BUKOWSKI, RACCONTA!
a cura (e traduzione( di Giuseppe Iannozzi
Bukowskil, racconta! – a cura (e traduzione) Iannozzi Giuseppe
Questo libro racconta
Bukowski, racconta! Nel corso dell’ultimo ventennio su Charles Bukowski si è detto di tutto e di più, con cognizione di causa o no. Intorno alla figura dello scrittore maledetto sono fiorite diverse leggende metropolitane, e va da sé che in molti hanno tentato di imitarlo, senza però riuscirci.
Da quando Fernanda Pivano l’ha fatto conoscere al mondo, l’ascesa di Bukowski è stata inarrestabile; e anche dopo la sua morte, avvenuta a 73 anni, tutti i suoi lavori continuano a essere stampati e ristampati con grande successo. Non serve pubblicità, l’opera di Bukowski vende e basta, anche se molti accademici, ancor oggi, si ostinano a non omaggiarlo.
In Bukowski, racconta! sono raccolti alcuni lavori bukowskiani apocrifi, di difficile o impossibile attribuzione: una manciata di poesie e molti racconti, oltre a una intervista inedita allo scrittore.
Il materiale qui presentato, in prima battuta apparve su diversi giornali underground: poesie e racconti recavano una sola iniziale, una B o una C, e in rari casi un nome, Henry. Impossibile dire se siano delle prove di scritture nate dalla mano di Charles Bukowski o se siano invece opera di uno o più ubriaconi che ieri tentarono di imitarlo; fatto sta che, per stile e tematiche trattate, le poesie e i racconti presenti in questo volume sono dannatamente intriganti, pulsanti di un politicamente scorretto, che solo Hank (forse) sapeva maneggiare con impareggiabile classe anarcoide.
Un breve estratto
Int.: Scrivere è anche lavorare.
Buk: Non direi proprio… un paio di bottiglie non bastano se uno vuole scrivere una buona poesia. Il problema è poi solo uno, riuscire a non farselo venire duro, altrimenti tutto va a puttane. Scrivere è un esercizio, un esercizio sessuale… non è detto che quello che scrivi poi sarà letto da qualcuno. Si scrive così come si fa sesso, sul divano di casa, o quasi di nascosto, nella toilette delle signore.
Int.: I suoi libri si vendono?
Buk: Non lo so, non ho mai pensato che scrivere serva a vendere e basta. La gente legge quello che gli piace… penso che la gente mi legge perché parlo di loro e non di cose che non conosco.
Int.: Lei legge?
Buk: Ho letto parecchio, molte cose che ho letto non me le ricordo. Quando una storia ti annoia la rimuovi dalla testa, ecco tutto, niente di più semplice.
[…]
Buk: A volte Capita Che Legga qualcosa e che mi faccia del male. Capita che legga perché non ho sottomano una bottiglia o una donna, ma è come buttar giù del vino cattivo; e dopo, alla fine, non sei né ebbro né altro… hai solo un dolore sordo che ti trapana da tempia a tempia. Ha mai bevuto del vino cattivo? Se sì, allora può capire cosa intendo.
[…]
Int.: Le donne, capisco, il suo chiodo fisso.
Buk: La figa la posso riempire, la politica e Dio no.
www.ilfoglioletterario.it
Giuseppe Iannozzi (detto Beppe), classe 1972, è giornalista, critico letterario, editor e scrittore.
Nel 2012 ha pubblicato Angeli caduti (Cicorivolta Edizioni), nel 2013 L’ultimo segreto di Nietzsche (Cicorivolta edizioni) e nel 2014 La cattiva strada (Cicorivolta edizioni). Con il foglio letterario ha pubblicato La lebbra. Nel 2015 ha pubblicato Fiore di passione, una raccolta poetica autoprodotta e disponibile su Lulu.com (http://goo.gl/7fiaLo) . Scrive per diverse testate online e la free press.
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