"L’unico mezzo con cui possiamo
preservare la natura è la cultura"
- Wendell Berry-
La nostra è un'altra uscita a km 0, in questi anni abbiamo visitato innumerevoli siti archeologici, museali e artistici, noti o sconosciuti al grande pubblico, e come abbiamo documentato, anche le opere 'minori' si sono rivelate emozionanti (ricordiamo il minuscolo museo di Reano con solo tre quadri rinascimentali? *v.post ).
Nel post vi raccontiamo una riqualificazione urbana; ci siamo già occupate dell'argomento nei post sulla street art e i murales *v. post dove
vi abbiamo descritto il MAU di Torino (riqualificazione del
quartiere operaio Borgo Campidoglio); nel post sulla Pinacoteca Agnelli al Lingotto (ex stabilimento di produzione della FIAT, riconvertito in un centro polifunzionale *v. post ) nel post su New York , il Mercato di Chelsea, ex fabbrica di biscotti, (dove sono stati inventati gli Oreo) è un magnifico esempio di ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE; a New York non si abbatte quasi nulla, tutto si ricicla come la High
Line ex linea ferroviaria sopraelevata trasformata in passeggiata
artistica ed ecologica *v. post - punto 18
Oggi vi presentiamo questo parco circondato da condomini, con strade senza viali alberati o giardini, accanto ad un grigio deposito dell'Amiat (raccolta rifiuti) e bloccato da una ferrovia. Immaginate di camminare in una torrida domenica estiva con la calura che sale dai marciapiedi e un sole implacabile... poi oltrepassate un cancello e vi ritrovate in mezzo ad un prato verde, punteggiato da alberi e da numerose installazioni artistiche... siete spaesate, ma piacevolmente colpite. Per un attimo non vi importa se le opere sono capolavori o banalità, quel che conta è questa esplosione di vita, questo nuovo mondo che non vi aspettavate.
Spesso siamo critiche, oggi abbiamo scelto di non farlo perchè l'abbiamo visitato con il cuore. Vi suggeriamo di fare altrettanto, per una volta lasciate perdere tutte le sovrastrutture intellettuali, andate con i vostri bambini, con degli amici o da soli, scegliete un abbigliamento comodo e camminate tra le opere d'arte, riempite i vostri occhi di bellezza e di natura.
*alcune
opere fotografate e riportate nel post sono senza autore.
Un difetto di questo museo è
l'assenza di alcune locandine con il nome dell'opera e del suo autore.
Il sito ufficiale del museo è originale, presenta la mappa e una carrellata
di opere esposte all'aperto, tuttavia senza menzionarle tutte.
Piero Gilardi, L’albero del PAV, 2018,
installazione ambientale luminosa permanente, inclusa nel circuito cittadino di Luci d'Artista davanti al museo
foto tratta dal sito del museo
Quest'opera si trova fuori dal museo"In tutte le culture umane, nello spazio e nel tempo, la figura dell’albero è molto significativa come tramite simbolico, tra la terra e il cielo.
L’albero del PAV (Parco Arte Vivente), arabescato di luce colorata, intende divenire un augurale preludio simbolico per i cittadini che si avventurano nel Centro d’arte contemporanea, tra le macchie di verde profumato alla ricerca dei segni di un’arte ecologica che celebra il nostro reincanto per la natura"
Il Parco Arte Vivente è un Centro sperimentale d’arte contemporanea, concepito dall’artista Piero Gilardi (Torino 3 agosto 1942 - Torino 5 marzo 2023) e diretto da Enrico Bonanate. Il progetto risale al 2002 ma è stato realizzato nel 2008 dagli architetti Gianluca Cosmacini (socio fondatore con Piero Gilardi) e Alessandro Fassi.
