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La primavera si guarda intorno

Scrive Stephen King in Terre desolate: "Il 7 maggio, il giorno in cui aveva avuto inizio la sua follia, era stata una bella giornata, ma niente a che vedere con oggi, il giorno forse in cui la primavera si guarda intorno e vede che l'estate è vicina" [...] 


Un altro qualsiasi scrittore avrebbe probabilmente messo giù lo stesso concetto in modo più ordinario o banale, tipo: "...il giorno in cui è ormai chiaro che la primavera è agli sgoccioli e l'estate è alle porte". Oppure: "...il giorno che toglie ormai ogni dubbio sul fatto che la la primavera sta per cedere il passo all'estate". E si potrebbe continuare con altri esempi simili. Invece no. King aggira queste banalità come solo lui sa fare e scrive: "...il giorno forse in cui la primavera si guarda intorno e vede che l'estate è vicina." Ecco perché amo King da sempre. Perché certe sottigliezze linguistiche e certi trucchetti semantici riescono così bene solo a lui. Non dico che anche altri scrittori non li usino, ci mancherebbe, ma lui riesce a utilizzarli in maniera inarrivabile.


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