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Gods of Metal 2006: il report

Tags: loro

PREMESSE: è un report assolutamente personale, soggettivo. Scrivo per il piacere di scrivere e quindi per scrivere quello che mi pare, pur non scandendo nell'offesa gratuita. Alcuni commenti possono risultare acidi o cinici, ma non li ritengo offensivi. Il fotoreport sarà presto online (forse già stanotte) ma mi mancano le foto del secondo e ultimo giorno. Chi le ha è scongiurato di inviarle a questo (click) indirizzo email o di contattarmi via msn (contatto). Ovviamente chi ha foto degli altri giorni può benissimo contribuire ;) Grazie in anticipo.

SOMMARIO
1° Giugno
2 Giugno
3 Giugno
4 Giugno
Organizzazione
Line-Up
Personaggi

1° Giugno
Amorphis: non ero ancora arrivato. Evviva il camping situato a 40kilometri dall'Idroscalo.
Caliban: idem con patate.
Satyricon: come sopra.
Sodom: indovinate.
Nevemore: ero appena arrivato e non hanno avuto il merito di a destarmi dallo stato comatoso in cui versavo. A detta di molti (sicuramente più appassionati e conoscitori di me degli americani) letteralmente un altro gruppo rispetto allo show di Gennaio. Altrettanto vero che l'assenza di Symth (un abbraccio) e i problemi di carattere tecnico (microfono con poca voglia di lavorare) hanno influito non poco. Promosse a pieni voti le corde vocali di Warren. RIMANDATI
Testament: sorpesa. Per me, ovviamente. Lo sapete che non sono un cultore del thrash violento, ma dove i Nevermore avevano fallito ecco che ci hanno pensato i Testament. Devastanti e trascinanti. PROMOSSI
Down: il gruppo che insieme agli headliner dava un senso alla mia presenza. Ora, io non so se quello era il Phil Anselmo in versione standard, se era sbronzo o altro, ma so che io vado ai concerti per ascoltare della Musica, non un autocelebrazione fine a se stessa. BOCCIATI
Opeth: perfezione nell'esecuzione. Che però porta dritti dritti verso il binario della noia. Ovviamente loro sono i primi a saperlo e hanno tentato di intrattenere il pubblico con headbang e siparietti cantante-pubblico apprezzabili ma non sufficienti. In ogni caso, chapeau. PROMOSSI
Venom: non ho badato al mare di pregiudizi, legittimi e comprensibili o meno, provenienti soprattutto dal pubblico facente parte della vecchia guardia. Mi sono limitato a guardare lo show in rispettoso silenzio. Proprio così, davanti al carisma e alla prescenza scenica di Cronos, e la consapevolezza di aver davanti un pezzo di storia del metal, per una buona mezzora non sono riuscito a muovere un muscolo, se non forse qualche ribelle involontario dalle parti del collo che faceva muovere a ritmo la testa. Lay down your soul to the Gods Rock 'n' Roll. E Cronos ne è uno dei profeti. PROMOSSI

