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Marc Augé: l’Occidente sta anticipando una religione – Il calcio come fenomeno religioso – recensione di Iannozzi Giuseppe

Marc Augé: l’Occidente sta anticipando una religione

Football. Il calcio come fenomeno religioso

Iannozzi Giuseppe

Il Calcio, un gioco, uno sport, e anche e soprattutto un fenomeno religioso. Il calcio ha origini antiche, più di quanto si possa pensare; già nel II e III secolo a.C. esisteva qualcosa di simile al calcio, il cinese tsu’ chu o cuju (蹴鞠, cùjú, letteralmente “palla spinta con il piede”). Una palla, riempita con piume e capelli, doveva passare attraverso una porta di canne di bambù. Circa cinquecento/seicento anni dopo, in Giappone, nacque il kemari, gioco tutt’ora praticato. Nell’antica Grecia, nel IV secolo a.C., si giocava l’episciro, mentre gli antichi romani, già nel II secolo a.C. praticavano l’harpastum, una variante dell’episciro, che i romani ebbero modo di conoscere nel corso di alcune campagne di guerra.
Il calcio moderno si diffuse però nei college britannici, intorno al 1835. Inizialmente il calcio fu uno sport d’élite, per pochi bennàti.

Marc Augé, etnologo e antropologo francese di indubbia fama e grandezza, fa il punto sul calcio intenso come fenomeno religioso nel suo saggio Football. Il calcio come fenomeno religioso (EDB Dehoniane, collana “lampi”). Il calcio, oggi come oggi, non è più soltanto un gioco o uno sport, è un fenomeno che ha in sé molte connotazioni oppiacee che ne fanno un vero e proprio fenomeno religioso. Nel suo breve ma puntiglioso saggio, Marc Augé, prendendo spunto da quanto scrive Émile Durkheim (“Per quanto riguarda i fatti sociali, noi abbiamo ancora una mentalità da primitivi.”), spiega: “Quale che sia il rispetto che portiamo ai sacerdoti, ai giornalisti sportivi o agli arbitri di calcio, bisogna ammettere che fanno parte dell’oggetto di studio e non dovrebbero essere, in quanto tali, osservatori privilegiati”. E infatti oggi, chi più chi meno, tutti parlano di calcio e più o meno tutti si dicono degli esperti in materia. Perché? Se ieri il calcio era uno sport elitario, oggi non più: il calcio è difatti un fenomeno che ha contagiato milioni di persone appartenenti a un po’ tutte le classi sociali, anche se, a onor del vero, il popolo è il suo maggiore fruitore. Per una partita, capace di aggregare milioni di persone in diversi punti del globo terrestre, c’è anche chi è disposto a uccidere: le risse fra le tifoserie, ahi noi, sono un piaga che non accenna a smorzarsi. Sottolinea Marc Augé: “Il calcio, come pratica e come spettacolo, è «un nuovo oppio dei popoli» o è l’occasione di una presa di coscienza «di classe»? Lo sport e, in particolare, gli sport di squadra hanno un valore formativo in un periodo, la vigilia del 1914, che i politici concordano nel descrivere come minaccioso, oppure essi tendono a indebolire in anticipo la combattività dei cittadini? La guerra, lei, no che non è un gioco.”
E ancora: “… un’implicazione sociologica o politica non è evidente e, forse, molto saggiamente, Tony Mason su questo punto si limita a considerazioni prudenti; egli non esclude che la partecipazione o l’assistere alle partite abbia contribuito al rafforzamento di una coscienza di classe … Oppio o stimolante? Entrambi forse, nello stesso modo in cui si può osservare che i movimenti religiosi possono contribuire nel corso della storia, simultaneamente o in successione, all’oppressione o alla liberazione di coloro che vi aderiscono.”
Per quanto, mirabilmente passato al setaccio da Marc Augé nel suo breve saggio, l’Occidente si trova forse di fronte all’anticipazione di una religione, pur non avendone ancora piena coscienza.

Football. Il calcio come fenomeno religioso di Marc Augé, suddiviso in cinque capitoli fondamentali (I. Un fenomeno sociale e antropologico. II. Virtù individuali e spettacolo.III. Professionisti e dilettanti. IV. Sport popolare ed elitario. V. Un rituale espiatorio. VI. Una nuova religione?), è un saggio fondamentale per comprendere l’attualità, i motivi per cui il calcio è, e probabilmente resterà nei secoli dei secoli, una religione forse ben più forte e aggregante rispetto a qualsiasi altra.

Marc Augé, etnologo e antropologo francese, è stato directeur d’études all’École des hautes études en sciences sociales di Parigi ed è tra i più significativi pensatori contemporanei. Noto per le sue ricerche in Africa occidentale, si è in seguito occupato dei mondi contemporanei e della dimensione cosmopolita che accomuna i popoli coloniali e l’Occidente. Tra le sue pubblicazioni più note : Un etnologo nel metrò (Elèuthera 2005) e Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità (Elèuthera 1996). Da Raffaello Cortina Editore sono apparsi di recente L‘antropologo e il mondo globale (2013),Il tempo senza età: la vecchiaia non esiste (2014) e Un etnologo al Bistrot (2015).

Marc AugéFootball. Il calcio come fenomeno religiosoEDB Dehoniane – Collana: «Lampi» – EAN: 9788810567296 – Pagine 48 – Prezzo € 6,00


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