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GLI "ORFANI" DI FIDEL

Vista l'attuale contingenza economica e sanitaria che il mondo sta
attraversando viene quasi naturale, sopratutto se si parla di alcuni paesi ed alcuni personaggi, che ci siano vaste fasce di popolazione che soffrono di nostalgia per i bei tempi andati.
Uno dei mantra che, sopratutto da parte di gente di una certa eta' che a Cuba si sente spesso, e' quello “Ai tempi di Fidel tutto questo non sarebbe successo”.
Questo per mettere in risalto la presunta inadeguatezza di chi governa oggi rispetto a chi c'era prima.
Una nostalgia che ha iniziato a manifestarsi quando Raul ha preso
il potere, i fatti ci raccontano che non solo il fratello meno illustre ha ripulito la scena politica cubana da tutta una serie di ladroni che prendevano per i fondelli Fidel, ma anche che ha fatto piu' cose lui per il popolo in 10 anni che il fratello in 50, forse perche' non c'erano molte alternative.
Chi rimpiange Fidel spesso lo contestava silenziosamente quando era al potere, rimpiangere il passato e' una cosa da vecchi, da residui di epoche andate, da chi non ha saputo integrarsi in un mondo che cambia sempre piu' in fretta.
Chi rimpiange Fidel si dimentica dell'innumerevole numero di casini che sono successi negli oltre 50 anni di sua presidenza.
Dalla baia dei porci al Mariel, dai balzeros alla guerra in Angola, da Ochoa al periodo especial, dalla moringa mejor que la carne de res al prezzo del latte sballato e via discorrendo.
Abbiamo, col secolo scorso, abbandonato un era di grandi, grandissimi leader; Fidel, Mao, Stalin, Tito, Ho Chi Min, Ghandi, Kennedy, De Gaulle, Churchill, Breznev, Hirohito, Peron, Allende, Deng Xiao Ping e sicuramente tanti altri che dimentico.
Un secolo con tanti personaggi incredibili, carismatici, aggregatori, a volte dispotici ma sicuramente amati dei loro popoli, per chiunque sia venuto dopo, il compito di non farli rimpiangere era praticamente impossibile.
Quelli di oggi sono nani che cercano faticosamente di arrampicarsi sulle spalle dei giganti che li hanno peceduti, ma si tratta di un tentativo inutile.
Fidel e' stato Fidel con tutti i suoi limiti, la sua genialita', il suo carisma incredibile, la sua fede incrollabile, i suoi limiti caratteriali ma sopratutto la capacita' di risolvere problemi.
Vi ho gia' raccontato quando durante il Maleconcito la gente era scesa in strada a protestare dedicandosi anche ad atti di teppismo, e' bastato che lui apparisse in piedi su una camionetta perche' tutto
si appianasse e la gente, anche solo vedendolo, giungesse a piu' miti consigli.
Raul era comunque Raul, il capo delle forze armate, il fratello di Fidel, il temuto braccio armato del potere.
Diaz Canel e' un'altra cosa, ma e' normale che sia cosi', in piu' mettiamoci che la sua presidenza al momento non e' stata molto fortunata.
Cicloni, uragani, inondazioni, aerei che cadono, inasprimento del bloqueo ed ora questa maledetta pandemia, manca solo lo sbarco di alieni armati sul Malecon e poi e' successo di tutto.
Chiaro che Diaz Canel non sia Fidel, chiaro che un certo tipo di popolazione rimpianga i bei tempi andati cosi' come tutti noi rimpiangiamo quando avevamo 20 /30 anni e le donne per strada si giravano per un secondo significativo sguardo.
Pero' le crisi alimentari c'erano anche con Fidel, quando e' iniziato il periodo especial e non si trovava nulla nei negozi c'era Fidel, quando le code erano interminabili c'era Fidel, quando la gente ha assaltato il porto di Mariel c'era Fidel, quando oltre 10 mila persone hanno invaso l'ambasciata peruviana per andarsene c'era Fidel, quando con la crisi dei missili siamo stati ad un pelo dalla tragedia nucleare che avrebbe estinto il genere umano c'era Fidel, quando i soldati morivano in Africa c'era Fidel, quando i cubani non potevano entrare in un hotel a Cuba, acquistare una casa, avere un'auto propria, aprire una attivita' commerciale privata c'era
Fidel.
Capisco il rimpianto nei confronti di chi e' stato padre, madre, amante, jefe, amico, hermano, Comandante, maestro, educatore, abuleo e tutto cio' che ci volete mettere ma tutto passa e occorre guardare avanti senza dimenticare da dove si è partiti.



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