2 Giugno
Perfect Picture: credo siano stati loro ad aprire la seconda giornata. Dico "credo" perchè mentre iniziava la prima esibizione la gente era ancora fuori ad aspettare l'apertura dei cancelli, fare colazione, girovagare fra gli stand, eccetra. Tristissimo. SENZA VOTO
Boom: anche qui la frustrazione dev'essere stata forte, ma almeno non c'era il NULLA davanti a loro. C'è poco da dire, la loro prestazione, per motivi sia indipendenti sia dipendenti dalla loro volontà, mi è scivolata addosso. E' dura la vita dei musicisti. RIMANDATI
Mellow Toy: un assaggio decisamente poco digeribile di quello che si gusterà per ore e ore la domenica successiva. De gustibus. BOCCIATI
White Skull: sono i White Skull a farmi avvicinare per la prima volta al palco. Ammetto la mia pressochè ignoranza nei loro confronti e ammetto di essere stato sorpreso a nel vedere così tanta gente impegnata ad intonare in coro i loro brani. Rimedierò, ce n'è davvero motivo. PROMOSSI
Infernal Poetry: ho sentito elogi a non finire per questa death-band marchigiana che, da stella dell'underground, sta diventando uno dei nomi più importanti della scena italiana del genere. Nonostante il poco tempo a disposizione hanno fatto intendere i motivi del loro successo: affiatamento, gavetta che li ha resi i padroni dei palchi che di volta in volta calcano, classe da vendere. Il tutto gli permette di non sfigurare coverizzando nientemeno che Fear of the Dark. I miei più sinceri complimenti. PROMOSSI
Stormlord: durante la loro proposta ero alla disperata ricerca di cibo, stravaccato sotto un albero a pisolare, non ricordo, in vista dell'accoppiata Novembre-Domine. Davvero spiacente ^^" SENZA VOTO
Novembre: contrariamente a quanto detto per i White Skull, per i Novembre mi aspettavo decisamente più gente. Strano, molto strano. Probabilmente propongono un genere troppo di nicchia per il metallaro medio in attesa di Domine e Visione Divine, sicuramente poco adatto per un festival. I fratelli Orlando si sono confermati dei musicisti con gli attributi ma in ogni caso vale lo stesso discorso fatto per gli Opeth: troppo ben di dei. PROMOSSI
Domine: eccoli finalmente: gli imperatori delle rune nere sono sul palco. E questa volta il pubblico abbonda. Aprono con la mitica Thunderstorm, stregano l'Idroscalo con Icarus Ascending e si congedano con Defenders. Decisamente i migliori della giornata, fino a quel momento. PROMOSSI
Vision Divine: su Luppi e soci si sono sentite infinite cattiverie e acidità che, inconsciamente, hanno condizionato anche me. Ma loro se ne fregano e dominano lo stage con un attitudine non comune e, a parte qualche contestatore isolato, il consenso è ottimo. Prestazione assolutamente gradevole, senza cali ne interruzioni di sorta. Mi sono dovuto ricredere, promossi a pieni voti. PROMOSSI
Exrema: com'era logico aspettarsi, gli Extrema imperversano nel Gods con un onda d'urto devastante. Purtroppo il loro show si limita a questo. Non capirò mai certi tipi di proposta ma, visto il consenso in termini di presenze davanti al palco suppongo che qualcosa, oltre ai decibel assassini, ci sia. RIMANDATI
Fire Trails: Pino e soci attraversano un momento magico e la loro esibizione ne è un'ulteriore conferma. Scotto sta vivendo una sorta di seconda giovinezza e, ora più che mai, è l'anello di congiunzione tra gli 80s e il nuovo millennio. Prendo posto in prima fila e, guardandomi attorno, posso sorridere vedendo tre generazioni di appassionati fianco a fianco e questo è forse il più grande successo che Pino Scotto possa vantare. Il comun denominatore del concerto è il rock'n'roll. Si inizia con la loro ultima hit, Space And Sleeping Stones, e si chiude con la cover dell'immortale Long Live Rock'n'Roll. Scotto ipnotizza il pubblico e i suoi compagni di avventura non hanno sudditanze di sorta, in particolare Larsen e Steve, che durante l'esibizione ricevono più volte i complimenti di Pino che si fa intendere con gesti eloquenti. Nel mezzo, Scotto ha trovato il tempo per confermare la sua voglia di dire la sua come e quando vuole, non guardando in faccia a nessuno. E ce ne sono per tutti. Dalla situazione del metal italiano (che in vent'anni "non è cambiata un cazzo") agli ospiti fissi del Concerto del Primo Maggio (visitate un po' l'archivio del blog del mese di Maggio :D) come De Gregori e "Piero Peluche". Vai Pino, dai fuoco al mondo! PROMOSSI CON LODE
Strana Officina: lo ripeto, faccio parte della nuova generazione (o forse di quella di mezzo). Quando gli Strana Officina esordirono con il loro primo ed omonimo EP ero in procinto di uscire dal grembo materno. Mi sono avvicinato a loro come si studiano gli avvenimenti del passato recente che non si è vissuto: fonti varie, testimonianze dirette di chi "c'era", con la constante sensazione di essere comunque parte della storia. E così, quando l'immenso (in tutti i sensi) Bud ha malinconicamente ricordato gli amici di un tempo, è stato impossibile non sentire una fitta al cuore. Ma il rock celebra la tristezza a modo suo, e quindi la malinconia de L'Autostrada Dei Sogni lascia il posto alla grinta di Ancillotti & co. che dimostrano ancora una volta che chi è nato nel Bel Paese può avere un magnetismo degno del miglior collega d'oltre oceano. La seconda giornata si conclude altri ricordi si infilano nel taschino per restarci per molto, molto tempo. PROMOSSI CON LODE

