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Riscaldamento a pavimento: quanto costa davvero?

Un tempo quando si parlava di riscaldamento a pavimento molte persone storcevano il naso, reputandola una tecnologia obsoleta e dannosa per la salute: questi preconcetti, su tale tipologia di sistema, derivano dal fatto che, gli impianti realizzati diversi decenni or sono, effettivamente,  creavano all’utente tutta una serie di inconvenienti, tra cui un’eccessiva temperatura e problemi di circolazione alle gambe, inoltre si trattava di impianti piuttosto rumorosi.

Oggi però, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie, che permettono di far circolare nei circuiti acqua a più bassa temperatura, è possibile affermare che il riscaldamento a Pavimento, anche nell’ottica del risparmio energetico è davvero la scelta migliore che si possa fare per la propria casa, sotto ogni punto di vista.

Abbiamo già accennato quali siano le peculiarità di un Impianto di questo tipo ed i vantaggi che è in grado di offrire rispetto ad uno tradizionale, pertanto ora ci vogliamo soffermare unicamente sull’aspetto dei costi, che sono di fatto la nota più dolente, in modo tale da capire quanto bisogna effettivamente spendere per poter installare un impianto di riscaldamento a pavimento nella propria casa.

I fattori che incidono sul prezzo finale

Nella realizzazione di un riscaldamento a pannelli radianti sono diverse le componenti che fanno parte del sistema impiantistico e che di conseguenza incidono sul prezzo finale dell’opera, vediamo dunque di analizzarle una per una.

Innanzitutto è necessario calcolare il prezzo di ogni componente dell’impianto, a partire dalla caldaia, che dovrà per forza essere a condensazione, proseguendo con le tubature da inserire a pavimento e con il materassino su cui andranno posate, per finire con i vari collettori ed i cronotermostati ambientali, che servono a regolare il tutto e permettono di differenziare le condizioni di temperatura da una stanza e l’altra.

Ovviamente poi anche la qualità dei singoli componenti influisce sul prezzo: a partire dalla scelta della caldaia, poiché a parità di potenza (espressa in kW) vi è un ampio range di spesa, a seconda della marca e del modello prescelti.

Meglio sempre, comunque, spendere un po’ di più, ma optare per sistemi di riscaldamento che nel loro complesso vengono certificati e garantiti dai posatori, in modo tale che se doveste avere problemi questi interverranno tempestivamente per risolverveli.

Ovviamente, prima ancora dei componenti dovrete tener conto dei costi necessari per le demolizioni, in quanto per installare questo tipo di impianto non basta eseguire delle tracce, bensì dovrete far rimuovere non solo il rivestimento, ma anche il sottofondo ed ovviamente poi dovrete calcolare anche una quota parte per rispristinare il pavimento una volta finito di posare il tutto.

Se avevate già in mente una ristrutturazione totale della vostra abitazione per voi questa cosa non inciderà più di tanto, né in termini di costi né di disagi, ma qualora invece vogliate unicamente intervenire sull’impianto è chiaro che stravolgendone l’assetto i costi saliranno non poco e soprattutto dovrete comunque mettere in conto di vuotare la casa e andare per qualche tempo a stare altrove, motivo per cui in genere se non si difficilmente si sceglie di installare un impianto radiante a pavimento!

Ci sono poi dei fattori che incidono sul costo delle singole componenti, come ad esempio la dispersione dell’edificio e la sua posizione. In effetti meno un edificio risulta compatto e maggiore sarà la spesa necessaria, non solo per acquistare le varie componenti dell’impianto, ma anche per installarle: ad esempio se una casa si sviluppa su due o tre piani, a parità di superficie di pavimento rispetto ad una su un unico piano, il costo salirà!

Lo stesso discorso vale anche per quanto concerne la zona climatica in cui si trova il nostro alloggio e la sua esposizione: ovviamente al Sud dove si riscalda molto meno, anche le dotazioni impiantistiche richieste sono inferiori ed il loro prezzo scende, per salire poi man mano si sale: più il clima della zona è rigido e maggiori sono le dispersioni dell’involucro e più il costo cresce.

Senza contare che sovente tra Nord e Sud Italia si riscontra anche un prezzo diverso per la manodopera, che risulta essere un 10-20% meno cara al Sud rispetto a quanto non sia al Nord, o alle grandi città come Roma o Milano ed in questi casi, visto che le ore di lavoro totali necessarie per rifare ex novo un impianto di riscaldamento non sono poche, il costo degli uomini impiegati per eseguire il lavoro non è per nulla irrisorio.

Quanto costa a conti alla mano un impianto di riscaldamento a pavimento

Indicativamente la spesa per la posa di un sistema di riscaldamento a pavimento si aggira attorno ai 50/70 euro a mq, ma poi in realtà i prezzi sono molto variabili, si può riuscire a spendere qualcosina meno, ma anche decisamente di più: molto, come sempre, dipende dai materiali utilizzati, dal tipo di ambienti in cui si interviene, senza contare poi il costo della nuova caldaia a condensazione da installare assieme al nuovo impianto.

All’incirca, comunque, per rifare completamente un impianto di tipo comune sostituendolo con uno radiante a pavimento, si spende un 30-40% in più di quanto non si spenderebbe rifacendolo con una tradizionale tecnologia e dotandolo di caloriferi, anche perché oltre al costo dei singoli elementi, bisogna considerare quello relativo alla posa ed installazione degli stessi.

Fate conto che per realizzare un impianto in un appartamento da 100 mq si spendono in media circa 6500 euro.

Da un lato però, se è innegabile che l’investimento iniziale da prevedere sia superiore, dall’altro bisogna pensare che un impianto di questo tipo, ogni anno durante la stagione invernale, consente di risparmiare almeno un 20% di energia primaria e può anche essere abbinato ed integrato con altre fonti di energia rinnovabili, quali pannelli solari o fotovoltaici, che sono in grado di rendere ancor più economico e conveniente un impianto di questo tipo, facendo salire il risparmio, rispetto ad un impianto tradizionale, fino al 40%.

Infine è bene tener conto che oggi, per questo tipo di interventi è possibile sfruttare gli appositi incentivi fiscali, scegliendo tra Bonus casa, che consente una detrazione della metà di tutte le spese sostenute, o Ecobonus, che aumenta l’aliquota ammessa al recupero fino al 65%, pertanto una buona parte di quanto pagate, lo recupererete poi nei 10 anni successivi, portandolo in detrazione dall’Irpef.

A fronte di ciò appare chiaro che, a lungo termine, il risparmio complessivo nell’aver optato per tale soluzione sarà indubbiamente tutto a vostro vantaggio: l’importante è considerare quest’operazione con il giusto rientro!

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