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Perché amare Israele

Amare Israele è un comandamento di Dio?

AI di sopra di ogni idea politica, culturale c'è la Parola di Dio che vuole indicare ai Cristiani come atteggiarsi verso il suo popolo.
Tanti sono i fuochi accesi nel mondo cristiano che hanno compreso come ciò che Dio ama deve inevitabilmente essere amato dai suoi figli con quel tipo di amore "agape" che vuole il bene dell'altro.
È la comprensione del ruolo degli Ebrei nella Scrittura che fa nascere in noi questo tipo di amore, ci permette di conoscere in profondità, come innestati in Cristo, possiamo godere di tutte le benedizioni, prima riservate a loro, e fa si che ci rendiamo conto del debito di riconoscenza che abbiamo verso questo popolo.

Noi cristiani amiamo Ebrei morti: profeti, apostoli, discepoli, di cui leggiamo nella Bibbia.
Amiamo Ebrei non ancora nati perché crediamo nelle promesse per il futuro e sappiamo che Gerusalemme è al centro del piano di Dio.

Ma chi può amare gli Ebrei oggi?
La risposta non può che essere: tutti coloro che hanno accettato Gesù nel cuore e amano ciò che Gesù ama!
Decidiamo di amare ciò che Dio ama e il popolo che Dio si è scelto.
La Parola è eterna e nulla può essere cambiato! Neppure uno jota!

"Infatti, tu sei un Popolo consacrato al Signore, il tuo Dio.
Il Signore, il tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra.
Il Signore si è affezionato a voi e vi ha scelti, non perché foste più numerosi di tutti gli altri popoli, anzi siete meno numerosi di ogni altro popolo, ma perché il Signore vi ama.
Il Signore vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha liberati dalla casa di schiavitù, dalla mano del Faraone, re d'Egitto, perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri" (Deuteronomio 7:6-8).

Perché desideriamo ricevere benedizioni?
Genesi 12:1-3: "II Signore disse ad Abramo: Và via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e và nel paese che io ti mostrerò; io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione; benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra".

Dov'è Israele?
Israele ha i confini che Dio ha dato e che nessuno potrà mai cambiare; ne situazioni politiche né volontà umana; tutto tornerà come Dio ha stabilito che sia!
"II Signore disse ancora a Mosè: Dà quest'ordine ai figli d'Israele e dì loro: Quando entrerete nel paese di Canaan, questo sarà il paese che vi toccherà come eredità: il paese di Canaan, di cui ecco i confini..." (Numeri 34:1).

Perché questo popolo?
Perché questo popolo doveva essere canale per la benedizione e salvezza dell'umanità.
Doveva essere amico di Dio:
un popolo pronto a ricevere la rivelazione di Dio;
un popolo che brillasse fra le nazioni pagane;
un popolo, attraverso il quale Dio potesse dimostrare la Sua santità e la Sua potenza;
un popolo che potesse dimostrare che il Dio potente era solo Lui.
Dio disse perciò ad Abramo quando lo fece uscire da Ur dei Caldei: "Io farò di te una grande nazione, ti benedirò" (Genesi 12:2).

Perché gli Ebrei hanno diritti sulla terra di Israele?
Ezechiele 47:21-22 "Dividerete così questo paese fra voi, secondo le tribù di Israele. 
Ne spartirete a sorte dei lotti d'eredità fra di voi e gli stranieri che soggiorneranno in mezzo a voi, i quali avranno generato dei figli fra di voi...".
Gli stranieri possono possedere terra o case o altro in Israele, ma il paese è e rimane a loro, secondo la promessa di Dio.
Le promesse furono rinnovate a Isacco: "Non scendere in Egitto; abita nel paese che io ti dirò. 
Soggiorna in questo paese e io sarò con te e ti benedirò, perché io darò a te e alla tua discendenza tutti questi paesi e manterrò il giuramento che feci ad Abramo tuo padre" (Genesi 26:2-3).

Le promesse non furono perciò per Ismaele (Genesi 17:19-21): "Dio rispose: No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e tu gli metterai nome Isacco. 
Io stabilirò il mio patto con lui, un patto eterno per la sua discendenza dopo di lui. 
Quanto a Ismaele, ti ho esaudito: ecco, io l'ho benedetto e farò in modo che si moltiplichi. 
..Ma stabilirò il mio patto con Isacco".