3 Giugno
Crucified Barbara: finalmente le mie belle svedesine salgono sul palco. Dopo aver guardato Klara con occhi sognanti per qualche secondo, mi sono dedicato alla loro musica. E purtroppo le cose non sono andate bene. Un audio imbarazzante e problemi tecnici a non finire hanno innervosito le quattro valchirie che sicuramente non hanno dimostrato quello di cui sono capaci. Peccato. RIMANDATI
Sonata Arctica: non mi sono mai piaciuti eccessivamente, a parte qualche pezzo isolato. Eppure, nonostante la posizione infima nella lineup e i problemi tecnici di cui sopra non del tutto risolti, ammetto tranquillamente che i finnici hanno suonato dell'ottimo power. Veloci, precisi, coinvolgenti. Ripensando alle colleghe che hanno suonato prima di loro, si può notare come l'esperienza in certi frangenti sia ancora più decisiva del solito. PROMOSSI
Edguy: per la seconda volta in quattro mesi posso ammirare i miei paladini di Fulda. Questa volta però non sono il main event del concerto e il risultato è un concentrato dello show del Rolling Stone dello scorso Febbraio. Nonostante le condizioni di salute di Sammet mi siano sembrate alquante precarie (occhi e viso gonfi... influenza?) il folletto del power si è scatenato, improvvisandosi scimmia e arrimpicandosi sulle impalcature facendo venire un infarto a chi di dovere. Un piacevolissimo antipasto. Grazie di nuovo. PROMOSSI
Angra: non pervenuti. Non ho assistito al loro show, ero alla ricerca della mia tesorilla Ginger. Sarà per la prossima volta :D SENZA VOTO
Gamma Ray: loro SONO il power. Zio Kay e soci confermano di essere i leader del genere. Com'era successo per i Fire Trails il giorno prima, anche questa volta sono rimasto piacevolmente colpito nel vedere fianco a fianco kids e metallari di vecchia data. Alla già citata perfezione nell'esecuzione, hanno unito velocità e potenza, elementi che da sempre contraddistinguono questa musica. Immortali. Ennesimo ricordo da mettere in saccoccia. PROMOSSI CON LODE
Stratovarius: non pervenuti. Ero di nuovo alla ricerca della mia tesorilla, ahem. SENZA VOTO
Helloween: quasi non pervenuti. Ero andato a comprare birre e sigarette con tesorilla e amico. Sono tornato giusto per gustarmi Eagle Fly Free e la titanica esecuzione di Future World. Da quel poco che ho potuto sentire, Deris merita tutto il rispetto di questo mondo. Non dev'essere facile vivere nell'ingombrante ombra di Kiske. Lui gestisce la cosa al meglio trasformando e non imitando. Complimenti. PROMOSSI
Motorhead: c'è da chiedersi come fanno. La stragrande maggioranza gruppi per scatenare il pubblico deve darsi all'headbang sfrenato e artifizi vari. Loro no. A Lemmy basta posizionarsi immobile davanti al microfono, alzare la testa quel poco che basta e il pubblico va in delirio. Non amo il pogo selvaggio e sono rimasto sulla sinistra, comunque in prima fila, a fare fotine con la Ginger. Non è molto rock'n'roll ma, fortunatamente, Lemmy, Phil e Mikkey per me non sono una novità. Scaletta non originalissima ma va bene così. PROMOSSI
Def Leppard (by Ginger): il sole che, impietoso, ha picchiato duramente tutto il pomeriggio, è ormai in procinto di tramontare, e le note di We Will Rock You dei Queen risuonano nell'aria quando Joe Elliot e soci fanno il loro trionfale ingresso sul Palco del Gods of Metal 2006, tra gli applausi festanti delle prime file di fans: non ci sono storie, i Def Leppard appaiono subito più che in forma, e carichi quanto basta per far presagire uno show con i controfiocchi!
A dispetto delle insistenti voci circa un'eventuale scaletta che avrebbe anteposto i brani di Yeah! rispetto ai loro pezzi storici, il pubblico del terzo giorno ha avuto il piacere di vedere eseguite, con grande entusiasmo, molte delle canzoni per cui si possono amare i Def Leppard : insomma, anche senza possedere la loro intera discografia chiunque abbia in casa sua almeno Vault avrebbe potuto battere le mani e cantare a squarciagola!
Ritmo, melodia, sentimento ed encore con una sensualissima Pour Some Sugar On me per finire in bellezza... certo, io e il tesorillo eravamo più impolverati che zuccherati, ma ne è prorio valsa la pena! PROMOSSI
Joey De Maio: ero lì, in terza fila, bello come il sole (...) ad aspettarlo, quando, nel vociare generale, parte un nastro registrato che annuncia la presenza dei Manowar come headliner nel 2007. Stop. Fine. Bello! Come sono rimasto contento. L'ho buttata sul ridere pensando ai due fedelissimi dell'Italian Army che per due giorni hanno girato con le bandiere dei Manowar. Un abbraccio consolatorio anche a loro. BOCCIATO
Whitesnake (by Ginger): the city's ablaze, the town's on fire... All I hear is "Burn!". In realtà l'unica cosa che va a fuoco è il pubblico, mentre Re Coverdale imperversa in su e in giù per il palco a cavallo del sue Serpente Bianco, infuriato come non mai e pronto a regalare uno spettacolo adrenalinico!
Musicisti di prim'ordine riescono a rendere ancora avvolgente il fascino di canzoni storiche del combo, mentre l'attenzione dei nostri compagni delle prime file è tutta per David Coverdale che lascia cantare il suo cuore attanagliato da mille emozioni cantate in 20 anni di musica, lasciando a tratti il palco libero alla battaglia della coppia di asce Aldrich/Beach o all'affannosa rincorsa delle pelli di Tommy Aldridge.
Non c'è niente da fare, lo show è trascinante e si snoda implacabile anche in questo caso sui classici della band, la quale decide di chiudere il terzo giorno del Gods Of Metal 2006 con un'impagabile Still Of The Night che raccoglie il favore unanime degli estatici presenti, tra cui appunto la sottoscritta e il tesorillo trattenutosi appositamente...
Anche se, a mio modesto parere, l'apice è stato raggiunto dalla struggente Crying In The Rain, e se anche avesse davvero dovuto iniziare a piovere, mai pioggia sarebbe stata più benvoluta. Singin' beautiful... PROMOSSI CON LODE

