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Insegnami giochetti estremi

Insegnami giochetti estremi

di Giuseppe Iannozzi

Tu Che Sei Afrodite,
schiaccia la mia faccia
sul tuo seno
Raccogli la mia mano
e portala sul petto tuo palpitante;
rassicurami
che calata è la notte
e che la fremente tua sessualità
mi farà cantore come Omero,
poeta a tutto tondo
che mai ti potrà annoiare

Per un momento o due porta
il celeste degli occhi tuoi
sul mondo che geme e si dispera:
c’è un nessuno,
nel costato scavato
gli trema un moncherino di cuore,
allunga la mano tremante,
e i piccioni lo prendono di mira
e non sbagliano mai un colpo
Osserva bene, tu che lo puoi
Il giornalista, sigaretta in bocca,
si lascia cadere nell’inchiostro
d’una pozzanghera gigante;
ha smesso di lottare, la cronaca nera
l’ha ridotto a uno sbuffo di parole,
a un produttore di epitaffi senza mordente

Tu che sei Afrodite,
tu che di me hai occhi più esperti e profondi,
tu che dell’amore e della lussuria conosci il fine,
insegnami giochetti estremi e divini
che sappiano infiammare l’anima e le budella



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