Get Even More Visitors To Your Blog, Upgrade To A Business Listing >>

Le Buchette del vino a Firenze di Viola


Quanti di voi passeggiando per le strade di Firenze avranno notato delle piccole aperture, come porticine, a fianco dei portoni principali di palazzi signorili? E, magari, vi sarete chiesti quale fosse il loro utilizzo in passato…

Quelle porticine sono state chiamate in modi diversi ma frequentemente sono definite “buchette” del Vino oppure “ finestrini”. Sappiamo che venivano utilizzati per la vendita di vino al minuto, cioè sfuso direttamente presso l’abitazione del produttore. Si trattava, dunque, di una vendita a km zero, dal produttore al consumatore, senza intermediari.
Nonostante la documentazione riguardo la storia delle buchette sia, purtroppo, scarsa, si è potuto riscontrare come già nel Medioevo ricche e influenti famiglie fiorentine possedessero tenute agricole in campagna, spesso vigneti , dove producevano anche vino. In passato le proprietà agricole erano tenute in grande considerazione perché viste come fonte di rendita economica utile alla famiglia. 


Già dalla metà del ‘300 certe famiglie avevano ottenuta la licenza per poter vendere il proprio vino direttamente nel loro palazzo cittadino, saltando così il passaggio intermedio di tavernieri ed osti oltre che evitando di dover pagare tasse e gabelle.
Soltanto dalla prima metà del ‘500, grazie a varie delibere ufficiali, si ha conferma che a Firenze il vino venisse venduto sfuso attraverso le buchette aperte accanto al portone d’ingresso dei palazzi signorili. In virtù del vantaggio economico , si maturò anche la convinzione che la vendita di Vino Nel Palazzo non fosse disdicevole né arrecasse danno all’immagine della famiglia nobile.
La vendita del vino nel palazzo era stata accordata anche perché molte famiglie avevano fatto investimenti importanti nell’agricoltura, recuperando terreni e ripristinando la coltivazione della vite ed era perciò giusto concedere loro la possibilità di vendere direttamente ai consumatori il vino che producevano.

Da una ricerca dei “finestrini” ancora oggi visibili e conservati, si è dedotto che la loro dislocazione in città non fosse legata solo ai palazzi di chi produceva vino ma anche strategica nel senso che certe strade su cui affacciavano le buchette erano percorse da mercanti, contadini e persone richiamate in città per affari di varia natura oltre che da semplici cittadini interessati all’acquisto della prelibata bevanda.

Come avveniva la vendita del vino attraverso le buchette? Non era certamente il “signore” del palazzo ad occuparsene in prima persona; era il “cantiniere “ preposto a svolgere questa funzione. La mansione del cantiniere era di grande responsabilità ed è per questo che il cantiniere era necessariamente una persona di fiducia del signore, qualcuno che fosse esperto di vino.
Il finestrino generalmente corrispondeva ad una stanza anch’essa al piano terra adibita a cantina e restava chiuso, apriva solo quando qualcuno bussava alla porticina di legno.


L’avventore poteva portare da casa un fiasco, una brocca o anche un bicchiere e, passandolo al cantiniere attraverso l’apertura, chiedere che venisse riempito. Anche il pagamento avveniva passando il denaro attraverso il finestrino in modo da completare la transazione.
Girellando per Firenze vi capiterà senz’altro di accorgervi che le tipologie di buchette sono svariate; io ne ho fotografato solo alcune tra quelle meglio restaurate e che personalmente mi piacciono di più.
Mi capita spesso per lavoro durante i tour di mostrarle ai miei clienti e noto con piacere che rimangono sorpresi e divertiti.
Ad oggi in Firenze (dentro e fuori le mura dell’ultima cerchia, quelle cosiddette “arnolfiane”) sono state censite 140 buchette del vino.
Si tratta di una caratteristica presente quasi esclusivamente a Firenze ad eccezione di alcune località nelle campagne, come: San Gimignano, Colle di Val d’Elsa e San Casciano in Val di Pesa, giusto per citarne alcune.
Esiste da qualche anno soltanto l’Associazione Culturale Buchette de Vino (www.buchettedelvino.org) che si occupa di censire tutte le buchette ancora esistenti dentro e fuori Firenze tutelandole in quanto testimonianze importanti dei nostri usi, costumi e tradizioni. L’Associazione, inoltre, invita chiunque noti un buchetta a segnalarla così da poter inserirla nell’elenco e preservarla insieme alle altre, arricchendo il nostro patrimonio.

Questo articolo non ha ovviamente alcuna pretesa di essere esaustivo riguardo l’argomento ma mi auguro possa avervi incuriosito e magari vi invogli ad approfondire personalmente il tema dei pertugi del vino.
Buona caccia alle buchette a tutti!

Viola 

www.instagram.com/violatourguide








This post first appeared on BLOG CHIANTI POESIA, please read the originial post: here

Share the post

Le Buchette del vino a Firenze di Viola

×

Subscribe to Blog Chianti Poesia

Get updates delivered right to your inbox!

Thank you for your subscription

×