Il Parco è un territorio verde, circa 23.000 mq, in continua evoluzione, che occupa l'ex area industriale della Framtek. Accanto al museo sorge un deposito di automezzi dell'Amiat, società che raccoglie e smaltisce i rifiuti della città di Torino. Siete perplessi? Anche noi eravamo un po' prevenute ma entrando nel giardino ve lo dimenticherete perchè vi sembrerà di essere in campagna.
deposito Amiat
Michele Guido, adobe garden project_2020
terracotta, ingobbi, ferro zincato, bambù, dimensioni ambientali
Adobe garden project_2020 è composta da strutture-contenitori progettati con la funzione di attrarre gli insetti impollinatori. Le sculture composte da moduli ceramici hanno un’altezza di 2,5 m circa e le loro forme riprendono la geometria di alcune specie vegetali.
Bert Theis, Isola Bonsai
2015, installazione ambientale
No Office , Corpo Vegetale
2011, Installazione ambientale
La realizzazione di Corpo Vegetale è la speranza di connettere l'umano a tutto ciò che è vita ma ha coinciso, nel mese di aprile 2011, con il disastro nucleare di Fukushima aprendo una riflessione sullo sfruttamento utilitaristico delle risorse del pianeta e sull'impossibilità di questo incontro..
New Alliances CAE/Critical Art Ensemble (CAE) * 2010-12
(v. approfondimento in fondo al post)
In questa aiula è stata piantumata la Catananche caerulea una pianta presente in Piemonte che gode di protezione assoluta. New Alliance è il metodo artistico-partecipativo che promuove un’azione di mutuo soccorso tra uomini e piante, mettendo in risalto la condizione di precarietà che accomuna le specie a rischio e le comunità i cui spazi sociali e culturali sono anch’essi instabili o minacciati.
Curiosità - Nel passato le streghe preparavano con questa pianta un filtro d'amore che avrebbe fatto innamorare chiunque l'avesse bevuto
Piero Gilardi, Labirintico Antropocene
2018, installazione ambientale, dimensioni ambientali
Entrando nel labirinto verde si trovano alcune edicole che illustrano una serie di progetti in atto in tutto il mondo per combattere la crisi ecologica. Alcuni esempi:
Progetto a Carmignano di Brenta: si sta creando il Bosco Limite con la piantumazione di 2300 alberi autoctoni.
Progetto Copenaghen: sarà la prima città ad emissioni zero di CO2 entro il 2025 grazie a piste ciclabili, trasporti pubblici, giardini... ed eliminazione dei combustibili fossili.
foto tratta dal sito del museo
Emmanuel Louisgrand, La Folie du Pav
2009, Installazione, materiali vari, metallo, piante tintorie
Opera che unisce scultura, architettura e giardino
Norma Jeane, Potlatch 13.4/Portable Catastrophe
2013, installazione vivente
Stefano Boccalini 2017
ferro e acciaio, esposti alle intemperie muteranno nel tempo
Alcune parti del grande prato non sono volutamente tagliate per permettere ai visitatori di contemplare la natura in tutta la sua bellezza, qui vedete un piccolo riquadro recintato. Può essere vissuto come incuria, invece è un'opportunità.
Jardin Mandala è il giardino di Gilles Clément
E' stato studiato appositamente per la superficie verde del tetto pensile del PAV. E’ un giardino percorribile di circa 500 mq che riprende idealmente la struttura del Mandala buddista, notoriamente costituito da sabbia e pigmenti che sottolineano la delicatezza e l’impermanenza dell’esistenza; l’impianto vegetale, formato da diverse specie (tra queste Sedum, Euphoria, Stipa e Crocosmia), fonde aspetti di perfezione e caducità della bellezza.
Dominique Gonzalez-Foerster, Trèfle
2006, installazione ambientale
L’opera Trèfle, che letteralmente dal francese significa "trifoglio", è la prima installazione artistica del PAV e, inaugurata nel luglio 2006, ha segnato l’inizio delle attività culturali e dei laboratori educativi del Parco.
Collettivo Terra Terra, Focolare
2012, Installazione, materiali vari, dimensioni ambientali
E' a tutti gli effetti un’opera relazionale intorno a un forno comunitario urbano, uno spazio per incontrarsi, conoscersi e condividere saperi in una dimensione domestica e familiare attivata dalla cottura collettiva del pane.
