Qualche giorno fa sono andato nel quartiere di Regla. Si tratta di un quartiere storico e popolare che mi ha sempre incuriosito. Mi ha sempre incuriosito la sua posizione che è come quella di una vecchia che guarda dal balcone quello che succede nel palazzo di fronte. Regla si trova sul lato opposto del canale che costeggia L'avana Vecchia ed è raggiungibile con la famigerata "lanchita de Regla" una zatterona a motore che parte dall'Avenida del Puerto e arriva (se arriva) nel cuore di quel quartiere. Se non sbagliate imbarcazione e finite ad attraccare al Monumento del Cristo e quindi siete costretti a ripartire dal via sprecando quasi un'ora (come è successo allo scrivente con la testa chissà dove), in una decina di minuti siete dall'altra parte. L'occasione era una visita a Nico. Chi è Nico? Nico, all'anagrafe Domenico Luongo, è un bell'italiano. La sua è storia nota da queste parti e passa di bocca in bocca nella comunità italiana all'Avana, però mi andava di osservare coi miei occhi il suo mondo proprio per dargli uno spazio su questo blog che si occupa di bello in ogni sua forma. Nico è di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, una di quelle realtà ruvide e complicate del nostro paese nelle quali si aprono ogni tanto, inaspettatamente, squarci di luce accecante: Massimo Troisi era nato proprio lì e basterebbe solo il suo nome per dare un senso alto ad un intero territorio.

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È bastato entrare nella struttura messa a disposizione dalle amministrazioni locali (un'area polivalente che si trasforma, secondo l'orario e i giorni, da campo d'allenamento a sala prove dei "Guaracheros di Regla", da discoteca all'aperto a campo di futbol sala) per capire tutto: centinaia di bambini splendidi, ordinati per età, vestiti con uniformi impeccabili arrivate da una gara di solidarietà tutta italiana, genitori sorridenti, aria sana. Mi aspettavano. Mi scrutavano con la fierezza negli occhi dei bambini cubani, con quei lampi da ometti sempre un po' più grandi della loro età, sempre un po' più forti del vento che gli soffia contro. Il loro culto per le fotografie. Il loro senso del rispetto. I loro sogni disordinati tra Messi e Shakira, tra Cristiano Ronaldo ed un'isole che non c'è dall'altra parte del mare. E in mezzo a tutta questa bellezza Nico, come un Mourinho buono, che imponeva un'autorità fatta di sorrisi e battute, il repertorio migliore della nostra tradizione di brava gente. Domando ad uno dei più piccoli: "Che vuoi fare da grande?", e lui mi risponde con la sicurezza degli uomini forti: " Farò il calciatore quando sarò grande!". Per un attimo torno indietro di quarant'anni. Le mie stesse certezze incrollabili. Il gusto totale per quel gioco e quel campo. Domando ad un altro, più grande, quale sia il suo modello e lui mi risponde inaspettatamente "Platini". Poi altri mi subissano di Messi, di Ronaldo. Altri ancora mi parlano di Higuain. Rido con Nico e gli dico che, da tifoso napoletano, sta facendo un lavoro nell'anima di questi ragazzi. Domando se qualcuno conosce Totti. Arrivano dei sì non troppo convinti. Uno mi dice: "ma Totti è vecchietto...", vorrei reagire ma sono bambini.
La scuola, la squadra ha vari nomi: quello più gettonato è Club Forza Napoli come recita uno striscione affisso al lato del campo e sciolgo in un attimo ogni tipo di campanilismo tutto italiano. Mi sento coinvolto da quell'entusiasmo, un po' napoletano anch'io. Faccio qualche domanda ai genitori. Molti svicolano come alunni che non vogliono essere interrogati ma poi parlo con Juan Carlos, padre di uno dei più piccoli. Mi dice che questa "è una grande opportunità che hanno questi ragazzi per realizzarsi in ciò che gli piace. Lo sport li forma nella vita, gli crea il carattere, li sviluppa fisicamente e mentalmente. Si sentono bene con Nico e noi genitori siamo felici...". Poi prende coraggio Yanet, madre di un piccolo centrocampista, che mi dice: "È molto importante la possibilità che Nico sta dando ai nostri figli perché li aiuta a crescere. Mio figlio ha iniziato a 4 anni e lo sta aiutando molto ad essere individuo, ad essere più forte e a saper risollevarsi ogni volta che cade". Poi un'altra mamma mi racconta che ciò di cui adesso hanno più bisogno è un terreno vero e proprio. Questo spazio di cemento è troppo piccolo e troppo pericoloso per tutti quei bambini. Le istituzioni hanno promesso un campo di terra ma per ora non è arrivato niente di concreto.