Usandosi di Agar per avere una prole, Abramo ha voluto mettere in moto le sue forze senza attendere la potenza di Dio.
Perciò Ismaele è il figlio della schiava.
Poi, a 99 anni Abramo credette nelle promesse di Dio.
Sara rimase incinta e nacque Isacco, il figlio della promessa.

Poi le promesse furono rinnovate a Giacobbe: "Dio gli disse: Il tuo nome è Giacobbe; tu non sarai più chiamato Giacobbe, ma il tuo nome sarà Israele. E lo chiamò Israele.
Dio gli disse: lo sono il Dio onnipotente; sii fecondo e moltiplicati; una nazione, anzi una moltitudine di nazioni discenderà da te, dei re usciranno dai tuoi lombi; darò a te e alla tua discendenza dopo di te il paese che diedi ad Abramo e ad Isacco" (Genesi 35:10-12).
Dio cambiò il nome a Giacobbe in Israele, e da lui nacquero le 12 tribù.

Israele è la nazione di Dio!
Quando Dio contava le nazioni, non contava mai Israele perché era sua: "Io lo guardo dalla sommità delle rupi e lo contemplo dall'alto dei colli; ecco, è un popolo che dimora solo e non è contato nel numero delle nazioni" (Numeri 23:9).

Il Popolo di Dio ritornerà in Israele!
Tramite il profeta Geremia, Dio disse chiaramente che gli Ebrei sarebbero ritornati: "Così parla il Signore: metterò il mio occhio su di loro per il bene; li ricondurrò in questo paese; li stabilirò fermamente, e non li distruggerò; li pianterò, e non li sradicherò.
Darò loro un cuore per conoscere me che sono il Signore; saranno mio popolo e io sarò loro Dio, perché si convertiranno a me con tutto il loro cuore" (Geremia 24:6-7).

Ezechiele 36:24 "Io vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese".
Nuovamente, Geremia 23:7 cambia addirittura la preghiera e il ringraziamento che di solito si faceva per l'uscita dall'Egitto: "Ecco, i giorni vengono, dice il Signore, in cui non si dirà più: Per la vita del Signore che condusse i figli d'Israele fuori dal paese d'Egitto; ma: Per la vita del Signore che ha portato fuori e ha ricondotto la discendenza della casa d'Israele dal paese del settentrione, e da tutti i paesi nei quali io li avevo cacciati".

Israele non cesserà mai di esistere!
Geremia 31:35 "Così parla il Signore, che ha dato il sole come luce del giorno e le leggi alla luna e alle stelle, perché siano luce alla notte, che solleva il mare in modo che ne mugghiano le onde, colui che ha nome: il Signore degli Eserciti. 
Se quelle leggi verranno a mancare davanti a me, dice il Signore, allora anche la discendenza di Israele cesserà di essere per sempre una nazione in mia presenza".
Coloro che hanno combattuto, dileggiato, tiranneggiato e perseguitato il popolo di Dio hanno sempre dovuto fare i conti con Dio.

Il primo fu Aman I'agatita che aveva un odio furioso verso il popolo di Dio: "Aman disse al re Assuero: C'è un popolo separato e disperso fra i popoli di tutte le province del tuo regno, le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro popolo, e che non osserva le leggi del re; non è quindi interesse del re tollerarlo. 
Se il re è d'accordo, si faccia un decreto per distruggerlo e io metterò diecimila talenti d'argento nelle mani dei funzionari del re, perché siano portati nel tesoro reale" (Ester 3:8-9).
Ma sappiamo la fine fece Aman (Ester 7:10).

 "Ma, sono diversi; sono sleali; sono una minaccia; sono inaffidabili"; queste sono alcune delle accuse fatte nei secoli e, molte volte, ancora oggi, al popolo di Dio.
Ma, attenti, ai persecutori e a coloro che odiano il popolo di Dio, il profeta Geremia dice: "Tuttavia coloro che ti divorano saranno divorati, tutti i tuoi nemici, tutti quanti saranno deportati; quelli che ti spogliano saranno spogliati, quelli che ti saccheggiano li abbandonerò al saccheggio" (Geremia 30:16).