Bioma, 2004/2008, installazione ambientale
Bioma è al tempo stesso un’opera d’arte ambientale e un dispositivo di sperimentazione artistica. Secondo la definizione di Gilardi, l’opera rappresenta una dimensione globale del vivente che comprende tutti gli organismi della biosfera, essere umano compreso. Bioma coincide con l’idea di un’ipotetica società del futuro in cui gli ambienti di vita sono il risultato di una fusione di qualità estetiche e funzionali.
Energie Invisibili
Gli oggetti naturali esposti (spugna marina, ciottoli, cactus, conchiglia) sono da esplorare con il tatto che attiverà l’interazione audio-video.
Giochi d'acqua
Il touch screen presente in sala è a disposizione per agirvi attraverso la pressione delle dita. La ripresa video dell’acquario nel grande schermo, proietta una visione aumentata della vita acquatica e l’interazione di chi agisce sul monitor tattile
Piero Gilardi, Amazzonia Revival, 2020
Questa installazione rappresenta un groviglio di alberi carbonizzati, si sente il suono dell'acqua che cade, ma la sequenza sonora si modifica quando davanti ad una webcam passa una persona. E' un grido di allarme verso la distruzione della più grande foresta pluviale al mondo.
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*v. anche il post - Parco d'arte RespirArt, il più alto d'Italia
*v. anche - Street Art da Blek le Rat a Banksy, MAU Torino, MAUA App e molto altro
*v.anche post - Reggia di Venaria - sezione green art
La mostra dedicata a Marko Tadić
All'interno del museo sono ospitate alcune installazioni dell'artista Marko Tadić
Heliopolis, mostra personale dell'artista croato Marko Tadić (1979) il cui credo è incentrato sul riuso e la circolarità non solo come strategia ecologica e culturale, ma soprattutto come mezzo utopico di sopravvivenza.
Marko Tadić è un artista contemporaneo croato, noto per il Suo Lavoro Che utilizza diverse discipline, tra cui disegno, pittura, video e installazioni. Nato nel 1979 a Sisak, in Croazia, Tadić ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze. Le sue opere esplorano spesso i temi della memoria collettiva, dell'utopia e del tempo, utilizzando un'estetica che richiama sia il surrealismo che il modernismo. Tadić ha partecipato a numerose mostre internazionali, qui, al PAV, ha presentato il progetto "Heliopolis": la sua utopistica città del futuro, una contaminazione dei progetti di Richter. Questa installazione riflette il suo interesse per le città immaginarie e per la relazione tra l'architettura utopica e le rovine della modernità. Il suo approccio artistico è caratterizzato dall'uso di collage e materiali d'archivio che evocano visioni nostalgiche di futuri mancati.
Tadić è stato rappresentante della Croazia alla Biennale di Venezia nel 2017 e ha ricevuto numerosi premi per il suo lavoro, che continua a esplorare la tensione tra il passato e il futuro, e tra realtà e immaginazione.
Ci ha colpito il suo metodo per studiare il passato: visita i mercatini dell'usato alla ricerca di reperti storici o artistici del suo paese.
riviste e libri croati
Ha riscoperto i disegni avveniristici di un grande architetto croato:
le 'ziggurat' di Vjenceslav Richter
Vjenceslav Richter (1917-2002) è stato un rinomato architetto, designer e artista croato, figura di spicco dell'architettura e dell'arte moderna in Croazia e nella ex Jugoslavia. Nato a Omilje, nei pressi di Sv. Ivan Zelina, studiò architettura all'Università di Zagabria, dove si laureò nel 1949.
Richter è noto per il suo contributo al movimento modernista e per la sua visione multidisciplinare che univa architettura, design e arte visiva.
Tra i suoi lavori più celebri ci sono il Padiglione jugoslavo per l'Expo 1958 di Bruxelles, che vinse il Gran Premio, e vari altri padiglioni per esposizioni internazionali. Le sue opere si distinguono per l'approccio geometrico, razionale e funzionale, oltre che per l'integrazione dell'arte con l'architettura.