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Demolizioni Triscina. Vaccarino: “Lo scarafaggio non si tocca..”

L’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, interviene sulla questione abusivismo a Triscina di Selinunte, con una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri On Gentiloni:

Gentile Signor Presidente,

Sono il “troppo” citato ex Sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino.

Come sempre ancorato ai valori della Democrazia, ritengo doveroso fornire un contributo conoscitivo perché non si consumi un atto di ingiusta colpevolizzazione dei tanti Concittadini che hanno costruito delle abitazioni nella ormai famosa frazione di Triscina di Selinunte. La presenza dello Stato, per il tramite dei Commissari che governano la Città, si manifesta con la programmata distruzione di quelle case risultanti non in regola con le leggi urbanistiche. E’ proprio su tale abuso compiuto dagli interessati, non per vocazione delittuosa bensì per obbligato ricorso che , quale già Amministratore di questa Città, ho il dovere di esprimere la personale contrarietà ad un provvedimento repressivo , quasi si fosse in presenza di speculazioni fondiarie ed imprenditoriali riconducibili alla piaga del cancro mafioso che , ahimè, affligge il Territorio.

Una tale giustificazione, oltre che semplicistica, appare ingiustamente sospetta. Le case in questione sono state realizzate , nella loro quasi totalità, da cittadini Italiani che non disponevano delle ingenti somme richieste per l’acquisto di lotti di aree edificabili nei piani di lottizzazione regolarmente approvati da tutti gli organi dello Stato. A Triscina, dove pure era stato avviato legittimamente un primo piano di lottizzazione (unico ad avere ottenuto regolare autorizzazione edificatoria !), un metro quadrato costava mille lire, esattamente meno di un trentesimo di quanto, invece, avrebbero dovuto spendere nei piani di lottizzazione , “regolarizzati” dai piani alti dello Stato. Quelli, per intenderci , che sono sempre stati molto sensibili ai poteri locali. Quelli dell’acre profumo del “pecunia non olet”, la cui filosofia muta la veste senza mai cambiare la biancheria intima. Il POTERE !

La filosofia dell’uso della forza da contrapporre alle legittime aspirazioni dei singoli che credono giustamente di ottenere qualcosa senza “adeguate canalizzazioni”! La classe politica municipale diventa il facile bersaglio da colpevolizzare per meglio coprire le mancate concessioni delle ultraventennali richieste di sanatorie urbanistiche, che Regione e Governo nazionale non hanno mai definito. Non è lecito costruire nella fascia dei 150 metri dalla battigia.!!! Tutte da demolire perché costituirebbero uno scempio da fare inorridire le anime belle televisive che così discettano negli spettacoli montati ad arte come ghigliottine per folle diabolicamente plaudenti.???? Può mai, lo STATO apparire ed operare con la perfidia dei vendicatori giustizialisti gareggiando in intensità con la ferocia dei mafiosi da combattere?

NO, Signor Presidente Gentiloni, il Suo riconosciuto garbo e la Sua Umanità politica non possono disconoscere l’unicità della. Nazione Italiana. Se una modesta abitazione realizzata al di fuori del demanio marittimo con sudore e sofferenze deve essere abbattuta, perché non considerare una tale applicazione anche per i grattacieli su palafitte di cemento lungo le coste della Versilia, di Rimini, di Riccione? E’ lavoro. E’ turismo! Legittimo certo. Pure giusto se dalle Alpi ad Erice.

Sono stato “investito” da una prima inchiesta giudiziario-mediatica nel 1976. Avevo licenziato due progetti per altrettanti mega Alberghi presso la foce del Belice, distanti oltre 500 metri dal mare. Riguardavano il posto di lavoro di almeno mille persone, perché tali strutture alberghiere prevedevano qualcosa come 4 mila posti letto ed erano inserite in un circuito turistico europeo. Per intenderci meglio, quello che fu poi costretto a spostare tutti gli investimenti ad Hammameth e dintorni ! Ebbene, a licenza concessa, seguì, una campagna mediatica che , calunniosamente, scomodò allora lo stesso Presidente del Consiglio Fanfani quale mio inverosimile correo in tale scempio che non mortificava affatto la bellezza delle dune, esaltandone invece la macchia mediterranea, che guardava a distanza la meraviglia del Parco archeologico amplificandone nella prospettiva programmatica la smisurata valenza turistica e commerciale.

