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Autonomia: al via le celebrazioni per l’Accordo De Gasperi-Gruber

Hanno avuto inizio ieri le proposte dell’edizione 2017 della Giornata dell’Autonomia, istituita nel 2008 per ricordare l’accordo De Gasperi-Gruber dal quale ha avuto origine l’Autonomia speciale nella forma che oggi conosciamo. Nel pomeriggio in Sala Depero del palazzo sede della Provincia si è tenuto un seminario sulla Cultura dell’Autonomia e in particolare “Le condizioni pre-giuridiche per un’efficace Autonomia regionale”.

E’ il popolo trentino il vero attore della lunga storia autonomistica di questa terra. Una storia che trova certo nell’anniversario dell’Accordo De Gasperi-Gruber del 5 settembre 1946 un momento fondamentale, quale fonte di diritto internazionale della speciale autonomia del Trentino e dell’Alto Adige/Suedtirol. Ma che non inizia affatto il 5 settembre 1946, avendo in quella data già alle spalle un’esperienza variegata quanto consolidata anzitutto in termini di sensibilità autonomistica.

C’è da chiedersi insomma se l’architettura di un’autonomia regionale efficace non dipenda anche da condizioni pre-giuridiche. Che come tali saranno esterne tanto al quadro normativo quanto alla disponibilità di risorse materiali: si pensi ad esempio  alla questione delle radici storiche o alla risorsa rappresentata da un capitale sociale condiviso o ancora alla stessa possibilità di ricuperare un comune qualificato filo rosso argomentativo sul terreno identitario e di qui progettuale-politico anche a livello di proposta partitica.

I relatori nel corso del seminario si sono quindi concentrati nell’approfondire i profili più significativi delle condizioni pre-giuridiche dell’architettura istituzionale di un’autonomia regionale efficace e, al tempo stesso, nel proporre una ricognizione comparata della cultura dell’autonomia a livello europeo, occasione per confrontare la storia autonomistica trentina con alcune esperienze paradigmatiche di autonomia regionale nel continente.

In particolare Roberto Toniatti, docente di diritto costituzionale comparato presso l’università di Trento, ha tracciato la cornice metodologica e tematica di questo seminario, individuando in linea generale i contenuti e le manifestazioni della cultura dell’autonomia.

Rainer Arnold, professore emerito dell’università di Regensburg, ha invece raccontato l’esperienza di autonomia regionale matura in Europa: quella bavarese, una realtà con la quale sempre più il Trentino e più in generale questa terra tra i monti a cavallo del Brennero dovrà misurarsi a tutti i livelli elaborando a maggior ragione una propria capacità di iniziativa.

Steven Forti, docente presso l’università di Lisbona e l’università autonoma di Barcellona, ha illustrato il caso catalano sulla base di un excursus storico-scientifico che dalla nascita della Catalogna ha fatto emergere nei secoli successivi la nascita del catalanismo fino ad arrivare al Novecento e alle spinte che dall’autonomismo premono sempre più verso l’indipendentismo.

Altre due esperienze sono state portate da Elena D’Orlando, docente dell’università di Udine e da Esther Happacher dell’università di Innsbruck. Il convegno si è concluso con le riflessioni di Francesco Palermo, professore presso l’università di Verona e l’Eurac di Bolzano.

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