limone confezionato, la senape di Digione, lo stoccafisso, il baccalà, i pomodori secchi, l’aceto, i preparati per purè e i crostacei.
Ma Quanto fanno male questi famigerati solfiti?
Per i soggetti non ipersensibili solitamente i solfiti che troviamo negli alimenti non costituiscono un serio problema né hanno effetti diciamo indesiderati.
La situazione diventa più preoccupante solo quanto si accusa una particolare sensibilità a questi conservanti che per esempio agli individui asmatici può comportare anche broncospasmo.
La quantità giornaliera massima indicata dall’OMS è pari a 0,7 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo.
Da oggi in poi leggete con maggior consapevolezza tutte le etichette!
Vivere è facile, vivere bene è meglio.
La Ludo
Fonte: http://www.ilgiornaledelcibo.it/solfiti-negli-alimenti-vino/