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Il muro che c’è già (25/50)

Questa settimana parliamo di nuovo di Texas, perché dal podcast della settimana scorsa – il mio più ascoltato di sempre, primo in classifica generale su iTunes, grazie! – avevo tenuto fuori un tema enorme: il confine. E ne parliamo di nuovo in formato podcast, così recuperiamo la Puntata persa all’inizio di giugno.

Questa l’ho scattata sul Santa Fe Bridge, tra El Paso e Ciudad Juarez: un piede di qua e un piede di là.

Il confine tra Texas e Messico è una cosa strana: allo stesso tempo è presentissimo e assente. Da una parte lo vedi nelle altissime recinzioni e nei continui posti di blocco della polizia di frontiera, lo ascolti nelle conversazioni tra le persone e lo osservi nelle loro vite; dall’altra Texas e Messico sono così simili, così allacciati dai rapporti attuali e soprattutto dalla storia, che a volte sembra incredibile che ci sia un confine. La proposta di costruire un muro al confine è stata centrale nella campagna elettorale di Donald Trump, eppure in Texas non convince moltissimo nemmeno i Repubblicani; che invece vogliono usare la mano pesante contro gli immigrati irregolari che sono già entrati, per cercare di rallentare i velocissimi cambiamenti in corso nella loro società. La cosa che ho cercato di raccontare in questa puntata è che attorno al confine che si gioca il futuro del nuovo Texas, e questo a prescindere dal muro di Trump.

Per ascoltare la nuova puntata, se avete un iPhone cercate “Da Costa a Costa” nell’app “Podcast”; altrimenti cliccate play qui sotto per ascoltarla su Spreaker. Se volete, dopo aver ascoltato la puntata lasciate una recensione su iTunes e parlatene sui social network o a chi pensate possa essere interessato a queste storie come voi. Sul sito di Piano P trovate la traduzione in italiano delle parti in inglese.

Ascolta “S2E12. Il muro che c’è già” su Spreaker.

Avete ricevuto questo podcast gratis, come la newsletter che si alterna al podcast Ogni Sabato, ma come avete capito realizzarli non è gratis: servono aerei, macchine, camere d’albergo, attrezzature, telefonate, connessioni internet, abbonamenti a servizi e giornali, e serve soprattutto tempo e lavoro. Dopo un anno e mezzo a seguire la campagna elettorale, “Da Costa a Costa” è ripartito il 21 gennaio e andrà avanti per tutto il 2017: ogni sabato si alterneranno una puntata della newsletter e una puntata del podcast, e dopo il Michigan e il Texas vorrei tornare un’altra volta Negli Stati Uniti prima della fine dell’anno, per raccontarvi un altro pezzo di America, per cercare di capire come sta cambiando e perché ha scelto Donald Trump come suo presidente.

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