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Gli incipit di Francesco De Gregori

Non sono ancora uscito dal tunnel di De Gregori. Continua l’ascolto a nastro di tutta la sua discografia.

Mentre ascoltavo per l’ennesima volta, l’ennesima versione live di Generale, mi sono fermato a pensare a quanto era bello quel primo verso:

Generale dietro la collina
ci sta la notte crucca e assassina

Perché le canzoni di De Gregori c’hanno questa caratteristica, secondo me, ti buttano subito al centro della Storia. Hanno tutte un attacco, un inizio folgorante che ti trasporta nel bel mezzo di un mondo tutto suo.

Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno

Un buon narratore sa che bisogna fin da subito attirare l’attenzione dell’ascoltare e se hai solo pochi minuti a tua disposizione non puoi perdere tempo.

La storia siamo noi
nessuno si senta escluso

Perciò ho preparato una lista di canzoni di De Gregori con un incipit eccezionale. Buon ascolto.

L’impiccato, tratto da De Gregori del 1978. Canzone che racconta di arresti e torture in carcere. Inizia con la storia del primo arrestato.

Uno l’hanno preso ieri sera, giovane giovane,
e figlio di buona donna era.

Il signor Hood, da Rimmel del 1975. È la canzone che De Gregori dedicò a Marco Pannella che così entra in scena:

Il Signor Hood era un galantuomo,
sempre ispirato dal sole.

Un guanto, dall’album Prendere e lasciare del 1996.

Un guanto precipitò
da una mano desiderata
a toccare il pavimento del mondo
in una pista affollata

Piccola mela, sempre da Rimmel. Questa, tra l’altro, dura solo 2 minuti e 26 minuti e sarebbe stata benissimo anche nella lista delle canzoni brevi. La canzone racconta una storia d’amore tra un uomo e la “maestrina” figlia di un dottore. Si inizia così, con una frase tanto semplice quanto evocativa:

Mi metto in tasca una Piccola Mela,
mi metto in tasca una piccola mela

Miramare da Mira Mare 19.4.89 del 1989. La canzone inizia in mezzo al mare dove alcuni pescatori…

Recuperarono le reti i pescatori,
piene di spazzatura,
e umiliati si ritirarono,
alla montagna dal mare

Pezzi di vetro, anche questa da Rimmel, ma la mia versione preferita è quella del Il Bandito e il Campione. Bastano quattro versi a De Gregori per creare il ritratto di un personaggio eccezionale.

L’uomo che cammina sui pezzi di vetro
dicono ha due anime e un sesso, di ramo duro il cuore
e una luna e dei fuochi alle spalle mentre balla e balla
sotto l’angolo retto di una stella




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