Israele non potrà mai esser sostituito!
C'è stato nel corso dei secoli, il tentativo di soppiantare Israele nel Piano di Dio, imponendo la teoria della "sostituzione", secondo la quale la chiesa si è sostituita in tutto e per tutto a Israele e questo ha portato, nelle sue conseguenze estreme, alla emarginazione e alla persecuzione del popolo ebraico.

In realtà le promesse di Dio per il suo popolo sono eterne e anche il Nuovo Patto viene stipulato da Dio, con la casa di Israele e Giuda, come riporta Geremia 31:31-33 "Ecco, i giorni vengono", dice il Signore, "in cui io farò un Nuovo Patto con la casa di Israele e con la casa di Giuda; non come il patto che feci con i loro padri il giorno che li presi per mano... Ma questo è il patto che farò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice il Signore: lo metterò la mia legge nell'intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo".
Luca 22:20 dice: "...allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: Questo calice è il Nuovo Patto nel mio sangue, che è versato per voi".
Così come la Pentecoste, la Santa Cena è stata una cosa tutta ebraica: non c'era neppure un Gentile!

Quando entreranno i Gentili?
Dobbiamo attendere fino ad Atti 10: Pietro predicherà agli Ebrei, ma essi non accetteranno la rivelazione e un giorno come risulta da Atti 10, andrà da Cornelio, primo "Gentile", che si converte e, successivamente, molti pagani entreranno nel Nuovo Patto.

Perché gli Ebrei non accettano la Rivelazione?
Paolo lo definisce "un mistero" in Romani 11:25, ma dice anche che "...un indurimento si è prodotto in una parte di Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri (il numero lo conosce il Signore), e quando l'innesto dei pagani finirà, tutto Israele sarà salvato".
Il Signore aveva a disposizione Cornelio da mandare per evangelizzare i Gentili.
Ma perché ha scelto Paolo?
Perché la salvezza deve venire dagli Ebrei!

Perché dobbiamo aiutarli?
Paolo in Romani 15:25-27 dice: "Per ora vado a Gerusalemme, a rendere un servizio ai santi, perché la Macedonia e l'Acaia si sono compiaciute di fare una colletta per i poveri che sono tra i santi di Gerusalemme. Si sono compiaciute, ma esse sono anche in debito nei loro confronti; infatti se gli stranieri sono stati fatti partecipi dei loro beni spirituali, sono anche in obbligo di aiutarli con i beni materiali".
Non tutto è comprensibile ma dobbiamo accettare tutto ciò che viene dalla Parola di Dio.

Pietro stesso trovò difficile capire come mai il Vangelo che era per gli Ebrei, dovesse essere predicato anche ai gentili; ne discusse con Paolo, ma il Signore lo convinse dandogli la visione della tovaglia distesa dal cielo.
Allo stesso modo molti cristiani si chiedono perché debbono amare e aiutare il popolo di Dio.
La Parola li convincerà se vorranno fare la volontà di Dio.
Ora sappiamo con certezza chi è Israele: il popolo che Dio si è scelto!

Cosa dobbiamo fare per Israele?
Pregare per la sua salvezza (Romani 10:1); aiutarlo (Romani 15:25-27); benedirlo per essere benedetti e per benedire tutte le famiglie della terra (Genesi 12:1-3); amarlo perché Dio lo ama e lo chiama per nome; è degno di stima e Lui lo ama (Isaia 43:1-5).
Preghiamo affinché sia sparso un profondo senso di gratitudine, di amore, di compassione per questo popolo, il popolo di Dio, il popolo che Dio ha scelto, e le sue scelte sono irrevocabili!

Noi siamo loro debitori per la Scrittura, per i Salmi, per i Vangeli.
Il nostro patrimonio spirituale non è denominazionale, ne cattolico, ne evangelico, ne pentecostale, ne metodista.
Esso è ebraico: ebraico il nostro passato, ebraico è il nostro presente, ebraico il nostro futuro, perché Gesù Cristo, Ebreo tra gli Ebrei, è il nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro!

ADONAI! YEVARECH ET A MISPACHOT SCELACHEM BESHEM YESHUA!
Il Signore vi benedica assieme alle vostre famiglie.
Proclamiamo: BARUCH ABBA BESHEM ADONAI! SHALOM, SHALOM AD BlLIDAI! NAKHAMU NAKHAMU AMI (Isaia 40:1).

Una Meditazione di Romolo Giovanardi


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