4 Giugno
10 Years: non c'ero, e se c'ero dormivo. BOCCIATI
Benedictum: il primo dei due gruppi fuor d'acqua della giornata. E' un pregio, sia chiaro. Gli americani sono autori di un heavy cazzuto che ha la sua massima espressione nella maestosa presenza scenica della cantante Veronica Freedman. Nella giornata di Sabato non avrebbero affatto sfigurato. Figuriamoci oggi. PROMOSSI
Hellfueled: ad occhio e croce ero steso all'ombra davanti agli stand di Truemetal e Century Media. SENZA VOTO
Dragonforce: credo di essere il loro più grande fan involontario. Li ho seguiti senza volerlo nelle ultime loro tre date italiane e, come se non bastasse, ho scambiato quattro chiacchere con Herman e ZP al meet&greet di Metal Hammer (dove sono capitato per caso in quanto volevo semplicemente compare il giornale) e prima del concerto dei Motorhead, oltre alle foto di rito e all'autografo del biglietto. Che dire, un esempio di disponibilità. Niente di nuovo nel fronte live: sono degli esibizionisti nati ma se lo possono permettere. ZP è l'erede di Coverdale per quanto riguarda l'appeal col pubblico, soprattutto quello di parte femminile. Alla prossima ;) PROMOSSI CON LODE
Bloodsimple: ero in coda dallo stand 'Tuborg' per prendermi le patatine col ketchup. SENZA VOTO
Soulfly:mi hanno trascinato con la forza per vedere Cavalera. Mi hanno spinto per uscire. PS: bestemmiare per infiammare il pubblico non è propriamente una bel segnale. E se lo dico ..io. RIMANDATI
Stone Sour: cercavo di farmi cambiare il tesserino delle patatine da 3€ con uno dei panini perchè le prime erano finite. Dannazione. SENZA VOTO
Alice In Chains: ero nel pit nella vana, vana speranza che ci fosse Duffino. Niente da fare. Esco e mi stendo all'ombra, appisolandomi grazie alla gradevolissima voce di William Duvall. SENZA VOTO
Deftones: Dio che agonia. Soundcheck infinito, la consapevolezza che avrei dovuto passare in piedi il concerto dei Korn per tenermi un posto decente in vista della nuova band di Axl. Come se non bastasse si mettono a giocare al 'piccolo sperimentatore elettronico'. Il momento peggiore della quattro giorni. BOCCIATI
Korn: vista la grande quantità di fan che hanno commentato fin'ora, credo sia meglio spendere qualche parole in più. Premessa: sono bravi, maledettamente bravi. Sono spettacolari, hanno imbastito uno show con i fiocchi. Ma siamo al Gods of Metal figlioli miei. Se voglio vedere ragazzini con la felpina appena comprata negli stand fuori dall'area concerti che sbattono la testa, pogano PER FARSI MALE, dicono con una gran faccia di bronzo (...) "chi cazzo sono i Guns, w i Korn", ballano come fossimo ad un rave, vado ad un rave. O in dogana a vedere le macchine truzze. Non al Gods of Metal. Massimo rispetto ma anche 'vivi e lascia vivere'. PROMOSSI
La nuova band di Axl Rose: anche qui ci vuole una premessa: non li chiamo col loro vero nome perchè esso mi ricorda troppe cose ed esse sono legate indissolubilmente a quei sei volti. Detto questo, posso narrarvi dell'attesa snervante. Come quando si attende la persona amata nella sala arrivi dell'aeroporto. Come quando si aspetta l'esito di un esame. Avvinghieresti il tempo che rimane e lo trascineresti a te. E alla fine accade. "E' lui!" "no, non è lui" . Tutti spostano la testa a destra e sinistra per cercare di vedere nel backstage o dietro i tre maxi-schermi a pixel luminosi. C'è un inviduo con un cappellino. "No, non può essere lui". Si spera che non sia lui.
Le luci si spengono, gli otto entrano quasi contemporaneamente e l'occhio corre a cercare Lui. L'urlo della folla è tremendo e copre tutto. Sappiamo dove siamo. Cazzo se lo sappiamo. Il pubblico si scatena. I timori della vigilia sono spazzati via. Non per un motivo preciso ma solo perchè alla fine Axl è Axl e non si può resistere. Ci mette del suo dal primo istante. Le treccine ci sono, le stempiature sono artificiosamente coperte e si vede. Forse c'è qualche lifting di troppo. Ma le magliette da hockey e i catenoni d'oro sono spariti per lasciar spazio ad un sharaiano verde e i classici occhiali da sole.
