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Catography # 38. “E l’ultimo chiuda la porta”

(Immagine e copyright di Marianna Zampieri, pubblicato con la gentile concessione dell’autrice).

Con il gatto sulle spalle, ancora una volta entreremo nella foresta, da soli, ma tutti insieme.
Dove ci sono i nostri sogni, le nostre speranze e passioni, le nostre paure.
Potete vedere la foresta solo se credete in loro, in noi.
Se non potete, non importa.
L’ultimo di noi chiuderà la porta.
Siamo entrati in fila indiana, come due amici che nel silenzio hanno esplorato gli angoli del mondo e
conoscono suoi segreti. Scalato le vette più alte e inaccessibili dell’universo.
Questo é il nostro magico mondo.
Ora, se puoi, chiudila tu per me, alle mie spalle.

Sulla punta della prora, al di sopra dei flutti rampanti delle onde del mare, lui o lei, volgeva lo sguardo oltre l’orizzonte. Era il Capitano della nave, per Tutti Noi era il capitano.
Nessuno sapeva il suo nome, da dove venisse, chi fosse stato.
Ma non importava perchè era uno di noi.
Volgeva il viso disseccato e riarso al vento, gli occhi socchiusi, immobile, ma congelato nell’attesa d’un balzo felino, movimento puro.
Neppure la tempesta riuscì a strappargli più di una solo ringhio, mentre la nave andava quasi in pezzi, tutti noi nel panico. Non avrebbe concesso al mare nulla di più.
Il capitano aguzzò lo sguardo. Eccola laggiù, ancora una volta.
“La vedi? Quella é una stella. Un gatto. Uno di noi!”
Il timoniere era scosso dal timore, ma la sua fede nel capitano era incrollabile.
L’avrebbe seguito fino ai lembi dell’inferno, se fosse stato necessario.
Serrò forte il timone.




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