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Stupro di Rimimi: «la violenza e la doppia penetrazione»

“Tu chi cazzo sei, uomo o donna? Tu che hai, la figa o il cazzo? Se c’hai il cazzo ti ammazziamo!”. Con queste esatte parole, nella notte dello stupro di Rimini, il congolese Butungu, rivolgendosi alla trans. 

Emergono così in un raccapricciante verbale tutte le parole, gli insulti e le minacce che Gli Stupratori – oggi sotto processo – avrebbero rivolto prima alla coppia di turisti polacchi e poi alla trans. Una vicenda terribile, contornata da violenze disumane e “doppie penetrazioni”, così come si leggerebbe nei rapporti a carico degli inquirenti. Il tutto mentre gli stupratori oggi si accusano a vicenda, scaricandosi le colpe l’uno sull’altro.

Ma quelle colpe – e quelle responsabilità – chiedono di avere un nome e soprattutto una giustizia. Così come lo chiedono quei poveri malcapitati finiti sotto le grinfie di chi, come il congolese Butungu, ha avuto la faccia tosta di dire che quella notte dormiva e nulla aveva a che fare con quella vicenda.

Oggi la verità è un’altra, e parla di fatti terribili, come quello della ragazza violentata più volte e a turno, buttata in acqua e ripescata, abusata contemporaneamente dagli aguzzini che nel frattempo le urlano “I Kill you”. Tutto mentre il compagno, nonostante avesse più volte affermato di essere asmatico, veniva preso a calci e pugni, con la faccia rivolta nella sabbia: “vomitavo, non riuscivo a respirare. Gli ho detto di risparmiarmi, che sono asmatico. Non si sono mai fermati”. 

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