Ma la voce, lei, com'è? L'inizio non è dei più promettenti. Per quasi tutta 'Welcome To The Jungle' è il pubblico a fare da cantante. Axl è ancora freddo, forse intimorito. Ma si continua, il pubblico risponde in maniera stupenda. 'It's So Easy' non può che prolungare l'orgasmo. Intanto l'attenzione comincia a spostarsi verso il resto della band. La prima impressione è positiva. Non sono dei ragazzini, hanno una presenza scenica, hanno una personalità propria. Ma è ancora troppo presto per capire come fanno il loro lavoro. Con 'Mr Browstone', Axl comincia a dare dei segni di ripresa. Cominciare a freddo con 'Welcome to the Jungle' è un asso nel raddoppio, ma non è facilmente giocabile. I ritmi più blandi di 'Mr Browstone' invece gli danno una mano, e il vecchio timbro comincia ad emergere.
E' il turno di 'Live and Let Die'. E come per ogni concerto, mi scende la prima lacrimuccia. Non cambierò mai. Faccio di tutto per non farmi scoprire dagli altri.
Dopo le lacrime è il turno del sudore. Per Axl. Il cantante si apparta per ricaricare le pile e lascia campo libero a Robin Finck che con un solo non precisissimo (una costante del concerto) ma coinvolgente introduce un ennesimo brano della vecchia guardia: 'Sweet Child O' Mine', con il pubblico stordito a sopresa dai fuochi d'artificio. Subito dopo però è il turno del primo pezzo proveniente di 'Chinese Democracy': 'Better'. L'escursione di entusiamo è notevole. Gran parte del pubblico conosce a stento il pezzo e si limita ad ascoltare. Canzone carina, con tratti decisamente più blues rispetto al vecchio stile.
E' la volta di un Dizzy Reed tirato a lucido. Si esibisce in un solo al piano che è uno dei punti più riusciti della serata. La successiva 'The Blues' ispira ancora meno di 'Bette'r. 'You Could Be Min'e e 'Knockin' on Heaven's Door' fanno capire ancora una volta cosa voglia davvero il pubblico. Non dev'essere stato piacevole per band, davvero.
Ennesimo pit stop per Axel. Tocca a Ron Thal presentarsi al pubblico con la sua famosa Vigier a forma di piede. Pur risultando, alla fine, il solo tecnicamente meno riuscito (opinione personale, ovviamente), Thal ha il merito di coinvolgere il pubblico in un duetto sulle note di 'Don't Cry'. Axl ritorna sul palco e si ricomincia con 'Rocket Queen', il preludio a 'November Rain'. L'immancabile piano e un Finck particolarmente in forma riscattano l'opaca prestazione di Madrid. Il pubblico apprezza.
Pausa. E' di nuovo il turno di Finck, in coppia con Richard Fortus: altro segmento particolarmente riuscito. I due se ne accorgono e alla fine si scambiano dei sorrisi che definire liberatori sarebbe un eufemismo. Non si può che essere contenti per loro. Con 'Out Ta Get Me' anche Axl si esibisce in sorrisi che, dalla mia posizione in terza-quarta fila, sono sembrati sinceri e non di scena. Soprattutto perchè la successiva 'Madagascar' riesce finalmente a convincere il pubblico.
Il concerto raggiunge uno dei suoi climax con l'entrata in scena a sorpresa di mr. Sebastian Bach. Credo che il mio viso abbia assunto una decina di espressioni diverse nel giro di qualche secondo. Probabilmente urlavo più delle ragazzine dietro di me. Improvvisamente, la buca di De Maio è dimenticata. Un sorriso a trenta denti mi si incolla sulla faccia e non se ne andrà più via. Sebastian e Axl duettano sulle note di 'My Michelle': l'effetto è devastante.
L'ex leader degli Skid Row se ne va ed è la volta di 'Patience', sicuramente una delle canzoni più riuscite della serata. Ma c'è bisogno di un ennesimo break. Axl torna a riposarsi e Robin si esibisce nel secondo solo dello show. Ormai è chiaro che lui e Fortus, a fine concerto, saranno i membri della nuova band più apprezzati, per un motivo o per l'altro. Axl torna sul palco insieme a Bach; i due chiudono teoricamente il concerto con 'Nightrain'.
Ovviamente è ora dell'encore. Il pubblico, a dire la verità in modo non troppo convinto (forse anche a causa della giovane età generale), invoca il ritorno sul palco. Quando tutti si aspettano l'immortale brano di chiusura, ecco invece la nuova 'I.R.S', che non ha un riscontro paragonabile a Madagascar (decisamente la canzone più riuscita di Chinese Democracy) ma che in ogni caso risulta più apprezzata di 'Better' e 'The Blues'. Manca solo Lei: Paradise City. Ed è una conclusione stupenda:. Axl continua a correre per il palco fino alla fine, la gente canta, salta, si abbraccia e alla fine una pioggia di carta velina colorata con i colori della bandiera americana corona una serata che, forse, meglio di così non poteva andare. Axl e la sua nuova band sono nati. PROMOSSI CON LODE