A me sembra tutto. Il sole è già tramontato e i bambini sono andati via. Rimaniamo per le ultime chiacchiere. Mi sento sazio di quello che ho visto. Ho nelle orecchie tutte le note di quel pomeriggio. Negli occhi tutti gli occhi che ho incrociato. Camminando verso la lanchita Nico sente che ancora mi deve dire qualcosa. Una cosa importante. Fatica a trovare le parole. "Vedi Alessandro, io ho allenato a livelli più alti, ho allenato la Turris in serie D, ho fatto campionati difficili dove ero pagato... però qui... mi succede una cosa diversa, non so se riesco a spiegartela: facciamo delle partite amichevoli, sono bambini, però solo qui, quando segniamo, ecco, io mi emoziono..." - "Ti sei spiegato, Nico, ti sei spiegato...".
Nelle prossime settimane Nico riceverà il riconoscimento ufficiale come"Personailustre de Regla". Poco più di un anno di "missione" ed un intero quartiere di L'Avana riconosce ad una straniero la sua opera. Bello tutto questo, no?
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Il pezzo e' di Alessandro, del blog “Il bello dell'Avana”, ben scritto come sempre.
Parla di Nico, un'italiano che ha vissuto e vive Cuba in modo molto differente rispetto a come lo fanno la stragrande maggioranza degli italiani.
Chi segue il blog sa come la penso riguardo a un certo tipo di compatrioti e al loro modo di comportarsi a Cuba.
Esiste pero' uno sparuto plotone di italiani, che non soltanto si fa onore, ma mi fa sentire orgoglioso di avere il loro stesso tipo di passaporto.
Nico, il personaggio citato da Alessandro e' uno di questi.
Non ho idea sul come viva e si mantenga a Cuba, Alessandro non ne parla, pero' quello che fa e' decisamente bello.
Vivo e mi mantengo anche attraverso lo sport, quindi e' chiaro che nei confronti di chi lo sport lo divulga, sopratutto ai bambini, io abbia un atteggiamento positivo.
A Cuba lo sport a livello scolastico ha un ruolo infinitamente piu' importante rispetto a quello che accade nel nostro paese, il problema e' che, al di fuori della scuola, non esiste quasi nulla per i bambini e i ragazzini che vorrebbero continuare a praticarlo senza particolari ambizioni agonistiche.
Non esistono societa' sportive con vivai, scuole calcio o di altri sport in cui gli insegnanti dedicano il loro tempo libero per un qualcosa che, piu' di un lavoro, e' una vera e propria missione.
Mettere su una vera scuola calcio a Regla e' tanta roba.
Certo, se al cemento si sostituisse un terreno migliore, le condizioni sarebbero piu' adeguate.
I genitori sanno che i loro figli, nel tempo libero, sono in una contesto sicuro, seguiti e indirizzati da gente competente, invece che stare a zonzo in giro per il quartiere, col rischio di incontrare compagnie non sempre raccomandabili.
L'Avana e' pur sempre l'Avana
I 40 pesos (Settimanali? Mensili?) sono una cifra adeguata per poter usufruire di un simile servizio.
Non credo che il mantenimento di Nico venga da quei quattrini, ma vado a naso.
E' proprio gente come Nico che oggi amo frequentare quando sono a Cuba.
Gente che non passa le giornate hablando mierda dei connazionali, dedicandosi al chisme e alle ragazzine.
Penso ad Andrea di Casa Zule, che con la sua Escuela de futbol e l'associazione che se ne occupa, che permette a centinaia di ragazzini cubani di praticare sport, non solo il calcio, con mezzi adeguati, seguiti da personale competente.
Il tutto no profit.
Penso a Fabione, che porta materiale per il baseball a titolo gratuito per aiutare chi non puo' permetterselo.
Sono questi ed altri generi simili di italiani che amo, oggi, frequentare quando sono a Cuba.
Penso anche ai tanti, vilipesi dai soliti idioti del web, partecipanti alle brigate di lavoro volontarie internazionali, a quelli che, giusto per fare un'esempio, hanno ristrutturato il teatro per i bambini di Las Tunas.
Penso a chi porta, ad ogni viaggio, materiale per le scuole, gli ospedali, gli ospizi ed altri luoghi dove, davvero, c'e' bisogno di tutto.
Nella speranza che poi il tutto, veramente, arrivi dove e' stato destinato....a Cuba tutto e' possibile.
Esiste questa bella Italia fatta di belli italiani, compatrioti che aiutano Cuba e i cubani a vivere meglio, nei modi in cui ognuno si sente di farlo.
Esistono progetti in divenire, altri che si potranno realizzare nel breve che hanno bisogno dell'aiuto di tutti, dell'aiuto fattivo voglio dire.
Cuba, per molti, e' anche questa, una Cuba che conosciamo poco ma di cui sono orgoglioso.
Domani Blog attivo.