Null’altra accusa se non quella “di compromettere la sopravvivenza dello scarafaggio mediterraneo selinuntino” Preziosa razza in via d’estinzione. Pareva !!!!!! Scarafaggio, beninteso, che non mi risulta ad oggi essere conosciuto dagli indigeni nè cercato dai pochi turisti di veloce passaggio!!!! Le varie pressioni “scarafaggiste” mi obbligarono a ritirare quelle licenze.

Castelvetrano rimase per oltre 20 anni ancora senza un albergo, lasciando il Parco archeologico di Selinunte a forte vocazione turistica di solo passaggio !!!! Nel caso qualche grigio informatore antimafista non ne fosse a conoscenza è invitato a leggere i documenti di pertinenza per verificare che il sottoscritto, dopo venti anni di contenzioso con la proprietà dei Salvo intentato dal “Padre” del Parco di Selinunte Prof Vincenzo Tusa, firmò l’esproprio che consegnò al patrimonio dell’Umanità quel che ancora fatica a decollare come volano di sviluppo dell’intera Regione. E non è colpa dei cittadini “abusivi” della costa !!!! Non è colpa dei Massimi Consessi cittadini che si sono succeduti in rappresentanza democratica della Collettività libera di votare. Oggi, la forza dello Stato , clava in mano del Ministro Minniti, si abbatte con dura e cruenta determinazione contro la Città che ha dato i natali all’ultimo latitante della cancerogena mafia. Gli ha dato casualmente i natali ma gli ha tolto volontariamente la cittadinanza ! Cosa questa che non è stata sufficiente ad evitare la gogna mediatica al Sindaco Errante inserendolo, infelice, nella lista dei colpevoli comunque. Anche se innocenti di tutto. La lista dei cattivi presunti ma bersagli certi di chi scrive con l’ inchiostro dell’aspide , rettile ispiratrice del loro conclamato paraculismo acuto.

Signor Presidente Gentiloni la preghiera che Le rivolgo è quella di verificare ogni possibilità perché venga scongiurata la popolare disgrazia di arrecare danni incalcolabili ai proprietari di modeste abitazioni che avrebbero certamente voluto e preferito realizzare in un contesto di legittimo piano regolatore e piani urbanistici particolareggiati, che mai le Autorità preposte, regionali e nazionali, hanno concesso in risposta, pure pressante e continua, alle istanze dell’Autorità Comunale. I disgraziati più immediati sono magari quelli che pagano da tanti anni ormai tutte le tasse previste dallo Stato perché autodenunciatisi. Gli altri, ora esclusi, aspetteranno il loro turno, continuando ad evadere il fisco ma ricorrendo a massicce cure cardiologiche , tranne che non rinuncino pure a queste per far coincidere il crollo della loro casa con lo scoppio del cuore . Mi creda , scoppierebbe pure a chi scrive pur non avendo mai potuto costruire nulla , neanche la semplice recinzione , per la condizione di Amministratore che responsabilmente deve osservare qualunque restrizione imposta dalla legge. Se, come superficialmente si scrive e si blatera, tutti hanno la casa a mare, io non ne ho. Nemmeno indirettamente. Ciò mi fa sentire interessato umanamente a tutte le abitazioni di quanti certamente non hanno compiuto alcuna impresa di sospetta vocazione speculativa. Chi ha occupato abusivamente aree demaniali, sapeva di fare il furbastro. Provveda responsabilmente alla restituzione del bene pubblico. Lo Stato può, finalmente, approvare un piano di riordino urbanistico che, pur operando con talune indispensabili amputazioni , riesca a salvare il complesso edilizio generale . Evitando così la disperazione popolare già afflitta dal terrificante tumore mafioso, che necessita sconfiggere del tutto e annullare da ogni contesto con l’affermazione della Legalità mai priva di Cristiana Umanità.

Grazie Signor Presidente Gentiloni. , grazie per l’umana attenzione che vorrà riservare a beneficio dei deboli.

Antonio Vaccarino

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