ORGANIZZAZIONE: decisamente migliore rispetto all'edizione bolognese del 2005. Pregi che però si alternano a gravi difetti: da una parte la location estremamente gradevole, con verde, ombra e bagni e acqua potabile (spero) a volontà. Dall'altra i prezzi perennemente in ascesa, l'assurdità degli orari d'uscita bloccati e la distanza del camping, assolutamente non giustificata vista la qualità dello stesso. Discorso a parte per il pit: non è sbagliato il concetto in se, ma per come è stato messo in atto. Sicuramente chi veniva da lontano era costretto ad organizzarsi e partire con ore e ore di anticipo rispetto a quanto avrebbe fatto normalemente.

LINE-UP: promossa pieni voti nonostante l'ultima giornata sia stata, quasi interamente, quanto di più lontano si sia mai visto in un festival metal.

PERSONAGGI: il frate metallaro :D, il tizio con la maschera da lupo mannaro, i Dragonforce, Ginger & Co, la bionda che girava in mutandine e maglietta, Gesù Nazareno e la madonna, Phil Anselmo :D, le ragazze da Pisa del camping (sono io, contattatemi), i francesi della tenda affianco, gli Stick It Out (scusatemi, con tutti i gruppetti avvoltoi in cerca di soldi... mi sono sentito un po' una merda), il tizio che vendeva birre e sigarette di contrabbando.

Matt



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